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Ristrutturazione e risparmio energetico, arrivano le nuove regole della direttiva “case green”


Ristrutturazione e risparmio energetico, dal 2026 arrivano le nuove scadenze europee. Entra infatti in vigore il prossimo 29 maggio 2026 la direttiva Case Green. Entro questa data l’Italia deve recepire formalmente la direttiva nel proprio ordinamento. Il provvedimento dovrà definire la traiettoria nazionale per ridurre del 16% il consumo medio di energia primaria degli edifici residenziali entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035, prendendo come riferimento i consumi del 2020. Arriverà anche il nuovo Attestato di prestazione energetica. Chi deve vendere o affittare casa e ha l’Ape in scadenza dovrà fare i conti con la muova normativa.

Il nuovo APE dal 29 maggio 2026

Con l’attuazione della direttiva l’Attestato di Prestazione Energetica cambia formato e contenuti. La scala di classificazione sarà uniforme in tutta Europa, da A a G, dove la classe A corrisponde agli edifici a emissioni zero e la G agli immobili con le prestazioni peggiori. Gli Stati membri che utilizzano già la classe A0 per gli edifici a emissioni zero possono mantenerla. Chi raggiunge standard ancora più elevati potrà ottenere la classe A+, riservata agli edifici che producono più energia rinnovabile di quanta ne consumino. Il nuovo APE conterrà informazioni più dettagliate rispetto all’attuale. Sarà indicati infatti: consumo annuo di energia primaria e finale in kWh/(m² anno); emissioni di gas serra in kgCO2/(m² anno); potenziale di riscaldamento globale nel ciclo di vita dell’edificio. Presenti anche indicazione sulla predisposizione dell’immobile alla domotica e di punti di ricarica per veicoli elettrici. Nel caso di impianto fotovoltaico nell’Ape sarà indicata anche la percentuale di energia rinnovabile prodotta.

Penalizzati gli immobili con caldaie a gas

In vista del divieto all’uso del gas come fonte unica di riscaldamento, anche se spostato in avanti negli anni, chi vende o affitta un immobile con caldaia a gas, anche se efficiente e ben isolato, sarà comunque penalizzato. Con il nuovo Ape, infatti, non potrà più ottenere la classe A perché l’edificio produce emissioni in loco. Il massimo raggiungibile sarà la classe B. La direttiva non prevede divieti di vendita o affitto per gli immobili nelle classi energetiche più basse, né l’obbligo di riqualificare. E’ però evidente che il mercato immobiliare valuterà in modo diverso gli edifici efficienti rispetto a quelli con consumi elevati.

Passaporto di ristrutturazione volontario

Anche in vista di questi risultati la direttiva prevede che entro il 29 maggio 2026 gli Stati membri devono istituire il passaporto di ristrutturazione su base volontaria. Si tratta di uno strumento digitale che pianifica gli interventi di efficientamento in una sequenza logica ed economicamente sostenibile, indicando per ogni lavoro i tempi di ritorno dell’investimento e gli incentivi attivabili. L’obiettivo è evitare interventi parziali o controproducenti e guidare l’immobile verso l’azzeramento delle emissioni entro il 2050. La presenza dell’eventuale passaporto sarà indicata anche nell’Ape.

Cosa cambia per chi deve vendere o affittare

L’Ape ha una durata di 10 anni. Se non è in scadenza non occorre far nulla in quanto il vecchio modello non perde la sua validità e quindi si potrà continuare ad utilizzare il modello attuale. Dal 29 maggio in poi farà il suo esordio il nuovo modello: se l’immobile è in una classe bassa (sotto la C), il nuovo APE suggerirà di rivolgerti a uno “Sportello Unico” territoriale che ti fornirà assistenza gratuita per pianificare la ristrutturazione o quanto meno adottare il passaporto in modo da rimettersi in linea rispetto ai nuovi standar richiesti.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml

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