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Gruppo di autoconsumo, meno burocrazia e contributo fino al 40%: come funziona

Ultime settimane a disposizione per richiedere il contributo Pnrr per l’installazione di pannelli solari destinati alle Cer e ai Gruppi di autoconsumo. Il contributo copre il 40% dei costi sostenuti per la realizzazione per gli impianti realizzati in comuni con popolazione inferiore a 50.000 abitanti. Il termine ultimo scade il prossimo 30 novembre e la CER o il Gruppo debbono già essere costituiti per poter presentare la domanda di finanziamento a fondo perduto.

Anticipo sui costi e contributi cumulabili

Con le novità scattate dalla fine del mese di luglio i fondi del Pnrr possono essere richiesti in oltre 7.750 comuni italiani (circa il 98% del totale). Per completare i lavori ci sarà tempo fino al 30 giugno 2026, mentre l’impianto dovrà entrare in funzione entro il 31 dicembre 2027. Il contributo viene erogato in tranche a fonte della presentazione delle fatture di costo, ma è possibile ottenere un anticipo fino al 30% per avviare i lavori.

Per la costituzione delle Cer i tempi sono lunghi, ma per i Gruppi di autoconsumo la burocrazia è ridotta al minimo, per cui chi sta meditando sul da farsi fa a ancora in tempo a prendere una decisione e richiedere il finanziamento. Tra l’altro ora il contributo Pnrr è interamente cumulabile con la tariffa incentivante versata dal GSE per 20 anni, mentre in precedenza l’importo era ridotto in proporzione.

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Gruppi di autoconsumo senza burocrazia

Per poter costituire un Gruppo di autoconsumo è necessario essere residenti tutti nello stesso edificio. Non si deve trattare necessariamente di un condominio, basta che ci siano appartamenti diversi, anche se di un unico proprietario, con utenze intestate a soggetti diversi. Anche l’impianto di produzione deve essere intestato ad uno dei residenti nello stesso edificio. Possono formare un Gruppo anche le villette bifamiliari, e possono possono partecipare ai gruppi non sono i contribuenti privati ma anche le attività commerciali, i professionisti e le piccole imprese. Non è necessario avere tutti lo stesso gestore di energia né occorrono interventi sul proprio contatore. Il Gruppo si costituisce tramite una scrittura privata. Si deve poi nominare un Referente che ha il compito di presentare la domanda e gestire la pratica con il Gse.

Quanto si può ottenere con l’autoconsumo

La tariffa premio versata dal Gse varia tra da 60 a 120 euro per ogni MWh di energia elettrica condivisa tra i membri della comunità in base alla potenza dell’impianto e al prezzo di mercato. È pevista poi una ulteriore maggiorazione fino a 10 euro per MWh a seconda della localizzazione geografica dell’impianto. A queste somme si aggiunge una ulteriore quota a titolo di corrispettivo di valorizzazione per l’energia autoconsumata, definito dall’Arera, Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente, pari a circa 8 auro al Mwh. Le somme spettanti sono versate tutti i mesi dal Gse, sulla base dei consumi del Gruppo comunicati dai gestori. Il Referente ha poi il compito di dividerle tra tutti i partecipanti. Ad esempio, nel caso di un Gruppo di sei partecipanti in Centro Italia, con un impianto fotovoltaico da 20 kW e energia condivisa annua: 15.000 kWh (circa 2.500 kWh a famiglia), gli incentivi annui sono: premio Gse: circa 1.560 euro (0,104 €/kWh, maggiorata per Centro Italia), corrispettivo Arera circa 156 euro (0,0104 €/kWh), per un totale annuo di 1.716 euro, che si somma ovviamente al risparmio in bolletta per l’energia autoconsumata. Il simulatore per fare tutti i conti Per sapere quanto può convenire davvero fare un Gruppo il Gse mette a disposizione un simulatore. Inserendo i dai dei consumi e la localizzazione sarà possibile avere tutte le indicazioni necessarie.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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