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Che cosa sono le cure palliative e chi può richiederle


Sanihelp.it – Le cure palliative rappresentano un ambito specialistico della medicina che ha come obiettivo primario la tutela della qualità di vita delle persone affette da patologie croniche, evolutive o inguaribili. Non mirano alla guarigione, bensì al controllo dei sintomi, al sollievo dalla sofferenza e al supporto globale al paziente e alla sua famiglia. Si tratta di un diritto tutelato dalla normativa italiana e garantito dal Servizio Sanitario Nazionale: approfondiamo meglio l’argomento.

Come nascono le cure palliative?

Le cure palliative hanno origine come risposta medica ed etica alla necessità di garantire dignità e sollievo ai pazienti per i quali non esistono terapie efficaci, volte alla stabilizzazione della malattia o a un prolungamento significativo della vita.

Nel contesto italiano, le cure palliative sono entrate a pieno titolo nel sistema sanitario con la Legge 38/2010, che ha sancito il diritto di tutti i cittadini a ricevere assistenza palliativa e terapia del dolore. Un ruolo centrale è ricoperto dalle cure palliative domiciliari, che consentono al paziente di ricevere un supporto sanitario, psicologico e sociale direttamente nella propria abitazione. Tale modalità di assistenza ha il pregio di preservare l’ambiente familiare, ridurre i ricoveri ospedalieri e promuovere una migliore continuità di cura, sempre nel rispetto della volontà e della dignità della persona malata.

Storicamente, lo sviluppo di questo approccio si intreccia con l’esperienza degli hospice moderni e con la progressiva presa di coscienza, da parte della medicina, che la guarigione non è sempre l’unico obiettivo terapeutico.

Chi può richiederle?

L’accesso alle cure palliative in Italia è un diritto riconosciuto dalla Legge 38 del 15 marzo 2010, che stabilisce la gratuità del servizio e l’obbligo per il Servizio Sanitario Nazionale di renderlo disponibile attraverso le Reti di cure palliative. Tali reti comprendono le strutture residenziali, come gli hospice, e le unità di cure palliative domiciliari, che rappresentano la modalità più diffusa di presa in carico del malato.

Contrariamente a una diffusa convinzione, le cure palliative non sono destinate esclusivamente ai malati oncologici o in fase terminale. Possono accedervi anche persone affette da altre patologie inguaribili, quali malattie neurodegenerative, insufficienze d’organo croniche o gravi condizioni invalidanti, che compromettono in modo irreversibile la qualità della vita.

Quali sono i requisiti richiesti

In primo luogo, la condizione clinica del paziente deve rispondere ai criteri di una patologia inguaribile o cronica evolutiva che necessiti di un controllo costante dei sintomi. L’abitazione in cui il malato risiede dovrebbe, di conseguenza, possedere caratteristiche adeguate ad accogliere il servizio, sia in termini di spazi sia di sicurezza.

Un ulteriore requisito riguarda la presenza di un caregiver, ossia un familiare di riferimento che collabori con l’équipe sanitaria nel percorso di cura. La natura delle cure palliative richiede infatti una stretta sinergia tra professionisti e famiglia: medici, infermieri, psicologi e operatori sanitari lavorano in stretta collaborazione con i familiari, con l’obiettivo di rispondere in maniera integrata a bisogni clinici, emotivi e sociali.

La valutazione dell’idoneità all’attivazione delle cure è affidata all’équipe di cure palliative, che effettua un’analisi multiprofessionale attraverso scale di valutazione validate a livello clinico.


Fonte: http://www.sanihelp.it/rss/rss_salute.xml

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