Bonus casa confermato al 50% anche per il prossimo anno sulla prima casa e al 36% per la seconda anche per gli interventi di risparmio energetico. Ma per chi sta pensando in intervenire sull’impianto di riscaldamento c’è ancora la possibilità di accedere di qui a fine anno ai contributi del Conto Termico 2. In attesa della versione 3.0 che entrerà in vigore il 25 dicembre, la versione attuale resta pienamente operativa con 250 milioni di euro ancora a disposizione per i privati. Possibile avere un rimborso immediato fino al 65% della spesa. La misura gestita dal Gse non prevede distinzioni tra prima casa e altri immobili e per importi fino a 5.000 euro il pagamento arriva entro due mesi.
Tutti gli impianti con il rimborso spese
Il Conto Termico finanzia la sostituzione di vecchi impianti a gas con caldaie ibride, ossia quelle che sono costituire da una pompa di calore abbinata in fabbrica ad un caldaia a condensazione, per pompe di calore e impianti a biomasse (legna o pellet). Rientrano anche la sostituzione di scaldacqua elettrici con scaldacqua a pompa di calore e l’installazione ex novo di collettori solari per acqua calda sanitaria. Quest’ultimo è l’unico caso in cui il contributo vale per un nuovo impianto. Non sono invece ammessi nuovi climatizzatori, anche a pompa di calore, in appartamenti sprovvisti di riscaldamento o da aggiungere a impianti già presenti. Gli impianti a biomassa (caldaie e stufe) hanno invece maggiore spazio e il contributo del Conto Termico è cumulabile con incentivi locali o regionali per la rottamazione di camini e stufe inquinanti, permettendo di arrivare al rimborso totale della spesa. Gli impianti devono rispettare specifici standard di rendimento energetico e riduzione delle emissioni, con certificazioni obbligatorie.
Come scegliere l’impianto e valutare il contributo
Per scegliere l’impianto, il Gse mette a disposizione un catalogo di impianti domestici già conformi ai requisiti richiesti, semplificando così la procedura: chi sceglie soluzioni certificate risparmia anche suo costi di asseverazione. In ogni caso il contributo è calcolato su tutte le spese, comprese quelle per le prestazioni professionali e quelle per lo smaltimento del vecchio impianto che deve essere documentato. L’importo che si può ottenere, però, non è in percentuale fissa in rapporto alla cifra complessivamente pagata ma dipende dal rendimento del nuovo generatore: quanto più questo è efficiente tanto più è alta la percentuale che si può ottenere. Nel caso degli impianti ibridi la valutazione viene fatta solo sulla pompa di calore, non sul rendimento della caldaia a gas. Nel rispetto delle direttive comunitarie, infatti, il Conto Termico premia effettivamente il risparmio energetico, diversamente dai vari bonus fiscali che richiedono solo il rispetto dei requisiti minimi. Per sapere quanto effettivamente si potrà ottenere come rimborso immediato della spesa è necessario scegliere l’impianto che si intende acquistare e fare delle simulazioni. In genere i siti dei produttori consentono di ottenere indicazioni precise dal momento che le formule per effettuare i conteggi sono contenute nelle regole attuative delle norme.
Domanda entro 60 giorni dalla fine dei lavori
Se si decide di approfittare di questa opportunità chi completa l’intervento deve presentare domanda al Gse entro 60 giorni dal termine dei lavori, con scadenza massima di 90 giorni dall’ultimo pagamento. La richiesta può essere presentata direttamente o tramite una Esco (società energetica). È necessario accreditarsi all’Area Clienti Gse e allegare la documentazione relativa all’installazione e le fatture di spesa.