Il consumo di carne e l’energia per alimentare le case producono livelli di emissioni di gas serra simili. Questo succede nelle città degli Stati Uniti, dove un team di ricerca dell’Università del Michigan e dell’Università del Minnesota ha scoperto che le emissioni di gas serra prodotte ogni anno da coloro che mangiano carne di manzo, pollo e maiale sono superiori a quelle totali annue dell’Italia e, come anticipato, simili alle emissioni derivanti dall’energia che serve ad alimentare le loro case. Il loro studio è stato pubblicato sulla rivista Nature Climate Change.
L’analisi
Le emissioni di gas serra legate agli stili di vita sono 7 volte superiori gli obiettivi climatici
07 Ottobre 2025
Lo studio
Per capirlo, gli autori hanno calcolato e mappato l’impatto ambientale, definito come “impronta di carbonio”, della carne per ogni città degli Stati Uniti. In particolare, hanno misurato le emissioni di gas serra associate alla consumo di carne per le città statunitensi servendosi della piattaforma Food System Supply-Chain Sustainability, o FoodS 3, inizialmente sviluppata per studiare la filiera del mais del Paese e modificata dagli autori del nuovo studio per applicarla alla carne. Dalle analisi è emerso che l’impatto climatico totale per le oltre 3500 città statunitensi prese in esame è di 329 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, mentre le emissioni totali derivanti dall’utilizzo di combustibili fossili per illuminare, riscaldare, raffreddare e alimentare gli elettrodomestici nelle case sono di 334 milioni di tonnellate (in Italia sono pari a 313 Mt).
Il consumo di carne
I ricercatori hanno inoltre proposto alcuni modelli per poter ridurre le emissioni legate all’alimentazione, tra cui la riduzione degli sprechi alimentari, la sostituzione della carne bovina con carni a basse emissioni o l’eliminazione della carne una volta alla settimana. Dai risultati è emerso che il modello più efficace sarebbe quello di sostituire metà della carne bovina con il pollo, riducendo così le emissioni del 33%. Sostituire metà del consumo di carne bovina con una combinazione di maiale e pollo, invece, porterebbe a una riduzione delle emissioni pari al 29%, mentre lo spreco alimentare a una diminuzione del 16% e non mangiare carne un giorno alla settimana al 14%.
Alimentazione
Dopo la carne, sulle nostre tavole anche il pesce coltivato in laboratorio
17 Ottobre 2025
Pannelli solari, ma non solo
Sebbene lo studio sottolinei le enormi dimensioni dell’impronta di carbonio urbana americana, il nuovo studio fornisce anche informazioni che cittadini e governi possono utilizzare per ridurre l’impatto ambientale. La ricerca ha infatti, “enormi implicazioni sul modo in cui valutiamo l’impatto ambientale delle città, misuriamo tali impatti e, in ultima analisi, sviluppiamo politiche per ridurli”, ha commentato Benjamin Goldstein, tra gli autori dello studio, ricordando che i decisori politici hanno lanciato campagne e iniziative che aiutano i proprietari di case a ridurre la propria impronta di carbonio, incentivando e sovvenzionando interventi come l’installazione di pannelli solari e l’isolamento termico, che tuttavia possono costare migliaia, se non decine di migliaia, di euro.
L’analisi
Le emissioni di gas serra legate agli stili di vita sono 7 volte superiori gli obiettivi climatici
07 Ottobre 2025
“Ma se si riducesse semplicemente la metà del consumo di carne bovina e magari si passasse al pollo, si potrebbero ottenere riduzioni di gas serra simili, a seconda di dove si vive”, ha concluso Goldstein. “Se riuscissimo a convincere le persone a utilizzare questo tipo di studio per riflettere su come le diete nelle città influenzino il loro impatto ambientale, ciò potrebbe avere effetti enormi in tutti gli Stati Uniti”.

