consigliato per te

  • in

    Sali di Schüssler, cosa sono e come utilizzarli

    Rimedi alternativi

    di Stefania D’AmmiccoPubblicato il: 27-04-2021

    Queste sostanze, usate nell’omeopatia, si possono impiegare per trattare disturbi davvero molto variegati

    © iStock

    Contenuti correlati

    Sanihelp.it – Delle preparazioni omeopatiche che possono aiutare per diversi disturbi.
    Si tratta dei sali di Schüssler, prodotti naturali che derivano da sali diluiti a livello omeopatico.
    Questi sali prendono il nome dal loro inventore, il medico omeopata tedesco Wilhelm Heinrich Schüssler. In particolare, Schüssler sosteneva come i sali fossero in grado di ripristinare le normali funzioni cellulari che si fossero alterate a causa della presenza di diverse patologie.
    I sali di Schüssler sono dodici, e ad ognuno di essi viene attribuita una particolare funzione.
    Vediamo, quindi, i diversi sali e le loro applicazioni.
    Numero 1: Calcium fluoratum
    Questo è il floruro di calcio, contenuto in modo particolare nei denti. Secondo le teorie omeopatiche, può essere utilizzato per i disturbi che determinano una perdita di elasticità nei tessuti, come le varici, le smagliature e le rughe.
    Numero 2: Calcium phosphoricum
    Questo è il fosfato acido di calcio, e viene utilizzato in tutti i casi nei quali ci sia necessità di sostegno strutturale, come per le fratture ma anche problemi a livello della colonna vertebrale.
    Numero 3: Ferrum phosphoricum
    Questo sale è il fosfato di ferro. È un rimedio utilizzato per tutta una serie di infiammazioni allo stadio iniziale, come le ferite e le scottature.
    Numero 4: Kalium chloratum
    Questo è il cloruro di potassio, presente nel sangue e anche nella frutta e nella verdura. Molto utilizzato per contrastare le infiammazioni delle mucose.
    Numero 5: Kalium phosphoricum
    Il fosfato di potassio si utilizza per contrastare la debolezza, la spossatezza e anche tutti gli stati di esaurimento sia fisico sia mentale.
    Numero 6: Kalium sulfuricum
    Questo è il solfato di potassio e viene utilizzato soprattutto per curare le infiammazioni croniche, ma anche per ferite che portino una particolare difficoltà per la lunga guarigione.
    Numero 7: Magnesium phosphoricum
    Questo sale è il fosfato di magnesio. Vista la sua derivazione, si usa soprattutto per contrastare gli spasmi muscolari e i crampi, oltre che per trattare le coliche, l’insonnia e l’agitazione.
    Numero 8: Natrium chloratum
    Questo è il cloruro di sodio, quindi il classico sale da cucina. Viene utilizzato soprattutto per la ritenzione idrica ma anche nel caso di grandi perdite di liquidi.
    Numero 9: Natrium phosphoricum
    Questo è il fosfato di sodio, usato soprattutto nel caso in cui ci siano forme di iperacidità gastrica e, in generale, disturbi digestivi.
    Numero 10: Natrium sulfuricum
    Questo sale è il solfato di sodio, molto utilizzato soprattutto per favorire i normali processi di depurazione del nostro organismo.
    Numero 11: Silicea
    Questo sale è l’acido silicico. Viene utilizzato soprattutto per mantenere l’elasticità e la forza di pelle, capelli e unghie.
    Numero 12: Calcium sulfuricum
    Questo rimedio, infine, è il solfato di calcio. Molto utilizzato come antinfiammatorio e anche come rimedio contro l’acne e i brufoli in generale.

    FONTE – CONFLITTO DI INTERESSI:Healthline© 2021 sanihelp.it. All rights reserved. LEGGI TUTTO

  • in

    Tumori: al via la campagna Mielo-spieghi

    Tumori: prevenzione e terapie

    di Elisa BrambillaPubblicato il: 20-04-2021

    I tumori del sangue sono già difficili da diagnosticare, da quando è arrivato il virus le cose sono peggiorate

    Contenuti correlati

    Sanihelp.it – La pandemia ha creato serie difficoltà nella diagnosi di altre patologie, tra le quali quelle onco-ematologiche. Si è registrato infatti un notevole calo delle nuove diagnosi, che già di per sé sono difficili e a volte avvengono casualmente.
    «I sintomi di queste neoplasie sono spesso aspecifici, come prurito, cefalea, debolezza e affaticamento e sono difficilmente riconosciuti come possibili campanelli di allarme di una malattia ematologica. Questo porta a intervenire per trattare i sintomi, ritardando la diagnosi e l’inizio di un trattamento mirato per la neoplasia mieloproliferativa sottostante, che progredisce senza essere stata valutata nel modo corretto – spiega Francesco Passamonti, Ordinario di Ematologia all’Università dell’Insubria di Varese e Direttore Ematologia ASST Sette Laghi di Varese – i ritardi diagnostici espongono i pazienti ai rischi legati alla progressione non controllata della malattia, come ad esempio al ripetersi di frequenti episodi trombotici. Intervenire subito con un emocromo e la ricerca della mutazione del gene JAK2, che è la causa genetica più frequente alla base di queste neoplasie, consentirebbe di arrivare rapidamente a una diagnosi e alla messa in atto di trattamenti mirati con terapie target e vantaggi per i pazienti».
    Anche di questo si è parlato in occasione dell’incontro di presentazione della campagna di informazione Mielo-Spieghi, promossa da Novartis in collaborazione con Aipamm (Associazione Italiana Pazienti con Malattie Mieloproliferative), con il patrocinio di Ail (Associazione Italiana contro Leucemie, Linfomi e Mieloma) e del Mpn Advocates Network. L’obiettivo è il ruolo attivo dei pazienti, che possono confrontarsi e condividere, per richiamare l’attenzione sui sintomi e migliorare la gestione della malattia.
    La campagna mette a disposizione una pagina Facebook, aperta nel 2019, un sito web, www.alleatiperlasalute.it/mielo-spieghi/, oltre a materiale informativo e incontri virtuali con esperti.

    FONTE – CONFLITTO DI INTERESSI:Pharmastar© 2021 sanihelp.it. All rights reserved.

    VOTA:

    3.5 stars / 5 LEGGI TUTTO

  • in

    Antinfiammatori naturali, quali sono e come usarli

    Cure alternative

    di Stefania D’AmmiccoPubblicato il: 20-04-2021

    Come aiutare il corpo a ridurre il dolore e l’infiammazione limitando al massimo gli effetti collaterali

    © iStock

    Contenuti correlati

    Sanihelp.it – L’infiammazione può riguardare diverse parti del corpo: dagli organi fino ai muscoli.
    Curare le infiammazioni diventa necessario soprattutto perché queste possono provocare dolore e possono, soprattutto, peggiorare nel corso del tempo.
    Tuttavia, i molti farmaci antinfiammatori presenti in commercio, seppur efficaci, possono avere numerosi effetti collaterali, soprattutto a livello dell’apparato digerente.
    Per questo motivo ci si può aiutare, sempre sotto controllo medico, con gli antinfiammatori naturali, estratti di erbe e altri vegetali che vadano a ridurre l’infiammazione limitando al massimo gli effetti collaterali.
    Ecco alcuni dei più efficaci antinfiammatori naturali da poter usare:
    L’artiglio del diavolo
    Questa pianta è molto utilizzata per ridurre le infiammazioni che si sviluppino a carico dei muscoli e delle articolazioni, come accade per le contusioni, la sciatica, gli stiramenti e le tendiniti.
    Si potrà utilizzare l’artiglio del diavolo sia esternamente sia internamente. In questo secondo caso bisognerà evitare la somministrazione interna qualora si assumano anticoagulanti, si abbia il diabete oppure si abbiano patologie a carico dell’apparato digerente.
    Il gambo e la polpa d’ananas
    L’ananas ha proprietà antinfiammatorie, che si ritrovano in diverse parti della sua pianta, dalla polpa fino al gambo, grazie all’alto contenuto in bromelina.
    L’impiego dell’ananas sotto questo punto di vista avviene soprattutto esternamente, con l’applicazione su ematomi, cellulite e traumi muscolari.
    Tuttavia, esistono anche estratti del gambo d’ananas usati per lo stesso scopo.
    La Spirea
    Questa pianta ha una spiccata funzione analgesica e antipiretica. Per questo si potrà assumere nel caso in cui si abbia febbre ma anche nei casi di dolore, soprattutto quelli causati dall’artrite, dall’artrosi e anche il mal di denti.
    Il decotto di spirea si potrà bere diverse volte al giorno, ma sempre sotto controllo medico. Bisognerà evitare la sua assunzione nel caso in cui si assumano altri antinfiammatori e nel caso in cui ci si stia sottoponendo ad una terapia anticoagulante.
    La malva
    Questa pianta è ottima per togliere le infiammazioni soprattutto a livello interno, dallo stomaco, all’intestino, fino alla vescica.
    Si potrà bere la tisana a base di fiori di malva anche diverse volte al giorno, in quanto questa è in genere ben tollerata e con pochissime controindicazioni.

    FONTE – CONFLITTO DI INTERESSI:Healthline© 2021 sanihelp.it. All rights reserved.

    VOTA:

    3.5 stars / 5 LEGGI TUTTO

  • in

    Olio essenziale di maggiorana, per stomaco e cuore

    Rimedi alternativi

    di Stefania D’AmmiccoPubblicato il: 13-04-2021

    Come utilizzare sia l’olio sia l’erba per tantissime problematiche, dall’acidità fino alla pressione sanguigna troppo alta

    © iStock

    Contenuti correlati

    Sanihelp.it – Un ingrediente della cucina che dà origine anche ad un olio essenziale dalle grandi proprietà.
    Si tratta della maggiorana e del suo corrispondente olio essenziale.
    L’olio di maggiorana può essere utilizzato esternamente ed internamente e qui sarà possibile vedere i suoi tanti usi e anche le problematiche per le quali lo si potrà impiegare.
    I benefici dell’olio essenziale di maggiorana
    I benefici dati dall’utilizzo di questo olio essenziale sono molteplici.
    Si inizia dall’apparato digerente, che può giovare dell’olio essenziale soprattutto per le sue proprietà gastroprotettive e antinfiammatorie.
    L’olio è ottimo per contrastare l’acidità, ma anche per stimolare naturalmente la peristalsi intestinale, riducendo la flatulenza.
    Si potrà anche aggiungere la stessa erba ai propri piatti per regolare la digestione in modo del tutto naturale.
    L’olio essenziale di maggiorana viene, poi, utilizzato tradizionalmente anche per riequilibrare gli ormoni, soprattutto nelle donne.
    È ottimo per tutte le donne che soffrano di sindrome premestruale, e anche per coloro che abbiano l’ovaio policistico, soprattutto se in amenorrea da diverso tempo.
    Grazie alle sue proprietà di regolazione degli zuccheri nel sangue è ottimo anche per chi abbia problemi come il diabete e, in generale, sbalzi legati all’insulina.
    Questi effetti, sia sugli ormoni sia sull’insulina, si possono avere anche con una tisana o un decotto a base di maggiorana, come ha dimostrato uno studio del 2016 pubblicato sul Journal of Human Nutrition and Dietetics.
    La maggiorana, e il suo olio essenziale, aiutano molto anche coloro che siano a rischio di ipertensione arteriosa e problemi cardiaci.
    È ricco di antiossidanti e consente di aiutare molto tutto il corpo. Inoltre, essendo un vasodilatatore arriva ad aiutare ancora di più i vasi sanguigni.
    Addirittura, il fatto di inalare solo l’olio di maggiorana consentirebbe di ridurre la risposta del sistema nervoso simpatico, che è quello legato allo stress.
    Infine, l’olio si può usare esternamente anche per ridurre il dolore legato a problemi muscolari o articolari.
    Lo si potrà massaggiare sulla parte per ridurre la sintomatologia dolorosa, ma lo si dovrà diluire per evitare gli effetti urticanti che si potrebbero avere a livello della pelle.
    L’olio non è consigliato, invece, a chi abbia problemi di bradicardia, pressione molto bassa, alle donne in gravidanza e nell’allattamento. In ogni caso, dovrà essere menzionato al proprio medico, soprattutto nel caso in cui si assumano già delle medicine.  

    FONTE – CONFLITTO DI INTERESSI:Dr Josh Axe© 2021 sanihelp.it. All rights reserved.

    VOTA:

    3.5 stars / 5 LEGGI TUTTO

  • in

    Tumori, nuovo studio sul melanoma

    Tumori: prevenzione e terapie

    di Elisa BrambillaPubblicato il: 13-04-2021

    La combinazione di due farmaci contro il tumore della pelle

    © iStock

    Contenuti correlati

    Sanihelp.it – Il melanoma è un tumore della pelle che origina dalla trasformazione maligna dei melanociti, le cellule della pelle che producono la melatonina, la sostanza responsabile dell’abbronzatura della pelle. Fino a qualche anno fa il melanoma era considerato un tumore piuttosto raro, ma la sua incidenza è ultimamente molto aumentata.
    Il primo segnale della presenza del tumore è la comparsa di un nuovo neo sulla pelle o il cambiamento di un neo già esistente. Il neo diventa asimmetrico (le due metà sono diverse), il colore non è uniforme, il contorno è irregolare e cambiano anche le dimensioni.
    Uno studio recente ha analizzato una combinazione in dose fissa di due molecole, relatlimab e nivolumab, due anticorpi monoclonali, rispetto alla terapia con il solo nivolumab, in pazienti con melanoma metastatico o che non è stato rimosso chirurgicamente e non trattato precedentemente.
    La ricerca ha raggiunto l’obiettivo primario di sopravvivenza libera da progressione, mentre il follow up per l’obiettivo secondario, la sopravvivenza globale, è ancora in corso.
    Il meccanismo di questi farmaci è quello di potenziare l’azione antitumorale del sistema immunitario dell’organismo.
    «Gli inibitori di checkpoint immunitari in monoterapia o in combinazione hanno trasformato il trattamento e migliorato i tassi di sopravvivenza dei pazienti con melanoma metastatico o non resecabile. Tuttavia, rimane un considerevole numero di pazienti che potrebbero beneficiare di una nuova terapia di combinazione che influenza vie cellulari potenzialmente complementari per migliorare l’attività anti-tumorale», ha spiegato Jonathan Cheng, senior vice president e head of oncology development di Bristol Myers Squibb.

    FONTE – CONFLITTO DI INTERESSI:Ansa Salute© 2021 sanihelp.it. All rights reserved.

    VOTA:

    3.5 stars / 5 LEGGI TUTTO

  • in

    Rosanna Banfi testimonial per la salute delle ossa

    Prevenzione oncologica

    di Valeria GhittiPubblicato il: 13-04-2021

    L’attrice supporta la campagna per la prevenzione delle complicanze scheletriche correlate alle metastasi ossee nei pazienti oncologici.

    © rete

    Contenuti correlati

    Sanihelp.it – Lo scheletro rappresenta una delle sedi più comuni di metastasi tumorali: circa 7 donne su 10 con tumore metastatico al seno e oltre 8 uomini su 10 con tumore metastatico alla prostata sviluppano metastasi ossee. In conseguenze delle stesse, inoltre, una persona su 3 può sviluppare complicanze scheletriche: il 40% dei pazienti, senza una terapia specifica per le ossa, va incontro a complicanze scheletriche, come per esempio le fratture, entro un anno dalla diagnosi di metastasi ossee.
    Iniziare da subito a prendersi cura delle proprie ossa è fondamentale per far sì che esse possano continuare a sostenerci anche in futuro. Grazie ai trattamenti oggi disponibili è, infatti, possibile controllare il dolore associato alla malattia metastatica, prevenire le complicanze scheletriche e mantenere una buona qualità di vita. Ma la consapebolezza del rischio di complicanze scheletriche è ancora piuttosto scarsa ed è proprio per sensibilizzare su questi temi che nasce la campagna #TELOCHIEDONOLEOSSA, realizzata con il patrocinio di ROPI (Rete Oncologia Pazienti Italia) e il supporto non condizionante di Amgen Italia.
    Testimonial della campagna è Rosanna Banfi. L’attrice, che ha vissuto direttamente l’esperienza del tumore, superandola, è da anni impegnata nel diffondere e promuovere una cultura della prevenzione oncologica, chiave di volta nella lotta alle neoplasie: «È fondamentale mantenere sempre alto il livello di attenzione sulla prevenzione, e vincere quel timore di scoprirsi malati che spesso tiene le persone lontane da controlli che potrebbero salvarle. Allo stesso modo, quando si è affetti dalla malattia e si è impegnati nel contrastarla, è molto importante e autenticamente terapeutico condividere la propria esperienza. Si aiuta se stessi e gli altri».
    I contenuti informativi di Te lo chiedono le ossa, realizzati da Fondazione AIOM e basati su storie reali di pazienti oncologici, sono pensati nell’ottica di un approccio proattivo alla prevenzione e alla gestione di eventuali complicazioni scheletriche correlate. Così, attraverso le testimonianze fruibili presso il sito dedicato www.telochiedonoleossa.it, nonché su un canale Facebook dedicato e sul canale Facebook di Fondazione AIOM, si punta a sensibilizzare gli utenti per portarli ad approfondire la tematica. Materiali formativi verranno distribuiti anche all’interno dei centri ospedalieri, per intercettare i pazienti nelle diverse fasi del loro percorso di cura.

    FONTE – CONFLITTO DI INTERESSI:comunicato stampa© 2021 sanihelp.it. All rights reserved.

    VOTA:

    3.5 stars / 5 LEGGI TUTTO

  • in

    Tumori: due molecole per il rene

    Tumori: prevenzione e terapie

    di Elisa BrambillaPubblicato il: 06-04-2021

    L’associazione di cabozantinib con nivolumab è stata approvata dalla Commissione Europea per il carcinoma a cellule renali

    © iStock

    Contenuti correlati

    Sanihelp.it – Nel mondo si registrano ogni anno più di 400.000 nuove diagnosi di tumori del rene, il più comune dei quali è il carcinoma a cellule renali, che rappresenta circa il 90% dei casi. I pazienti di sesso maschile sono più colpiti.
    Se la diagnosi è precoce, il tasso di sopravvivenza è elevato, ma se viene diagnosticato in fase avanzata questo tasso è invece molto più basso.
    La Commissione Europea, basandosi sui dati di uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine, ha approvato cabozantinib in associazione con nivolumab per il trattamento di prima linea del carcinoma a cellule renali avanzato. L’annuncio è stato dato dalle aziende farmaceutiche Ipsen e Bristol Myers Squibb.
    Il beneficio riscontrato riguarda sia la sopravvivenza che i tassi di risposta nel trattamento di prima linea. Lo studio di fase 3 CheckMate-9ER ha dimostrato miglioramenti significativi per tutti gli endpoint di efficacia. La combinazione è stata inoltre ben tollerata.
    «L’approvazione odierna della Commissione Europea per l’uso di cabozantinib in associazione con nivolumab fornisce un’importante nuova opzione di trattamento di prima linea per i pazienti che convivono con il carcinoma a cellule renali avanzato», ha spiegato Howard Mayer, Executive Vice President and Head of Research and Development, Ipsen «In Ipsen siamo orgogliosi che questa nuova opzione di trattamento, ora approvata, non solo risponda a benefici chiave di efficacia ma anche al bisogno di preservare la qualità di vita nei pazienti».
    Questa associazione riunisce due farmaci già comprovati per il carcinoma a cellule renali avanzato, che insieme hanno mostrato un’efficacia superiore. 

    FONTE – CONFLITTO DI INTERESSI:Pharmastar© 2021 sanihelp.it. All rights reserved.

    VOTA:

    3.5 stars / 5 LEGGI TUTTO

  • in

    Un brindisi virtuale per la prostata con Paolantoni

    Uomo

    di Valeria GhittiPubblicato il: 30-03-2021

    L’attore torna testimonial della campagna per la prevenzione del tumore prostatico, invitando attraverso un web spot, a sottoporsi a periodici controlli.

    © comunicato stampa

    Contenuti correlati

    Sanihelp.it – Francesco ha organizzato un brindisi digitale per il compleanno dell’amico Alessio, appena entrato nel club degli over 50, coinvolgendo altri due amici, Roberto e Gualtiero. Francesco, saggio e carismatico, è il vero trascinatore del gruppo: dopo una giovinezza prolungata più del dovuto, oggi ama ostentare ai più giovani compagni di avventura una raggiunta consapevolezza sulle buone abitudini da seguire nella mezza età, come il controllo annuale della prostata.  Proprio per questo, ha deciso di fare ad Alessio un regalo del tutto speciale, che lascia interdetto il festeggiato e gli altri due amici: un esame per il dosaggio del PSA (antigene prostatico specifico). Dopo una malcelata delusione, però,  Alessio fa buon viso a cattivo gioco e alla fine i quattro amici si ritroveranno ancora una volta uniti, anche se momentaneamente distanziati, sui passi necessari per la prevenzione del tumore della prostata.
    Quello appena descritto è il nuovo spot per il web che vede protagonista l’attore Francesco Paolantoni, ancora una volta scelto come testimonial per la campagna QUI PRO QUO Salute della prostata: stop agli equivoci, sì alla prevenzione, promossa da Europa Uomo Italia Onlus e Fondazione ONDA Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere, con il patrocinio di AIOM – Associazione Italiana degli Oncologi Medici, SIU – Società Italiana di Urologia, SIUrO – Società Italiana di Urologia Oncologica, AIRO – Associazione Italiana di Radioterapia e Oncologia Clinica, AURO – Associazione Urologi Italiana, FIMMG – Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale, Fondazione AIOM, FFO – Fondazione per la Formazione Oncologica, e con il contributo incondizionato di Astellas.
    Il cancro della prostata è la neoplasia più diagnosticata tra gli uomini sopra i 50 anni, con oltre 36.000 nuovi casi nel 2020 in Italia e 473.000 in Europa. Nel nostro Paese il numero di uomini che convivono con una diagnosi di tumore della prostata è pari a 564.000. Fattori di rischio, oltre all’età over 50, sono la familiarità e lo stile di vita. Secondo un’indagine realizzata da Elma Research, la conoscenza di questa malattia tra gli uomini è adeguata: il 60% degli intervistati cita spontaneamente il tumore della prostata tra le neoplasie maschili più diffuse. Buona anche la conoscenza del fattore di rischio dell’età over 50, indicata dal 72% del campione, seguita dalla familiarità, indicata dal 36%; discreta la conoscenza sui sintomi o campanelli d’allarme rivelatori del tumore prostatico, patologia in realtà spesso asintomatica nelle fasi iniziali: il 41% riferisce lo stimolo frequente a urinare, il 39% la difficoltà nella minzione, il 35% la prostata ingrossata. E gli uomini si mostrano assolutamente informati sulle azioni preventive da mettere in atto, quali il dosaggio del PSA (79%) e la visita urologica (68%).
    Eppure sono ancora troppo pochi gli uomini che si sottopongono con regolarità a visita urologica. I maggiori ostacoli? Tabù, reticenze, imbarazzi. Meglio invece non ritardare visite e controlli,  neanche in questo periodo difficile dominato dall’emergenza Covid-19: questo il messaggio della campagna. Su prostataquiproquo.it è possibile vedere lo spot e avere ulteriori informazioni sulla salute della prostata.

    FONTE – CONFLITTO DI INTERESSI:comunicato stampa© 2021 sanihelp.it. All rights reserved.

    VOTA:

    3.5 stars / 5 LEGGI TUTTO