Piccole perdite, urti contro buche o marciapiedi, valvola danneggiata o con il tappino mancante, forature da frammenti metallici. Sono vari i motivi per cui gli pneumatici possono perdere pressione, con conseguenze negative sulla sicurezza, ma anche sull’inquinamento atmosferico.
Un impatto rilevante
Quando il gonfiaggio è basso, infatti, le gomme si deformano maggiormente e fanno più attrito a contatto con l’asfalto. Così l’auto subisce una maggiore resistenza al movimento e, per mantenere la stessa velocità, il motore deve lavorare di più, bruciando più carburante.
A quantificare i consumi che ne derivano è l’European Tyre & Rubber Manufacturers’ Association, secondo la quale una pressione inferiore allo standard di circa 0,2 bar aumenta il fabbisogno dell’1-3%. In pratica, in un veicolo che necessita di sette litri di combustibile per percorrere cento chilometri, vuol dire un incremento di 0,07-0,21 litri a parità di distanza percorsa.
Considerando che un litro di benzina produce 2,31 chili di anidride carbonica e un litro di diesel 2,68 chili, le emissioni aggiuntive ammontano a 0,16-0,62 chili ogni cento chilometri. Un impatto di rilievo, secondo le agenzie energetiche e ambientali, soprattutto su larga scala.
Consigli per la manutenzione
Come sottolineano gli esperti di Altroconsumo, il livello corretto di pressione non è lo stesso per tutti gli pneumatici. In generale, deve essere pari a quello indicato dal costruttore, reperibile sul libretto d’uso dell’auto o su un’etichetta nell’abitacolo (spesso sulla portiera del guidatore). I valori medi indicati sono di solito compresi tra 2 e 3 bar, ma possono variare in base al modello del veicolo, al peso di passeggeri e bagagli, alla stagione.
Se si viaggia con un carico completo, la pressione raccomandata potrebbe essere più alta di quella di riferimento (generalmente 0,4-0,7 bar in più). Inoltre, durante l’inverno è meglio aumentarla di 0,2 bar perché, a causa del freddo, il gonfiaggio tende a diminuire.
Per assicurarsi che tutto sia a posto, è opportuno fare controlli periodici: almeno una volta al mese, prima e dopo un viaggio, in seguito a una lunga sosta in garage. La verifica, che può essere effettuata sia in autonomia, con un manometro o un compressore portatili, sia presso officine, gommisti o stazioni di servizio, va svolta con gli pneumatici a temperatura ambiente, cioè con l’auto ferma da qualche ora o dopo aver percorso al massimo una decina di chilometri, per evitare che i valori possano risultare alterati.
Come smaltire le gomme
Non trascurabile, in un’ottica di sostenibilità, è smaltire correttamente le gomme, una volta giunte a fine vita. Non possono essere abbandonate per strada o gettate tra i rifiuti comuni, pena una sanzione: devono essere sempre conferite presso un gommista, un centro di montaggio o un’isola ecologica abilitata. Nel caso in cui si acquistino contestualmente pneumatici nuovi, lo smaltimento di quelli vecchi è incluso nel prezzo.
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