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La foresta come cappotto termico: l’esempio di Poggio Tre Cancelli

L’ultimo taglio di un albero nella foresta di Poggio Tre Cancelli in Toscana risale alla fine degli anni Quaranta del secolo scorso. Oltre vent’anni dopo è designata riserva statale integrale, un’area naturale dove non si può nemmeno passeggiare ma dove piante e animali si evolvono in assenza di disturbo umano. È la seconda del genere in Italia dopo quella di Sasso Fratino, oggi sono in tutto 13.

Durante le ondate di calore estivo in questa foresta di lecci di 99 ettari alle spalle di Follonica, in media, le temperature sono più basse rispetto ai boschi confinanti, immersi nel Parco interprovinciale di Montioni si estende per circa 6500 ettari tra le province di Livorno e Grosseto dove però i tagli sono regolari. L’intreccio continuo di chiome, la notevole biodiversità vegetale agisce come un cappotto termico, un isolante naturale di cui beneficia l’intero ecosistema. È una sorta di moderatore degli eccessi del clima: lo spiegano i ricercatori dell’Università della Tuscia in uno studio pubblicato su Agricultural and Forest Meteorology. “La compenetrazione delle piante, i diversi strati che si sovrappongono dal suolo alla chioma costituiscono una volta in grado di generare un microambiente molto diverso rispetto dai boschi da legna. – spiega Francesco Solano, ricercatore che ha coordinato lo studio – Confrontando le temperature superficiali delle chiome nel periodo 2013-2023 la riserva integrale ha 2,1 gradi in meno rispetto alle aree tagliate nei dintorni.

La rinaturalizzazione dell’area super-protetta ne ha accelerato la resistenza alla siccità estrema e aumentandone le capacità di tamponare la canicola estiva conservando l’umidità. I dati satellitari degli ultimi dieci anni hanno confermato che nella riserva la temperatura media massima è stata di 33,3 gradi contro i 35,4 gradi delle foreste gestite in modo attivo. Di fronte all’accelerazione della crisi climatica queste riserve integrali possono contribuire alla mitigazione del riscaldamento globale. – aggiunge Solano – Le foreste mediterranee svolgono un ruolo fondamentale nella regolazione del clima locale e la loro capacità di condizionare la temperatura superficiale del suolo è legata alla loro complessità strutturale e al livello di umidità.

Foreste secolari ed ecosistemi in corso di rinaturalizzazione possono offrire un rifugio anche per specie animali in fuga dal riscaldamento globale tanto che secondo uno studio americano di qualche anno fa la migrazione assistita verso queste riserve integrali è considerata una delle possibili soluzioni per accelerare la conservazione di animali a rischio verso ambienti dove è più semplice adattarsi.

Ambiente

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La protezione rigorosa del 10% del territorio terrestre, come sancito dal Green Deal europeo, è una misura cruciale per la mitigazione climatica e la salvaguardia della biodiversità nel Mediterraneo. – spiega Gianluca Piovesan, docente di Cambiamento globali e rewilding dell’Università della Tuscia che ha partecipato alla ricerca – Il caso della lecceta di Poggio Tre Cancelli ne è una prova concreta che dimostra come la creazione di riserve integrali contribuisca direttamente e in modo efficace agli obiettivi del Regolamento UE sul ripristino della natura.

La riserva statale e integrale di Poggio Tre Cancelli è gestita dal Reparto Carabinieri Biodiversità Follonica. Dall’ultimo taglio eseguito nel 1948 su una superficie di cento ettari si ricavarono oltre cinquemila metri cubi di carbone. Per lungo tempo questi boschi nell’area nord occidentale della provincia di Grosseto sono state miniere di combustibile destinato ai forni di fusione del ferro sulla costa tirrenica. Poi, dal 1961, con l’avvento della tutela integrale, è stato proibito qualsiasi intervento. Oggi ci sono altre foreste nelle riserve statali destinate alla rinaturalizzazione. – conclude il Colonello Giovanni Quilghini, comandante del Reparto di Follonica che gestisce la riserva – Speriamo che questo esempio possa essere seguito, nella convinzione che la gestione dei boschi debba comportare una riflessione complessa a tutti i livelli.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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