Mancanza di informazioni chiare e verificate sull’accessibilità, difficoltà a trovare mete e strutture inclusive, paura di affrontare un viaggio senza supporto: per le persone con disabilità viaggiare spesso è un ostacolo e un privilegio. Da una nuova startup arriva un messaggio culturale e sociale: l’inclusione è possibile anche quando si parla di turismo sostenibile, stiamo parlando di Avventure Accessibili che contribuisce ad un cambio di passo, mettendo al centro le persone, migliorando la qualità dell’esperienza turistica e sensibilizzando il settore a diventare più efficiente, innovativo e responsabile.
La startup nasce dall’esperienza personale di Cristina Casali, viaggiatrice con disabilità che propone soluzioni concrete di viaggio a chi vuole partire con la propria carrozzina o altri ausili. Oltre ad un servizio personalizzato, Avventure Accessibili è anche un sito web, completamente accessibile a chi ha disabilità sensoriali, e un podcast, che da giugno 2025 ogni giovedì raggiunge anche chi preferisce l’audio al testo scritto.
Ho sempre viaggiato tanto nonostante la mia disabilità, la sfida è raddoppiata da quando ho cominciato a viaggiare anche con mia figlia, prima col passeggino e adesso in sedia a rotelle perché anche lei ha la mia stessa disabilità.
Cristina Casali prosegue: “in un viaggio che ho pianificato a Londra ci hanno perso il passeggino e abbiamo dovuto ripiegare su uno in prestito. L’anno dopo abbiamo cominciato a viaggiare con la sedia a rotelle per mia figlia ed ero terrorizzata che perdessero anche quella, perché non sarebbe stata facilmente sostituibile. Così ho cominciato a informarmi sulle procedure per viaggiare in aereo con la sedia a rotelle, ma mi sono scontrata con una realtà fatta di informazioni frammentarie, poco affidabili e non pensate per chi ha esigenze specifiche date da una disabilità”.
Da questa esperienza è nata l’idea di fare informazione e divulgazione in maniera più precisa possibile, partendo proprio dalle difficoltà vissute in prima persona, così ho fondato Avventure Accessibili. La nostra assistenza inizia ascoltando esigenze, sogni, dubbi ed esclude soluzioni standard e viaggi di gruppo uguali per più persone, perché ciascuna disabilità è a sé e, di conseguenza, cambiano anche necessità e tempi delle persone che viaggiano “il mio obiettivo è accompagnare le persone dalla paura di partire alla gioia di arrivare, capendo prima se posso essere di aiuto oppure no, con assoluta sincerità e trasparenza: dove non sono andata e quindi non ho esperienza diretta prima ci vado e poi lo consiglio”, mi dice Casali.
Cosa fa Avventure Accessibili
La startup offre diversi servizi: da itinerari completi, prenotazioni di hotel con accessibilità testata e verificata, semplici suggerimenti utili, fino a programmi di viaggio strutturati sulle previsioni meteo calcolando anche i disagi eventuali per chi, ad esempio, è in carrozzina, sempre con attenzione costante alle barriere architettoniche.
Così, le persone possono accedere a esperienze di viaggio che, diversamente, potrebbero essere complesse da realizzare per via della disabilità, davanti a cui, spesso, si vedono costrette a fermarsi. La qualità di vita migliora anche in termini di serenità e sicurezza, poiché si affidano a soluzioni comprovate dall’esperienza e adeguatamente verificate: tutto questo ha anche il beneficio enorme di ridurre il rischio di esclusione sociale e culturale che spesso è una conseguenza della disabilità. Con il supporto di Avventure Accessibili le persone possono diventare protagoniste della propria esperienza di viaggio e questo contribuisce a decostruire la visione della disabilità come limite invalicabile e del viaggio come esperienza impossibile.
“In Italia meno del 10% delle strutture turistiche è privo di barriere”
Questo progetto sfida una situazione che vede l’Italia ancora indietro. Secondo i dati dell’associazione indipendente Consumers’ Forum, pubblicati tra giugno e luglio 2025, in Italia ci sono 12 milioni di persone con disabilità certificate o con patologie invalidanti, ma i servizi pensati appositamente per loro sono praticamente inesistenti sia per chi ha disabilità fisica sia se si pensa a quella sensoriale.
“Nel nostro Paese il numero di soggetti con disabilità certificate o patologie invalidanti è di circa 12 milioni, individui che in Italia spendono per servizi turistici appena 1,3 miliardi di euro annui” – ha spiegato il Presidente Furio Truzzi – “Questo perché meno del 10% delle strutture turistiche è privo di barriere o limitazioni: la maggior parte delle spiagge italiane, ad esempio, è sprovvista di passerelle, sedie o servizi igienici accessibili, e alle barriere architettoniche si aggiungono quelle sensoriali (ad esempio, la mancanza di segnaletica tattica o in braille), digitali (siti web inaccessibili, mancanza di descrizioni precise circa l’accessibilità delle strutture) e culturali (personale non formato). Mentre Spagna, Paesi Bassi, e nord Europa hanno fatto passi da gigante per garantire pienamente i diritti dei cittadini con disabilità, l’accessibilità delle destinazioni italiane non soddisfa neanche il 25-35% della domanda, a dimostrazione di come l’Italia sia ancora molto indietro su tale tema”.
“La mia startup – conclude Cristina Casali – dimostra che la sfida del turismo accessibile se si affronta con gli strumenti giusti si può vincere. Il mio obiettivo è di aiutare persone con disabilità, simili ma anche diverse dalla mia, a trasformare la paura di partire in ricordi felici”