In quali città europee si respira l’aria più pulita? E in quali la peggiore? In rete si trovano tante classifiche, talvolta collegate a sponsorizzazioni varie di brand e marchi, che provano a tracciare – non sempre in maniera affidabile – lo stato della qualità dell’aria in Europa, un po’ come era avvenuto per Milano lo scorso febbraio.
L’emergenza
“Milano paragonata a Delhi per l’inquinamento atmosferico: la crisi del clima non aiuta a respirare”
19 Febbraio 2024
Chi offre uno sguardo più completo e attendibile è però la Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) che a fine agosto ha pubblicato un aggiornamento della European City Air Quality, in sostanza una classifica dove – attraverso dati monitorati per due anni – vengono elencate le 375 città europee dove sono stati fatti rilevamenti specifici di livelli medi di particolato fine (PM 2,5) attraverso oltre 500 stazioni di monitoraggio nel 2022 e nel 2023. Come noto i livelli indicati dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) sulla presenza di particolato sono molto al ribasso, si parla di 5 microgrammi per metro cubo di aria (5 ?g/m 3), per cui soltanto 13 città in Europa – in un contesto generale che è comunque di miglioramento rispetto al passato della qualità dell’aria – risultano essere entro i limiti. Fra queste, come si poteva ipotizzare nel Paese che ospita una Pianura Padana fortemente inquinata, non c’è l’Italia.
Da noi, la città con la migliore qualità dell’aria secondo il rapporto EEA è Sassari in Sardegna, al ventunesimo posto della classifica europea. La seconda città italiana, ma solo al 65° posto, è Livorno, mentre terza fra quelle tricolore risulta essere Savona, al 148° posto. Purtroppo, osservando la classifica al contrario, l’Italia conta invece diverse città nelle peggiori dieci d’Europa. Al primo posto per livelli di inquinanti tra le città del Vecchio Continente c’è la città croata di Slavonski Brod, l’unica considerata davvero da bollino rosso (“very poor” nella scala di qualità EEA). Segue, sul podio delle peggiori, Nowy Sacz in Polonia e sul terzo gradino spunta l’italiana Cremona. Nella top 10 delle realtà con la peggior aria però ci sono anche altre italiane: Vicenza (4°), Padova (5°), Venezia (6°) e Piacenza (7°). Appena fuori dalle prime dieci l’EEA indica poi altre quattro realtà del Nord e della Pianura, tutte tra la undicesima e la quattordicesima posizione: Torino, Bergamo, Brescia e Treviso. Sempre fra quelle con più particolato, Milano è al diciannovesimo posto.
Al contrario, se si osservano invece i luoghi in cui si può respirare l’aria meno inquinata, al primo posto in assoluto ci sono le svedesi Uppsala e Umea, prima e seconda, seguite da Faro in Portogallo. Al quarto posto l’islandese Reykjavik, poi le finlandesi Oulu e Tampere, di nuovo la Svezia con Norrkoping, Funchal in Portogallo e infine al nono posto e decimo posto Tallin e Narva, entrambe in Estonia. Le mappe visuali, che indicano con colori blu e azzurri le aree con qualità dell’aria migliore e con giallo e rosso quelle peggiori, mostrano poi con chiarezza come a godere di un’aria più sana siano soprattutto i Paesi Scandinavi e quelli del Nord Europa, mentre l’Italia, ma anche la Polonia o i Balcani, risultano per lo più di colore giallo.
Dalle statistiche elaborate dall’Agenzia inoltre emerge come “tre europei su quattro vivono in aree urbane e la maggior parte di loro è esposta a livelli pericolosi di inquinamento atmosferico” scrivono dall’EEA che, citando l’Oms, parla anche dell’importanza di migliorare la qualità dell’aria per “ridurre significativamente le morti premature causate dall’inquinamento atmosferico”. Ricordando anche gli impegni legati al Green Deal, con un obiettivo di riduzione al 2030 di almeno il 55% delle morti premature causate dal particolato (rispetto ai livelli 2005), l’Agenzia Europea ha spiegato infine che nel prossimo aggiornamento non solo indicherà le città con maggiori concentrazioni di PM 2,5 – inquinante fra i più impattanti sulla salute – ma anche “un’analisi sugli impatti dell’inquinamento atmosferico sugli ecosistemi e sulla salute umana, includendo decessi e malattie che possono essere attribuiti alla scarsa qualità dell’aria”.