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Dieta antinfiammatoria: alimentazione e integrazione sinergica


Sanihelp.itMolte persone oggigiorno si interessano alla dieta antinfiammatoria, soprattutto chi percepisce segnali ricorrenti che il corpo non sempre riesce a gestire da solo. Ne citiamo alcuni: stanchezza costante, disturbi digestivi, episodi infiammatori che tornano a distanza di tempo. Questi fenomeni non sempre hanno un’unica origine, e dovrebbero farci riflettere.

Per contrastare uno stato di infiammazione cronica, l’alimentazione è tra gli strumenti più importanti che abbiamo per riportare stabilità, insieme a un’integrazione studiata per sostenere i processi naturali dell’organismo, come l’uso degli antinfiammatori naturali, utilizzati da molte persone come supporto nei momenti in cui questa condizione tende a ripresentarsi.

Cos’è l’infiammazione cronica

L’infiammazione cronica si distingue nettamente da quella acuta, che ha una funzione precisa e risolve una lesione o un’infezione nel giro di poco tempo. Quella cronica, invece, rimane attiva molto più a lungo. Può accompagnare per mesi o anni, spesso senza sintomi evidenti, coinvolgendo diversi sistemi dell’organismo.

Questo stato prolungato è spesso collegato a un insieme di fattori. Tra questi vanno considerati dieta squilibrata, stress persistente, disbiosi intestinale, infezioni che non si risolvono del tutto. È un meccanismo complesso, che si alimenta nel tempo.

Un ruolo importante lo svolge il nostro intestino. Circa il 70% delle cellule immunitarie risiede qui, e la barriera intestinale lavora ogni giorno per filtrare ciò che entra in contatto con il nostro corpo. Quando questa barriera perde efficienza, da quel momento preciso, il sistema immunitario si attiva continuamente, creando un’onda lunga di segnali infiammatori.

Consideriamo inoltre il microbiota come un ecosistema vario e stabile che sostiene le difese naturali e mantiene l’ambiente intestinale in condizioni ottimali. Al contrario, uno squilibrio nella flora batterica può causare la produzione di molecole pro-infiammatorie. Come si posiziona la dieta antinfiammatoria nel quadro appena descritto? Interviene proprio su questi meccanismi, agendo sulle abitudini quotidiane.

Gli alimenti della dieta antinfiammatoria

Gli alimenti freschi, ricchi di micronutrienti e poco processati, sono alla base di tutto. Tra i più utili troviamo il pesce azzurro, che è una fonte naturale di EPA e DHA, due acidi grassi che incidono sui segnali cellulari legati ai processi infiammatori.

Le verdure, soprattutto quelle ricche di fibre fermentabili e polifenoli, sostengono il microbiota e favoriscono la produzione degli SCFA, le molecole che rafforzano la barriera intestinale. Portiamo sulla tavola broccoli, cavoli, spinaci, radicchio, zucchine, finocchi.

La frutta a basso indice glicemico è ottima perché integra antiossidanti senza provocare variazioni eccessive della glicemia. Mirtilli, mele, agrumi, lamponi e fragole sono tra le scelte più comuni, invece i semi oleosi e la frutta secca completano il quadro con fibre, minerali ed acidi grassi insaturi.

Nel regime alimentare andrebbero considerate anche le spezie, che non sono solo utili per insaporire i piatti: per esempio, andrebbero usate maggiormente curcuma, zenzero e cannella.

Alimenti pro-infiammatori

Così come alcuni alimenti ci fanno bene, altri esercitano un effetto opposto sul lungo termine, soprattutto se non vengono moderati. L’eccesso di zuccheri semplici e farine raffinate innalza rapidamente la glicemia, con ripercussioni sul sistema immunitario e sui processi ossidativi. Bevande zuccherate, dolci industriali, snack confezionati e prodotti da forno ottenuti con farina bianca rientrano in questa categoria.

Gli oli vegetali raffinati, presenti in molti prodotti industriali, tendono a sbilanciare il rapporto tra omega-6 e omega-3. Un discorso a parte riguarda gli additivi alimentari. Emulsionanti e coloranti, in particolare se consumati con regolarità, possono influenzare la barriera intestinale e alterare la flora batterica. È un aspetto che molti sottovalutano, perché gli effetti non compaiono subito, ma si manifestano nel tempo.

Integrazione naturale mirata

Quando l’intestino è irritato o quando l’infiammazione presenta fasi ricorrenti, l’alimentazione può essere affiancata da un’integrazione mirata, dietro consiglio del proprio medico di base, che rimane il punto di riferimento per ogni dubbio. 

Tra gli ingredienti più studiati per i loro benefici in ambito antinfiammatorio troviamo boswellia, uncaria, zinco, l-glutammina, omega 3 e probiotici.

Il kit antinfiammatorio NMINutrizione Medicina Integrata – raccoglie queste sostanze in tre formulazioni complementari. Flogut concentra boswellia, uncaria, zinco e l-glutammina per sostenere chi affronta infiammazioni intestinali o articolari con una certa frequenza. Floragut introduce probiotici selezionati con l’obiettivo di ripristinare uno stato più stabile del microbiota. Omega Balance porta EPA e DHA, utili sia nei protocolli antinfiammatori sia nei percorsi di recupero post-trattamento. L’obiettivo è affiancare l’alimentazione con un sostegno aggiuntivo, soprattutto quando i sintomi tendono a ripresentarsi ciclicamente.


Fonte: http://www.sanihelp.it/rss/rss_salute.xml

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