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Maggiociondolo, come coltivare “l’albero d’oro”

Conosciuto anche come albero d’oro, falso ebano e avorniello, il maggiociondolo è un albero caducifoglio che si distingue per la sua eleganza e la sua fioritura primaverile profumata. Di medie dimensioni, raggiunge fino ai 7 metri di altezza e presenta grappoli di fiori giallo oro, che ricordano quelli del glicine, abbellendo boschi e giardini, dove viene largamente impiegato a scopo decorativo. Elegante e dalla notevole resistenza, coltivare il maggiociondolo è semplice con le giuste azioni e accortezze, tenendo conto che non necessita di cure complesse.

Il maggiociondolo e l’esposizione

Appartenente alla famiglia delle Fabaceae ha origine in Europa meridionale e centrale, Asia e nord Africa. Sboccia nel periodo tra aprile e maggio con una fioritura abbondante e profumata. Pianta velenosa in tutte le sue parti, il suo nome scientifico è laburnum anagyroides e presenta fiori giallo oro a grappolo pendulo, una chioma abbastanza ampia che tende a essere arrotondata e un tronco dalla corteccia marrone scuro. Albero caducifoglio, ovvero che perde le foglie durante l’inverno, si distingue per il suo aspetto scenografico e la sua forma slanciata, essendo diffuso in giardini, boschetti, parchi e siepi. Per quanto riguarda la coltivazione del maggiociondolo è importante tenere conto che predilige un’esposizione soleggiata. Malgrado la sua fioritura dia il suo massimo quando riceve i raggi solari diretti, l’albero si adatta anche all’ombra parziale. Il maggiociondolo è resistente, sopporta temperature sotto zero, ma non apprezza molto il caldo e la salsedine e va protetto dalle correnti d’aria fredda: il suo clima ideale è temperato, fresco e moderatamente umido. L’albero si adatta a ogni tipo di terreno, preferendo però quelli ben drenati, leggermente acidi, leggeri, sabbiosi e calcarei e tollerando meno quelli pesanti e umidi.

Come coltivare il maggiociondolo

Il laburnum anagyroides può essere piantato in primavera oppure in autunno. Se si coltiva in giardino è necessario individuare un punto dove riceva luce solare diretta, considerando anche come l’albero crescendo possa raggiungere i 7 metri di altezza. Si procede posizionando i semi a una profondità di 2-3 centimetri, lasciando tra ciascuno una distanza di circa 30 centimetri e, fintantoché non germogliano, è necessario mantenere il substrato umido. Il maggiociondolo può essere coltivato anche in vaso. In questa operazione è fondamentale scegliere un recipiente che sia abbastanza capiente, per consentire lo sviluppo ottimale delle radici, e dotato di fori di drenaggio, con cui scongiurare eventuali ristagni di acqua. Per aumentare il drenaggio si può mescolare il terriccio con della sabbia, per poi interrare i semi a una profondità di 2-3 centimetri e posizionare il vaso in un luogo soleggiato. Qualora si debba trapiantare in giardino la pianta già radicata in vaso bisogna creare una buca che sia il doppio del contenitore, aggiungendo nel terreno del compost per arricchirlo e migliorare il drenaggio. È importante verificare che il buco realizzato sia abbastanza profondo da accogliere le sue radici senza schiacciarle troppo, facendo sì che si possano espandere.

Maggiociondolo e la sua cura: gli interventi cruciali

Estremamente resistente, il maggiociondolo richiede cure semplici per crescere in modo rigoglioso. Nel momento in cui viene messo a dimora è fondamentale annaffiarlo costantemente (evitando però i ristagni idrici), fintanto che non si radica, per poi ridurre le irrigazioni. Se coltivato in giardino, si accontenta dell’acqua delle precipitazioni quando il clima è temperato, dovendo invece aumentare le annaffiature durante i mesi estivi, bagnandolo ogni 10 giorni. Dopo i primi anni di vita, una volta radicato l’albero resiste alla siccità ma nonostante questo, in caso di climi torridi, le irrigazioni vanno potenziate. Qualora sia coltivato in vaso è importante avere maggiori accortezze, tenendo conto di come il substrato tenda a seccarsi prima rispetto che in piena terra, irrigando il maggiociondolo in modo regolare, facendo sì che il terreno non sia mai asciutto, ma allo stesso tempo non risulti zuppo. La pianta viene minata dai ristagni di acqua, che portano al marciume radicale. Nella cura dell’albero, per assicurarsi una sua fioritura ottimale, è possibile ricorrere a del concime organico durante la primavera. Per quanto riguarda la potatura, non sono necessari grandi interventi, visto che sviluppa di suo una chioma densa e, inoltre, non tollera molto i tagli dei rami: infatti, la cicatrizzazione del punto di taglio è faticosa e rende il legno più incline al marciume. Le operazioni di potatura devono quindi essere eseguite in modo moderato, in seguito alla fioritura, eliminando i rami danneggiati e secchi oppure intervenendo su quelli troppo lunghi accorciandoli.

Manutenzione del maggiociondolo: le problematiche più diffuse

Nonostante il maggiociondolo sia molto resistente, è comunque soggetto a diverse problematiche. Tra le più comuni rientrano gli attacchi di afidi e piccoli insetti, che si nutrono della sua linfa, dovendo intervenire tempestivamente con rimedi naturali o con pesticidi specifici per contrastare le infestazioni. Altra criticità diffusa è la clorosi, malattia che porta le sue foglie a ingiallirsi, causata da una carenza di ferro nel terreno: per risolvere questo problema è necessario ricorrere ai chelati di ferro. L’albero può essere colpito anche dal virus del mosaico, responsabile di macchie clorotiche sulle foglie e bande giallastre sulle venature, e da malattie fungine, come il marciume radicale e l’oidio, che comporta una patina bianca sulle sue foglie.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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