Finalmente abbiamo il colpevole di un’epidemia che da un decennio sta uccidendo intere popolazioni di stelle marine lungo la costa occidentale del Nord America. Si tratta di un ceppo del batterio vibrio pectenicida che causa la cosiddetta Sea Star Wasting Disease (Sswd), malattia da deperimento delle stelle marine, considerata la più grande epidemia marina mai documentata in natura, tanto che fino ad oggi ha ucciso miliardi di stelle marine di oltre 20 specie diverse dall’Alaska al Messico. A riferirlo è stato un nuovo studio pubblicato sulla rivista Nature Ecology and Evolution da un team di ricerca internazionale, guidato dell’Hakai Institute, dell’Università della British Columbia e dell’Università di Washington, secondo cui comprendere la causa della malattia sarà essenziale per mettere a punto strategie per il recupero delle stelle marine e degli ecosistemi colpiti dal loro declino.
La misteriosa malattia che trasforma le stelle marine in poltiglia
06 Marzo 2023
Il killer delle stelle
Vibrio è un genere di batteri già ben conosciuti: vibrio cholerae, per esempio, è il patogeno che causa il colera negli esseri umani. Nel caso delle stelle marine, l’infezione con il ceppo FHCF-3 di vibrio pectenicida innesca una grave malattia che inizia con lesioni esterne e, in circa due settimane, arriva a uccidere le stelle marine “fondendone” i tessuti. Oltre il 90% delle stelle marine girasole (Pycnopodia helianthoides), che possono arrivare a sviluppare 24 braccia, è stato sterminato dalla malattia Sswd in appena un decennio ed oggi questa specie fa parte della Red List delle specie in via d’estinzione dell’Unione mondiale per la conservazione della natura (Iucn).
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Le foreste di alghe
L’enorme perdita delle stelle marine ha avuto effetti drammatici sugli ecosistemi marini. “Quando perdiamo miliardi di stelle marine, le dinamiche ecologiche cambiano radicalmente”, ha commentato Melanie Prentice, prima autrice dello studio. “In assenza di stelle marine girasole, le popolazioni di ricci di mare aumentano, il che significa la perdita delle foreste di alghe marine, con ampie implicazioni per tutte le altre specie marine e per gli esseri umani che dipendono da esse”. Le foreste di alghe, infatti, sono cruciali perché forniscono l’habitat a migliaia di organismi, contribuiscono alle economie locali attraverso la pesca e il turismo e immagazzinano l’anidride carbonica. “Capire cosa ha portato alla scomparsa della stella marina girasole è un passo fondamentale per il recupero di questa specie e di tutti i benefici che gli ecosistemi delle foreste di alghe offrono”, ha aggiunto Jono Wilson, tra gli autori dello studio.
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La ricerca
Dopo ben 4 anni di ricerche e analisi per trovare il patogeno responsabile, il team di ricercatori ha scoperto livelli elevati di vibro pectenicida nel fluido celomatico, ossia il corrispettivo del nostro sangue, nelle stelle marine, riuscendo finalmente a identificarlo come agente causale della malattia. “Quando abbiamo esaminato il fluido celomatico tra stelle marine malate e sane, c’era fondamentalmente una cosa diversa: Vibrio”, ha commentato la co-autrice Alyssa Gehman. “Avevamo tutti i brividi. Pensavamo: è questo che causa la malattia”. Per confermare che il ceppo FHCF-3 di vibro pectenicida fosse la causa della Sswd, i ricercatori hanno creato colture di vibro pectenicida dal fluido celomatico di stelle marine malate e lo hanno poi iniettato in stelle marine sane, dimostrandone la patogenicità. Sebbene servano ulteriori ricerche per poterlo confermare, i ricercatori ipotizzano che tra i fattori scatenanti della malattia ci sarebbe l’aumento delle temperature oceaniche, dato che altri ceppi di Vibrio proliferano in acque calde. “Questa scoperta apre nuove interessanti prospettive in grado di sviluppare soluzioni per il recupero della specie“, ha concluso Wilson. “Stiamo conducendo studi che esaminano le associazioni genetiche con la resistenza alle malattie, l’allevamento in cattività degli animali e la riproduzione sperimentale per comprendere le strategie e i luoghi più efficaci per reintrodurre le stelle marine girasole in natura.”