Malattie rare
L’attrice è da anni lontana dalla scene e ne ha raccontato il motivo in un libro e in alcune recenti interviste. Ha anche pensato al suicidio.
Sanihelp.it – Da alcuni anni Francesca Neri convive con una malattia cronica, la cistite interstiziale. Anche se il nome potrebbe erroneamente far pensare all’infezione batterica della vescica, questa condizione è ben differente. Nota anche come sindrome della vescica dolorosa, è riconosciuta tra le malattie rare, colpisce più le donne degli uomini e consiste in una infiammazione cronica della parete vescicale che, come si legge sul sito dell’Associazione Italiana Cistite Interstiziale (AICI) comporta dolore pelvico, pressione o disagio legato alla vescica associato a sintomi del basso tratto urinario (come un persistente e urgente bisogno di urinare). Non ci sono infezioni. Il dolore può coinvolgere vescica, uretra, genitali, pavimento pelvico, zona perianale, addome, zona lombo-sacrale e può estendersi anche alle gambe.
Una condizione che può diventare davvero invalidante. E lo testimonia la stessa attrice, che, recentemente intervistata dal Corriere della Sera, ha rivelato: «Ho accarezzato l’idea del suicidio. Ho passato mesi a giocare a burraco online di notte. Il mio lockdown è durato tre anni. E quando è arrivato per tutti, con la pandemia, sono stata meglio perché condividevo la situazione degli altri». Tre anni, perché tanto è durata la fase acuta della malattia, ma, come chiarisce, non è finita: «Non ne sono fuori, non si guarisce: impari a gestirla e a non provocarla in modo che non sia invalidante». Intervistata sullo stesso tema da Silvia Toffanin ha chiarito ulteriormente le difficoltà di convivere con questa malattia: «Il dolore fisico costante ti fa perdere il controllo di te stesso, e io non l’avevo mai perso; mi ha fatto perdere i contatti con la realtà».
Nel frattempo le ha provate tutte: «Urologia, Agopuntura, ayurveda, nutropuntura, ozonoterapia. Fino al luminare che mi proponeva un massaggio intravaginale. Ma che mi faccio penetrare da uno sconosciuto?» ha dichiarato ancora al Corriere. Poi ha cominciato a stare meglio: «Ho trovato un equilibrio, devo imparare a difenderlo. Ho cominciato a privarmi di cose che potevano scatenare una reazione. L’aria condizionata, il caldo, certi cibi. La vescica è una parete e se viene lesionata si creano ferite interiori».
Si è confrontata anche con tante donne nella sua stessa condizione: «io che non credo ai social, sono stata in una chat di donne che soffrono questa patologia. Un po’ come gli alcolisti anonimi». E ha scritto un libro, Come carne viva (edito da Rizzoli), dove racconta quello che ha vissuto in questi anni. Al riguardo ha spiegato a Verissimo: «Ė stata la mia terapia. Volevo condividere con altre persone che hanno vissuto la stessa cosa, mettere un punto e andare oltre».