Prima c’è stata la tempesta Vaia, che in pochi instanti il 29 ottobre 2018 ha distrutto 42.500 ettari di foreste, poi è arrivata la siccità che ha fatto sviluppare il bostrico, un coleottero che ha attaccato gli abeti rossi (la specie più importante delle foreste dolomitiche), anche quelli sani. Quei 9 milioni di metri cubi di legname pregiato che rischiavano di venire abbandonati, qui in Trentino sono stati trasformati e utilizzati per la ristrutturazione di alcuni impianti in vista delle Olimpiadi (6-22 febbraio) e Paralimpiadi (6-15 marzo). Il legno sarebbe potuto arrivare dall’Austria o dalla Germania, invece per lo Stadio del Fondo a Tesero e del Salto a Predazzo in Val di Fiemme, Host Venue per le discipline nordiche (Sci di Fondo, Combinata Nordica, Salto Speciale) si è deciso di puntare sulle foreste trentine distrutte. Una filiera corta e sostenibile.
La rinascita
Per donargli una nuova vita, ossia per riuscire a trasformarli in pannelli edili sono state utilizzate tecniche costruttive speciali tenendo conto di un basso impatto ambientale. Così, ad esempio nella ristrutturazione dello Stadio del Fondo sono stati usati pannelli chiamati Xlam Dolomiti, ossia tavole di legno massiccio a strati incrociati con legno proveniente dai boschi abbattuti oppure martoriati dal bostrico. Pannelli che hanno ricevuto la certificazione da parte dell’associazione che gestisce la Valutazione degli schemi di certificazione forestale (Pefc) lavorato direttamente in una delle segherie della Val di Fiemme. Oltre allo Stadio del Fondo, sempre all’interno dei Giochi Invernali 2026, sono stati realizzati due villaggi Olimpici, uno a Milano, che poi diventerà uno studentato, realizzato con pannelli in Xlam Dolomiti e uno a Predazzo, che poi si trasformerà in centro di formazione per la Guardia di Finanza.
Biodiversità
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Vaia, da tempesta a risorsa
La tempesta Vaia coinvolse 494 comuni di quattro regioni italiane (Lombardia, Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli Venezia Giulia). Raccolto circa l’80% del legname proveniente dagli alberi abbattuti; in Trentino è stato venduto oltre il 60% del legname (esboscato per l’80%); in Veneto oltre il 60% (esboscato per il 50%) e in Friuli Venezia Giulia più della metà del legname abbattuto è stato esboscato e venduto. Tanti i progetti virtuosi che hanno puntato a sostenere le zone colpite e a recuperare il legname a terra, come il più grande edificio in legno d’Italia che si trova a Rovereto, destinato al social housing e costruito al 100% con il legno degli alberi caduti.
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