Da qualche tempo a questa parte, la comunità scientifica sembra essere più o meno concorde sul fatto che la “salute” dello strato di ozono presente nella stratosfera stia piano piano migliorando. E questo è certamente un bene, dato che lo strato di ozono protegge la vita sulla Terra dalle radiazioni ultraviolette emesse dal Sole. Le cose, però, si complicano se teniamo conto del fatto che l’ozono è anche un gas serra. A questo proposito, i risultati di uno studio pubblicato su Atmospheric Chemistry and Physics suggeriscono che la “guarigione” dello strato di ozono potrebbe contribuire al riscaldamento globale di un 40% in più circa rispetto a quanto preventivato in passato.
Nel dettaglio, autori e autrici dello studio hanno simulato attraverso modelli computazionali il modo in cui l’atmosfera cambierà entro il 2050, e gli effetti che questi cambiamenti avranno sulla quantità di calore intrappolato vicino alla superficie terrestre. I parametri utilizzati sono pensati per simulare uno scenario caratterizzato da una scarsa implementazione delle misure contro l’inquinamento atmosferico, ma, allo stesso tempo, dalla graduale eliminazione dei Cfc e degli Hcfc. Quesi ultimi sono gas che danneggiano lo strato di ozono e sono, tra l’altro, a loro volta dei gas serra. Sono stati messi al bando con il Protocollo di Montreal, entrato in vigore nel 1989 e ratificato da 197 Paesi inclusa l’Italia. Da quel momento, l’emissione di sostanze lesive per l’ozono è stata fortemente limitata.
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28 Maggio 2014
“I paesi stanno facendo la cosa giusta continuando a vietare le sostanze chimiche chiamate Cfc e Hcfc che danneggiano lo strato di ozono sopra la Terra. Tuttavia, sebbene ciò contribuisca a riparare lo strato di ozono protettivo, abbiamo scoperto che questo recupero dell’ozono riscalderà il pianeta più di quanto pensassimo inizialmente”, spiega Bill Collins, primo autore dello studio e docente presso il dipartimento di meteorologia dell’Università di Reading (Regno Unito).
Secondo quanto emerso dalle simulazioni, una parte di questo contributo al riscaldamento globale sarebbe legata proprio al ripristino dello strato di ozono nella stratosfera, e una parte all’accumulo di precursori dell’ozono (dovuto alle attività antropiche, come la circolazione dei veicoli e l’attività delle fabbriche) nella parte di atmosfera più vicina alla superficie terrestre.
Lo studio
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28 Novembre 2023
Proteggere lo strato di ozono rimane comunque fondamentale per la salute umana e anche per salvaguardare animali e piante. L’esposizione ad alti livelli di radiazioni ultraviolette, quelle che lo strato di ozono scherma in parte, aumenta per esempio il rischio di insorgenza di tumori maligni della pelle. Analogamente, uno studio pubblicato nel 2024 su Global Change Biology metteva in guardia dal pericolo che possono correre per esempio le specie animali che vivono in Antartide se esposte ad alti livelli di radiazioni. Allo stesso tempo, la nuova ricerca suggerisce che le politiche climatiche debbano essere aggiornate per tenere conto del maggiore effetto di riscaldamento dovuto al graduale risanamento dello strato di ozono.