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Biodiversità a rischio, i fiori d’Islanda belli e “instagrammabili”


Tutto attorno si stagliano ghiacciai scintillanti, distese di roccia vulcanica, strade con panorami mozzafiato disegnati fra cascate e valle verdi, ma i turisti giapponesi con al collo la macchina fotografica e il cellulare in mano chiedono solo una cosa: dove sono i lupini?

Estremamente “instagrammabili”, dai colori che sfoggiano mille sfumature di rosa, blu e viola, i fiori dei lupini di Nootka sono diventati in Islanda una attrazione imperdibile quando sbocciano d’estate, ma sono anche un enorme problema.

Tour fotografici

Oggi in Islanda esistono persino tour fotografici dedicati per accompagnare i visitatori a fotografarli: in certe zone dell’isola sono letteralmente ovunque e si perdono a vista d’occhio, regalando uno scenario unico, una sorta di mare rosa nel cielo plumbeo islandese.

Eppure, queste piante, stanno portando sempre di più i suoli e gli ecosistemi della nazione a una graduale e preoccupante perdita di biodiversità. Oltre ottanta anni fa, intorno al 1945, le vaste aree e foreste del territorio islandese stavano diventando incolte: tra clima rigido, attività vulcaniche e danni legati al pascolo, quei terreni avevano bisogno di riqualificazione.

Così furono introdotti i lupini di Nootka, originari dell’Alaska e del Nord America, per dar via a una iniziativa di riforestazione e bonifica. Furono scelti per alcune proprietà eccellenti, come la capacità di arricchire il terreno d’azoto e renderlo più adatto alla crescita di altre piante, ma anche per la loro tipica resilienza a temperature fredde e venti forti. L’idea funzionò, forse anche troppo: nell’Islanda orientale i lupini hanno praticamente colonizzato il paesaggio. Questa pianta si è infatti diffusa aggressivamente, coprendo vaste aree dell’isola e oggi, tra giugno e luglio, richiama migliaia di visitatori che accorrono nel Paese per fare scatti suggestivi.

Islandesi divisi

Nonostante la bellezza però il loro impatto ecologico continua a dividere islandesi, ambientalisti e biologi. Se da una parte la pianta ha benefici ambientali, come il controllo dell’erosione (solo in alcune aree) o l’aumento del livello di azoto nel suolo, dall’altra sta prendendo il sopravvento “soffocando” tutte le piante autoctone e sta soppiantando muschi e licheni fondamentali per biodiversità, anche animale, dell’isola. Questa alterazione dell’equilibrio degli ecosistemi islandesi ha portato dunque a discutere sia sull’idea di limitare la piantumazione, sia di rimuovere le tanto fotografate piante per consentire ad altre specie autoctone di riprendersi.

Anche se i lupini oggi occupano meno dell’1% dei suoli islandesi, questa specie invasiva secondo le stime nazionali si sta espandendo ora sempre più rapidamente e, anche per via degli impatti della crisi del clima, gli scienziati stimano che la copertura di lupino triplicherà entro la prossima valutazione prevista nel 2027. Altre valutazioni indicano addirittura che i fiori viola in futuro potrebbero ricoprire quasi un sesto dell’Islanda.

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“È stata la pubblicità a renderli famosi”

Molti islandesi però, innamorati di questa pianta, diventata un simbolo non solo fotografico dell’Islanda, sono contrari all’idea di privarsene. Come ha spiegato al The Guardian Guðrún Óskarsdóttir, ecologista vegetale che studia i lupini, “poiché è così bella viene spesso utilizzata nelle pubblicità del paese dalle aziende turistiche” e molte persone, nonostante l’impatto evidente sulla biodiversità, continuano a celebrarla e anche diffonderla. Eppure ci sono già stati casi comprovati in cui per via della diffusione dei lupini in zone montuose, tale da annullare di fatto la crescita di altre piante, il suolo ha ceduto dando vita a frane.

L’opzione che si sta valutando quindi, per accontentare sia gli amanti della pianta sia chi spinge per sforzi di conservazione di altre specie, è quella di relegare i lupini solo in alcune aree e tenerli lontani da quelle più ricche di biodiversità. Nel frattempo, la prossima estate, si aspettano già nuove ondate di turisti: tutti in Islanda per scattarsi selfie tra i fiori “più instagrammabili del Paese”.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml

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