Settantamila bottiglie di plastica (equivalenti a sette tonnellate di anidride carbonica) risparmiate in un anno solo nel centro tecnico del Parma Calcio; quasi tre quarti di rifiuti indifferenziati abbattuti negli uffici del club; e da domani, in occasione della partita Parma-Como, l’inaugurazione della raccolta differenziata in tutto lo stadio Tardini. I numeri della sostenibilità ambientale non fanno scalare la classifica in campionato, ma parlano di un futuro diverso e possibile anche in un mondo apparentemente immutabile come quello del calcio. E il Parma, unico club italiano assieme alla Juventus ad aver ottenuto la certificazione internazionale Iso 14001 per i sistemi di gestione ambientale, ora si offre come modello da seguire per tutta la serie A.
Allo stadio Tardini il nuovo progetto “Play Green” indica la via: “Vogliamo portare anche fuori dal club le buone pratiche che abbiamo introdotto nella nostra attività quotidiana“, spiega l’ad Federico Cherubini. Detto, fatto: a partire dalla sfida Parma-Como i tifosi troveranno in tutto il Tardini 35 nuovi contenitori per la raccolta differenziata, un salto epocale nella gestione dei rifiuti in un luogo per sua natura ambientalmente disattento come lo stadio, “un primo passo – spiega il ceo dei Ducali – verso un ulteriore impegno in ambito sociale assieme alle comunità con cui entriamo in contatto“.
Il progetto parte da lontano: nel 2020, con l’acquisto da parte della proprietà americana di Kyle Krause, il Parma ha avviato un percorso di efficientamento energetico, ottimizzazione degli acquisti e investimenti ambientali che hanno messo a sistema un vero e proprio modello, ora riconosciuto anche dal marchio Iso 14001, di cui solo dieci club in Europa, tra i quali Manchester City e Liverpool, possono fregiarsi. La patente Iso non è mai regalata: per ottenerla, occorre dimostrare virtuosità in ogni settore della vita aziendale, compresi partner e fornitori. “Il traguardo Iso – spiega Stefano Perrone, direttore operativo del club – è solo il punto di partenza: avere buone pratiche significa disporre di un metodo condiviso con tutti i dipendenti, ed è sinonimo di buone abitudini quotidiane acquisite, che passano non solo dal settore energetico e dal risparmio di risorse, ma anche dalla razionalizzazione degli sprechi di cibo, una catena in cui collaboriamo attivamente con associazioni locali in ogni evento sportivo. Abbiamo l’ambizione di contagiare più persone possibile in queste buone abitudini“.
E così, a partire da domani, lo stadio Tardini diventerà il laboratorio di un nuovo modo di fruire lo stadio alla domenica. I giovani di due scuole superiori di Salerno e di Parma si offriranno come guide per i tifosi più distratti. “Questo non sarebbe stato possibile se non avessimo cominciato noi, a partire dal centro tecnico di Collecchio – prosegue Perrone -, dall’utilizzo di erogatori d’acqua che hanno fatto risparmiare 70.000 bottiglie di plastica, all’efficientamento energetico dello stadio con luci Led, passando per l’eliminazione dei cestini dei rifiuti negli uffici, che ha portato all’abbattimento del 70% di materiale indifferenziato. E questa attitudine si riverbera in tutte le attività del club: fornitori, sponsor e partner sono tutti attenti all’impatto ambientale e lo dimostrano concretamente. Il rapporto si estende anche a dipendenti e calciatori, anche loro sempre più coinvolti in veste di testimonial nelle buone abitudini ambientali. La strada è lunga, ma vorremmo che fosse seguita da tutta la serie A per fare davvero sistema“.

