Sanihelp.it – Neppure un utilizzo prolungato del telefono cellulare, anche per oltre 10 anni, dimostra un legame con l’insorgenza di tumori al cervello. Lo dice uno studio condotto nel Regno Unito e pubblicato sul Journal of the National Cancer Institute.
Secondo una degli scienziati che hanno portato avanti la ricerca «questi risultati corroborano le evidenze crescenti secondo le quali l’uso del cellulare, nelle condizioni usuali, non aumenta il rischio di tumore al cervello».
Lo studio ha però arruolato soltanto donne in età avanzata, cosa che costituisce un limite se si pensa che di solito gli anziani utilizzano il telefono molto meno rispetto ai giovani, uomini e donne.
776.000 donne, di età compresa tra i 50 e i 65 anni, sono state invitate nel 2001 a compilare un questionario che poneva domande sull’impiego del cellulare. Dieci anni dopo, a circa la metà di queste donne sono state poste le stesse domande, e le risposte hanno rivelato che con l’aumentare dell’età diminuisce l’utilizzo del cellulare. Durante questi anni le donne sono state seguite anche dal punto di vista sanitario, con particolare riguardo a eventuali tumori cerebrali, come glioma, meningioma, neurinoma acustico, tumori ipofisari e oculari. Lo 0,42% di queste donne nel corso degli anni ha sviluppato uno di questi tumori, senza però che venisse individuato un nesso tra l’insorgenza di questi tumori e l’uso del cellulare. A conferma di questo, l’insorgenza di tumori si è rivelata simile nella parte destra e sinistra della testa mentre, se fosse coinvolto l’uso del telefono, avrebbe riguardato il lato destro molto più che il lato sinistro.
C’è però anche chi è scettico, e obietta che lo studio si è basato sui dati di diversi anni fa, mentre oggi l’utilizzo del cellulare è molto maggiore. Inoltre, altri studi evidenziano invece una correlazione tra i due eventi.
Allora, dove sta la verità? Come ci dobbiamo regolare? Come sempre, la cosa giusta da fare è non esagerare, quando possibile usare gli auricolari e scoraggiare l’uso del cellulare nei bambini.