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    Scuola, mancano 20.000 lavoratori: “A rischio l’apertura a settembre”

    ROMA – Il sindacato Uil Scuola Rua si è messo a contare le assenze nel panorama scolastico italiano, e questa volta si è dedicato al “personale lavoratore”, che non contempla i centrali maestri e professori, piuttosto quelle figure – alti amministrativi, figure di segreteria, bidelli, tutti racchiusi nell’acronimo Ata –comunque necessari per aprire i portoni […] LEGGI TUTTO

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    La nuova Educazione civica secondo Valditara: “Patria, impresa privata, cultura del dovere”

    L’appartenenza alla Patria, la cultura del dovere legato al rispetto delle regole, il contrasto alle mafie, la promozione della salute attraverso l’alimentazione corretta e lo sport contrastando le dipendenze da droghe, alcol e gaming. Una riga è dedicata agli stranieri: “Si intende anche favorire l’integrazione degli studenti stranieri”. E un’altra alle donne: “Si rafforza e si promuove la cultura del rispetto verso la donna”. Sono alcuni dei punti delle nuove linee guida per l’insegnamento dell’Educazione civica che saranno in vigore a partire dal prossimo anno scolastico, il 2024/2025.
    E tra i punti la conferma al divieto dei cellulari in classe, sin dalla Materna. Il testo sostituirà le linee guida precedenti, con l’aggiunta di ulteriori contenuti, e ridefinirà traguardi e obiettivi di apprendimento a livello nazionale. Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha inviato oggi il documento al Consiglio superiore della Pubblica istruzione (Cspi) per il prescritto parere non vincolante.
    Il ministro: “Solidarietà e appartenenza a una comunità nazionale”
    “Coerentemente con il nostro dettato costituzionale, le nuove linee guida promuovono l’educazione al rispetto della persona umana e dei suoi diritti fondamentali”, dichiara Valditara, “valorizzando principi quali la responsabilità individuale e la solidarietà, la consapevolezza di appartenere ad una comunità nazionale, dando valore al lavoro e all’iniziativa privata come strumento di crescita economica per creare benessere e vincere le sacche di povertà, nel rispetto dell’ambiente e della qualità della vita”.
    “Ispirandosi al concetto di ‘scuola costituzionale’, il documento conferisce centralità alla persona dello studente e punta a favorire l’inclusione, a partire dall’attenzione mirata a tutte le forme di disabilità e di marginalità sociale. Le nuove linee guida – prosegue Valditara – vogliono essere uno strumento di supporto e di guida per tutti i docenti ed educatori chiamati ad affrontare, nel quotidiano lavoro di classe, le sfide e le emergenze di una società in costante evoluzione e di cui gli studenti saranno protagonisti. La scuola si conferma pilastro del futuro del nostro Paese”. Ecco tutti i punti delle nuove linee guida.
    La persona al centro della Storia
    È sottolineata la centralità della persona umana, soggetto fondamentale della Storia, al cui servizio si pone lo Stato. Da qui nascono la valorizzazione dei talenti di ogni studente e la cultura del rispetto verso ogni essere umano. Da qui i valori costituzionali di solidarietà e libertà e il concetto stesso di democrazia che la nostra Costituzione collega, non casualmente, alla sovranità popolare e che, per essere autentica, presuppone lo Stato di diritto. Da questo deriva anche la funzionalità della società allo sviluppo di ogni individuo (e non viceversa) e il primato dell’essere umano su ogni concezione ideologica.
    L’identità nazionale e il concetto di Patria
    Si promuove la formazione alla coscienza di una comune identità italiana come parte della civiltà europea e occidentale e della sua storia. Di conseguenza, viene evidenziato il nesso tra senso civico e sentimento di appartenenza alla comunità nazionale definita ‘Patria’, concetto espressamente richiamato e valorizzato dalla Costituzione. Attorno al rafforzamento del senso di appartenenza a una comunità nazionale, che ha nei valori costituzionali il suo riferimento, si intende anche favorire l’integrazione degli studenti stranieri. Allo stesso tempo, la valorizzazione dei territori e la conoscenza delle culture e delle storie locali promuovono una più ampia e autentica consapevolezza della cultura e della storia nazionale. In questo contesto, l’appartenenza all’Unione europea è coerente con lo spirito originario del trattato fondativo, volto a favorire la collaborazione fra Paesi che hanno valori e interessi generali comuni.
    La cultura del dovere e il rispetto delle donne
    Insieme ai diritti, vengono sottolineati anche i doveri verso la collettività, che l’articolo 2 della Costituzione definisce come “doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”. L’importanza di sviluppare anche una cultura dei doveri rende necessario insegnare il rispetto per le regole che sono alla base di una società ordinata, al fine di favorire la convivenza civile, per far prevalere il diritto e non l’arbitrio. Da qui l’importanza fondamentale della responsabilità individuale che non può essere sostituita dalla responsabilità sociale. In un punto successivo una sola riga è dedicata alla donna in cui viene riportato: “Si rafforza e si promuove la cultura del rispetto verso la donna”.
    La promozione dell’impresa privata
    Promozione della cultura d’impresa che, oltre a essere espressione di un sentimento di autodeterminazione, è sempre più richiesta per affrontare le sfide e le trasformazioni sociali attuali. Parallelamente, si valorizzano per la prima volta l’iniziativa economica privata e la proprietà privata che, come ben definisce la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, è un elemento essenziale della libertà individuale.
    Il contrasto alle mafie
    Educazione al contrasto di tutte le mafie e di tutte le forme di criminalità e illegalità. In particolare, il contrasto della criminalità contro la persona, contro i beni pubblici e privati, attraverso l’apprendimento, sin dai primissimi gradi di scuola, di comportamenti individuali che possano contrastare tali fenomeni.
    La crescita economica e il rispetto dei beni pubblici
    E’ evidenziata l’importanza della crescita economica, nel rispetto dell’ambiente e della qualità della vita dei cittadini. E nel punto successivo si punta alla educazione al rispetto per tutti i beni pubblici, a partire dalle strutture scolastiche, al decoro urbano e alla tutela del ricchissimo patrimonio culturale, artistico, monumentale dell’Italia.
    Il corretto stile di vita: sport, buona alimentazione e contrasto alle dipendenze
    Promozione della salute e di corretti stili di vita, a cominciare dall’alimentazione, dall’attività sportiva e dal benessere psicofisico della persona. In tale contesto, particolare attenzione è rivolta al contrasto delle dipendenze derivanti da droghe, fumo, alcool, doping, uso patologico del web, gaming e gioco d’azzardo.
    L’educazione stradale e quella alla cultura del lavoro
    Educazione stradale, per abituare i giovani al rispetto delle regole del codice della strada che si traduce in rispetto della propria e altrui vita. A seguire il punto sulla promozione dell’educazione finanziaria e assicurativa, dell’educazione al risparmio e alla pianificazione previdenziale, anche come momento per valorizzare e tutelare il patrimonio privato. Infine, la valorizzazione della cultura del lavoro come concetto fondamentale della nostra società da insegnare già a scuola fin dal primo ciclo di istruzione.
    L’uso consapevole del digitale e il divieto dei cellulari in classe
    Tre i punti sul mondo digitale e sull’uso responsabile dei dispositivi elettronici. Il primo si concentra sull’educazione all’uso etico del digitale, per valutare con attenzione ciò che di sé si ‘consegna’ alla rete. Il secondo sull’educazione all’uso responsabile dei dispositivi elettronici, nella consapevolezza che l’uso corretto delle tecnologie è quello che potenzia l’esercizio delle competenze individuali, non quello che lo sostituisce. Infine, al terzo punto, si conferma il divieto di utilizzo, anche a fini didattici, dello smartphone dalla Scuola dell’infanzia fino alla Scuola secondaria di primo grado. LEGGI TUTTO

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    Scuola, firmato il contratto: arriva l’aumento di 260 euro per i presidi

    L’aumento per i 6.500 dirigenti scolastici italiani arriva sotto l’ombrellone. E’ stato firmato il contratto collettivo nazionale dell’Area dirigenziale Istruzione e ricerca, per il triennio 2019-2021. Nello stipendio arriveranno fino a 260 euro lordi al mese in più che netti sono 195. Ma ci sono anche altre novità. E’ previsto il lavoro agile, un tutor […] LEGGI TUTTO

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    Maturità, passa il 99,8 per cento dei candidati. Scendono le lodi: e quest’anno le regioni con il maggior numero sono Campania, Sicilia e Puglia

    Agli Esami di maturità quest’anno è stato ammesso il 96,3% degli scrutinati e i diplomati risultano essere il 99,8% dei candidati che hanno svolto l’esame; si confermano le percentuali dell’anno precedente. Sono 12.700 gli studenti che hanno ottenuto la lode all’esame di maturità di quest’anno. Sono i dati l Ministero dell’Istruzione e del Merito i […] LEGGI TUTTO

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    Test di medicina: arriva il secondo esame scritto

    Domani, 30 luglio 2024 ci sarà la seconda e ultima sessione della prova d’ingresso a medicina: il test scritto. 60 domande a risposta multipla da completare in 100 minuti. Il test inizierà ovunque alla stessa ora: le 13. A che ora ci sarà il test Sarà necessario arrivare qualche ora prima dell’inizio del test: è […] LEGGI TUTTO

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    Università, mezzo miliardo di fondi in meno. I rettori: “A rischio la sopravvivenza degli atenei”. Bernini annulla l’incontro: “Polemica pretestuosa”

    ROMA – Un taglio nominale di 173 milioni di euro. Che sommato al finanziamento dei piani straordinari e della dinamica salariale significa più di mezzo miliardo in meno a disposizione delle università.
    La doccia fredda del governo Meloni è contenuta nella bozza del decreto di riparto del Fondo di finanziamento ordinario (ffo), inviata dal ministero dell’Università e della Ricerca a Cun, Cnsu e Crui.
    Ed è proprio la Conferenza dei rettori italiani, riunita in mattinata a Roma, a lanciare l’allarme. “Il provvedimento – si legge nel documenti dei rettori – presenta notevoli elementi di criticità che, se confermate, rischiano non solo di arrestare l’evoluzione virtuosa del sistema universitario nazionale ma di mettere a rischio la sopravvivenza stessa dell’università statale italiana”.
    L’incontro saltato
    La ministra Anna Maria Bernini riceve la nota Crui mentre è ancora in macchina. Ferma l’auto e torna indietro. “A Fondo di finanziamento ordinario ancora in discussione si è scelto di diffondere cifre infondate e allarmistiche su presunti tagli agli atenei. Invece del confronto di merito con il ministro e il suo staff, viene preferita la strada del pregiudizio e della polemica pubblica del tutto pretestuosa. È un comportamento in contrasto con qualsiasi tavolo istituzionale di confronto”, fanno sapere all’ora di pranzo fonti del ministero. L’incontro salta. Mentre i rettori concludono la riunione e diffondono le loro valutazioni.
    La preoccupazione della Crui
    Per i rettori “emerge la preoccupazione che una intera generazione di giovani ricercatrici e ricercatori non abbia prospettive”.
    I rettori chiedono dunque una revisione del decreto ministeriale e si raccomanda per il futuro “di voler informare le università e la Crui stessa dei criteri di ripartizione del Fffo prima dell’anno di riferimento e non dopo, perché è ovvio che tutti gli sforzi fatti nella direzione di adattare le politiche degli atenei ai criteri di ripartizione dei finanziamenti vengono così vanificati”.
    “Insostenibile la copertura dei costi del personale”
    Il contesto in cui si colloca il provvedimento, fa notare la Crui, continua “ad essere caratterizzato da perduranti tendenze inflazionistiche, stimabili intorno al 20% dal 2019, a cui si correlano forti incrementi degli oneri di gestione”. Questo “già nel breve termine” rischia “di rendere insostenibile la copertura dei costi del personale, compreso quello assunto con i diversi piani straordinari, e degli adeguamenti stipendiali, come evidenziato dal progressivo peggioramento, per molti atenei, dell’indicatore relativo all’incidenza delle spese del personale sulle entrate strutturali”.
    “Per queste ragioni è indispensabile per la sopravvivenza del sistema universitario, oltre ad una revisione degli indicatori di bilancio, un incremento della componente del Ffo non vincolata, ed è quindi particolarmente grave e preoccupante che, invece, il provvedimento in oggetto ne delinei una consistente riduzione”, scrivono ancora i rettori, i quali evidenziano che “il provvedimento contiene alcune inversioni di tendenza rispetto agli indirizzi di fondo seguiti negli ultimi anni e la cui logica è difficilmente comprensibile”.
    Tra il 2019 e il 2023 infatti il fondo ha visto un aumento delle risorse complessive: da 7,5 miliardi a 9,2 miliardi.
    Invece, ora il provvedimento prevede che “lo stanziamento complessivo verrebbe diminuito, rispetto all’anno precedente, di un ammontare pari a circa 173 milioni di euro con una generalizzata riduzione di tutte le componenti principali del Ffo rispetto al 2023 e, in alcuni casi, una riduzione addirittura rispetto al 2022” a cui si aggiunge che “lo stanziamento comprende 300 milioni del piano straordinario”. La riduzione complessiva contenuta nella bozza di decreto, guardando ale risorse senza vincoli specifici, è dunque pari a 513.264.188 euro.
    Gli studenti: “Non succedeva dal 2013”
    Mezzo miliardo che fa infuriare anche gli studenti: “Il taglio metterà sotto forte pressione i bilanci delle istituzioni accademiche”, spiega l’Unione degli universitari. Che aggiunge: “Dal decreto rischiano anche di scomparire i fondi destinati al benessere psicologico, per i quali ci eravamo molto battuti e che erano stati rivendicati dalla Ministra Anna Maria Bernini. Grave anche il taglio sulle risorse per la valorizzazione del personale”.
    “Chiediamo al governo Meloni di tornare sui propri passi – chiude l’Udu – Un taglio così corposo non si registrava dal 2013, dopo l’austerità del governo Monti. E ci fa molto arrabbiare perché la notizia arriva proprio mentre la Presidente del Consiglio conferma l’obiettivo di incrementare le spese miliari, arrivando al 2% del PIL. Peccato che l’Italia investa meno della metà in istruzione terziaria e, infatti, siamo fanalino di coda tra i paesi Ocse”. LEGGI TUTTO