Le ondate di calore non hanno solo un effetto negativo e diretto su essere umani, viventi ed ambiente. La ricerca internazionale, infatti, sta evidenziando anche un grave impatto a lungo termine: l’invecchiamento della popolazione. Se il progresso di medicina e scienza stanno allungando la longevità umana, come un boomerang, gli effetti del cambiamento climatico – provocati dall’uomo stesso – ne stanno accelerando l’invecchiamento. Da uno studio recente emerge che le ondate di calore possono accelerare il processo a livello biologico, perché un’esposizione prolungata a temperature estreme provoca un invecchiamento cellulare più rapido.
In uno studio dell’università di Hong Kong pubblicato su Nature Climate Change e condotto tra il 2008 e 2022, sono stati presi in esami i dati di quasi 25mila adulti di Taiwan esposti ad alte temperature, in cui i ricercatori hanno misurato l’età biologica dei partecipanti – (età che spesso differisce da quella anagrafica – basandosi su esami clinici chiave, tra cui la funzionalità epatica, renale e polmonare, la pressione sanguigna e i livelli di infiammazione. Secondo la tabella di calore dell’ente americano, National Weather Service, tra 27 e 32° C, il livello di caldo classificato come di attenzione, che diventa “estrema cautela” tra 32 e 39 °C. Infine si raggiunge il livello “pericolo” tra 39 e 51 °C. Prendendo come esempio l’Italia, nel periodo estivo ci riguardano tutti e tre i livelli: dall’attenzione al pericolo. Ma tornando alla ricerca di Hong Kong. I risultati dello studio hanno mostrato un’evidenza: per ogni aumento di 1,3°C nell’esposizione media a temperature elevate, si registrava un’accelerazione dell’orologio biologico. Un invecchiamento di circa 0,023-0,031 anni: circa 9 giorni all’anno. Sembrano dati di poco conto, in effetti un incremento minimo, ma se parametrati su scala globale di tutto il pianeta con temperature estreme e a lungo termine può avere implicazioni importanti per la vita futura di noi umani.
Lo studio
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25 Agosto 2025
In particolare, le persone che eseguono lavori manuali, anche all’aperto, i residenti in aree rurali e i partecipanti provenienti da comunità più povere, con difficile accesso a condizionatori d’aria condizionata erano ancora più suscettibili agli impatti sulla salute. Quel che accade durante le ondate di calore, è una forma di stress continuo sul corpo, che innesca meccanismi nocivi per le cellule. Si ipotizza un’accelerazione dell’invecchiamento biologico tale, da poterlo paragonare con gli effetti del fumo o del consumo abituale di alcol. Nello studio su Nature, per fare un esempio, sono bastati quattro giorni di temperature molto elevate nell’arco di due anni hanno accelerato l’invecchiamento corporeo di nove giorni. Come dicevamo, se proiettassimo gli effetti su periodi temporali di anni, l’impatto negativo crescerebbe con effetti difficilmente misurabili. Effetti che saranno oggetto di ulteriori studi di approfondimento, ma intanto la campanella d’allarme biologica sta già suonando.
L’accelerazione dell’invecchiamento biologico è un fenomeno che va oltre il semplice disagio fisico. Le ondate di calore mettono in moto una serie di processi biologici che agiscono a livello molecolare, affaticando il nostro organismo in modi che non percepiamo immediatamente. Le alte temperature non si limitano a surriscaldare il corpo, ma possono agire come un vero e proprio fattore di stress per le nostre cellule, compromettere la stabilità del nostro codice genetico, creando alterazioni e danni al DNA. È come se il nostro manuale di istruzioni biologico iniziasse a perdere pezzi. Il calore estremo aumenta la produzione di radicali liberi – un processo scientificamente riconosciuto come uno dei principali responsabili dell’invecchiamento – e causa infiammazione cronica quando il corpo è costretto a lottare contro il calore intenso per lunghi periodi, spesso definita come “infiammazione silenziosa”. A differenza di una normale infiammazione questa non provoca dolore acuto, ma affatica costantemente gli organi e i tessuti. Sebbene la ricerca sia ancora in una fase iniziale, i dati suggeriscono che il riscaldamento globale e la crescente frequenza di ondate di calore potrebbero portare a una popolazione più vulnerabile a patologie croniche e degenerative. Ma soprattutto se fino ad oggi si pensava, che i rischi fossero solo acuti e a breve termine, come la disidratazione o il colpo di calore, oggi la scienza dimostra che il danno può essere profondo, influenzando la salute fin dall’infanzia.