L’animale più pericoloso del mondo sta espandendo il suo areale. Alcune specie oggi arrivano e si riproducono dove prima non esistevano, perfino in certe province italiane, tanto che l’Italia – per il virus West Nile – risulta oggi il Paese europeo con più casi. Di conseguenza, lancia l’allarme l’ECDC, l’Agenzia European Centre for Disease Prevention and Control dell’Ue, alcuni virus come la Chikungunya e quello del Nilo occidentale stanno diventando una “nuova normalità” anche in Europa. Oggi è il Mosquito Day, una giornata mondiale diversa dalle altre a cui siamo abituati: non è una data per celebrare la zanzara come insetto da salvare, ma una ricorrenza per ricordarci come noi abbiamo bisogno di politiche e risposte sanitarie per salvarci dalla zanzara stessa.
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L’insetto più odiato è infatti anche il più pericoloso: se oggi si stanno facendo grandi passi avanti nella lotta alla malaria, con l’ideazione di nuovi vaccini e protocolli nel tentativo di fermare una malattia che ha causato 600mila decessi solo nel 2023 (numeri quasi dimezzati rispetto a vent’anni fa), è l’attuale e futura espansione delle zone in cui alcune specie stanno proliferando – spesso grazie alla complicità della crisi del clima – a fare davvero paura. Pensiamo al virus del Nilo occidentale la cui distribuzione dei casi in Europa “continua a cambiare e, nell’ultimo decennio, l’infezione è stata rilevata in nuove aree ogni anno. Quest’anno, per la prima volta, sono state segnalate infezioni nelle province italiane di Latina e Frosinone e nella contea di S?laj in Romania.
“L’Europa ha registrato il numero più alto di casi di virus del Nilo occidentale degli ultimi tre anni” scrivono dall’ECDC con una previsione di infezioni che “continueranno ad aumentare, raggiungendo probabilmente un picco stagionale in agosto o settembre”.
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Sempre secondo l’Agenzia l’Italia è il Paese europeo più colpito dal virus West Nile con 274 casi confermati dall’inizio della stagione: in pratica oltre l’80% delle 335 infezioni registrate complessivamente in otto Paesi Ue, con 19 decessi in totale. Dopo l’Italia i Paesi più colpiti nell’Ue sono Grecia (35 casi), Serbia (9), Francia (7), Romania (6), Ungheria (2), Bulgaria (1) e Spagna (1).
Se questo virus si sta diffondendo è anche per il cambiamento delle temperature innescato da quella crisi climatica legata alle azioni dell’uomo che, con l’uso dei combustibili fossili, hanno portato nel tempo l’Europa a surriscaldarsi a velocità doppia rispetto alla media del Pianeta. Con temperature più adatte alla sopravvivenza, estati più lunghe e inverni più miti con cambiamenti nelle precipitazioni, la riproduzione di alcune specie di zanzare che un tempo erano protagoniste in altri contesti, come l’Africa, ora avviene anche da noi, portando virus a cui non siamo abituati. Tra questi anche la Chikungunya: nel 2025 sono stati registrati oltre 240.000 casi di malattia da virus Chikungunya e 90 decessi e sempre quest’anno in Europa c’è stato un record di infezioni e si registra a livello europeo “il maggior numero di casi degli ultimi tre anni” con ben 27 focolai in Europa, 111 casi in Francia e 7 in Italia.
I dati sulla Chikungunya sono impressionanti se si osserva la mappa di dove oggi è presente la zanzara che può veicolare il virus: la Aedes albopictus si trova adesso in 16 paesi e 369 regioni europee, rispetto alle sole 114 regioni di un decennio fa. “Questa diffusione, combinata con l’aumento dei viaggi internazionali, rende più probabili le epidemie locali. Per la prima volta, un caso di malattia da virus Chikungunya contratta localmente è stato segnalato nella regione francese dell’Alsazia, un evento eccezionale a questa latitudine, che evidenzia la continua espansione verso nord del rischio di trasmissione” ricordano dall’ECDC. Questa diffusione in Europa secondo gli esperti “sta entrando in una nuova fase, in cui la trasmissione delle malattie trasmesse dalle zanzare diventa la normalità” spiega la direttrice dell’ECDC, Pamela Rendi-Wagner. Tutto ciò richiede “una risposta solida e coordinata per proteggere la salute pubblica in tutta Europa”.
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Serve più sorveglianza, controllo dei vettori, maggiore misure di prevenzione e una particolare attenzione ai più vulnerabili, come bambini e anziani, da proteggere con l’uso di repellenti, indumenti coprenti, zanzariere e, in futuro, per la chikungunya, probabilmente anche immunizzazioni. “Con l’evoluzione del panorama delle malattie trasmesse dalle zanzare (tra cui anche Dengue e malattia da virus Zika, ndr), in futuro un numero sempre maggiore di persone in Europa sarà a rischio. Ciò rende la prevenzione più importante che mai, sia attraverso un’azione coordinata di sanità pubblica che attraverso misure di protezione individuale. È urgente rafforzare e ampliare interventi di controllo delle zanzare efficienti e rispettosi dell’ambiente” chiosa infine la dottoressa Céline Gossner, responsabile della Sezione Malattie trasmesse da alimenti, acqua, vettori e zoonosi dell’ECDC.