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Prostatite o disturbi urinari? Un focus sulla salute maschile dopo i 40 anni


Sanihelp.it – Prendersi cura della propria salute è un processo costante, che inevitabilmente evolve con il trascorrere del tempo. Dopo i 40 anni, in particolare, la prevenzione e l’ascolto del proprio corpo diventano essenziali per il benessere futuro.

Gli uomini devono porre attenzione ai segnali che provengono dall’apparato urinario, e devono rivolgersi a un professionista esperto per una diagnosi accurata, in base alla sintomatologia.

I primi sintomi di una possibile prostatite, non sono semplici da individuare in quanto possono essere attributi ad altre cause come ad esempio una cistite uomo,  e riconoscere la natura di questi sintomi è, quindi, il primo vero passo per una gestione consapevole della propria salute, essendo queste due patologie di natura diversa.

L’ipertrofia prostatica: un aumento di volume fisiologico fisiologico

Il protagonista di molti di questi disturbi è la prostata. Questa ghiandola, situata proprio sotto la vescica, avvolge il primo tratto dell’uretra e, con il passare degli anni, tende fisiologicamente a ingrossarsi.

Si tratta di un processo del tutto normale, noto come Ipertrofia Prostatica Benigna (IPB). Come il nome stesso suggerisce, questa condizione non ha carattere tumorale e non aumenta il rischio di tumore, va distinta nettamente dalla prostatite, che è invece un’infiammazione (spesso dolorosa) della ghiandola.

Per comprendere la portata del fenomeno, basti pensare che l’IPB interessa circa la metà degli uomini tra i 50 e i 60 anni, e la sua incidenza cresce con l’età fino a superare l’80% negli over 80.

Comprendere i sintomi urinari (LUTS – Lower Urinary Tract Symptoms)

L’aumento volumetrico della prostata non costituisce un problema finché non genera sintomi. L’ingrossamento, infatti, può comprimere l’uretra e creare un ostacolo al normale svuotamento della vescica. Da qui origina una serie di disturbi, noti collettivamente come LUTS (Sintomi delle Basse Vie Urinarie).

Questi tendono spesso a essere di tipo ostruttivo, provocando una difficoltà a iniziare la minzione, un getto urinario più debole o intermittente, oppure una sgradevole sensazione di non aver svuotato completamente la vescica.

I sintomi irritativi e l’impatto sulla quotidianità

A questi segnali si affiancano di frequente i cosiddetti sintomi irritativi. Tra questi, la necessità di urinare molto spesso durante il giorno (pollachiuria), un bisogno improvviso e non differibile di recarsi al bagno (urgenza) e, forse il più fastidioso, la nicturia.

Quest’ultima costringe a interrompere il sonno notturno, anche più volte, per urinare, con ovvie ripercussioni sulla stanchezza diurna, la concentrazione e l’umore generale. L’insieme di questi disturbi finisce per limitare le normali attività, generando spesso stress.

Considerare questi sintomi un dazio inevitabile da pagare all’età è un approccio rischioso. Un’ostruzione trascurata può infatti degenerare in complicanze serie: dalle infezioni urinarie ripetute (favorite dal ristagno) alla formazione di calcoli, fino alla ritenzione urinaria acuta, considerabile come una emergenza urologica che richiede un intervento d’urgenza.

Il confronto con il proprio medico e la visita urologica sono i passaggi decisivi. Attraverso un attento colloquio e gli esami necessari, lo specialista può definire un quadro diagnostico preciso. Oggi i rimedi per gestire le problematiche sono molteplici, da terapie farmacologiche a interventi minimamente invasivi, tutte mirate a ripristinare una buona qualità di vita. La scelta della terapia o dell’intervento è effettuata dal medico tenendo conto della gravità del quadro clinico e delle esigenze del paziente.


Fonte: http://www.sanihelp.it/rss/rss_salute.xml

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