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    I consigli di Jill Cooper per affrontare il lockdown

    Benessere
    di Valeria GhittiPubblicato il: 01-12-2020

    La nota esperta di fitness e wellness dà alcuni suggerimenti per vivere al meglio queste settimane in zona rossa o arancione.
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    Sanihelp.it – Ci viene nuovamente chiesto di stare in casa il più a lungo possibile. Questa volta, però, si può cogliere l’occasione per innescare e/o consolidare uno stile di vita più sano, da continuare poi una volta terminate le misure più restrittive. Questo, almeno, è il pensiero di Jill Cooper nota esperta di fitness e wellness che abbiamo imparato come insegnante nelle prime edizioni del talent Amici, quasi vent’anni fa: «Cerco sempre di vedere il bicchiere mezzo pieno e questo approccio ci aiuta, in generale, a ridurre il cortisolo ovvero l’ormone dello stress e che a cascata inficia su diversi aspetti del nostro benessere: dal rallentare il metabolismo a ridurre la qualità del sonno»
    Per passare dalle parole alla pratica, Jill dà cinque semplici consigli che contengono altrettanti piccoli accorgimenti per costruire una routine di benessere quotidiana.
    Il primo consiglio riguarda il riposo notturno, da preservare aiutandosi anche con una mascherina… per gli occhi. «La miglior beauty routine in assoluto è dormire profondamente per almeno 8 ore di seguito, non c’è nulla di più benefico per il corpo di questo. Ed è il motivo per il quale è fondamentale utilizzare sempre una mascherina per gli occhi, io stessa ormai la uso da più di 12 anni, in quanto in questo modo si inibisce l’arrivo di potenziali spie e segnali luminosi ai nostri recettori circadiani, una sorta di orologio interno che regola il sonno».
    Non poteva poi non dire la sua sull’attività sportiva, che non va abbandonata in casa. Sbagliato, però, ridurre il movimento a un unico momento quotidiano, facendo magari una sola sessione di allenamento da 45 minuti. Meglio, piuttosto, tre momenti da 15 minuti ciascuno, scaglionati nell’arco della giornata. Con il lockdown, infatti, il corpo passa da una quotidianità costituita da un insieme di diversi movimenti, il semplice uscire di casa e camminare ad esempio, a non muoversi quasi per nulla. «È questo il motivo per il quale in tanti hanno preso dei chili extra durante il primo lockdown, per questo consiglio brevi intermezzi di attività fisica, dallo stretching allo yoga fino ai circuiti proposti da diverse app. Quello che dobbiamo dire al nostro corpo è che continuiamo a muoverci per tutto il giorno, così da tenere in continua azione il metabolismo» sottolinea l’esperta.
    Sul fronte alimentare? «La panificazione e la lievitazione ad esempio sono attività che indubbiamente incidono positivamente sul nostro benessere, ma dovrebbero essere riservate solo al fine settimana. Non bisogna correre il rischio di diventare delle novelle Julia Child  e cucinare ogni giorno piatti particolarmente impegnativi anche dal punto di vista calorico» è il monito di Jill Cooper che ricorda di prediligere frutta e verdura da consumare giornalmente per rafforzare il sistema immunitario e aiutare ulteriormente il corpo con l’assunzione di probiotici come yogurt e kefir che proteggono il microbiota.
    E dopo il corpo è opportuno prendersi cura della mente. «Bastano anche solo 5 minuti ogni giorno per dedicarsi ad una serie di esercizi di respirazione » ricorda Jill Cooper invitando ad avvicinarsi alla mindfulness, anche attraverso le numerose app e i tutorial su YouTube disponibili.  Ma non è l’unica opzione: «È scientificamente provato che scrivere semplici pensieri positivi aiuta a ridurre il cortisolo» continua l’esperta, che sottolinea anche come sia importante, per ridurre l’ansia, evitare di ascoltare troppe notizie ogni giorno: «L’informazione spesso contribuisce a creare maggiore stress e panico nell’ascoltatore, se non si è quindi predisposti a controllare la propria ansia meglio evitare un simile bombardamento mediatico quotidiano ma centellinare il tempo di esposizione alle notizie e ai bollettini». E infine un ultimo consiglio per lo spirito: «Chiunque vive la spiritualità come meglio crede. Farsi comunque delle domande e nutrire la propria anima non può che aiutare in un momento di incertezza come questo che stiamo vivendo».

    FONTE – CONFLITTO DI INTERESSI:comunicato stampa© 2020 sanihelp.it. All rights reserved.

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    Tumori, sole e vitamina D

    Tumori: prevenzione e terapie
    di Elisa BrambillaPubblicato il: 01-12-2020

    Le molteplici funzioni della vitamina D
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    Sanihelp.it – La funzione della vitamina più conosciuta è quella di fissare il calcio nelle ossa, prevenendo in questo modo il rachitismo nei bambini e l’osteoporosi negli anziani.
    Nella sua forma attivata agisce come un ormone con azione di regolazione nei confronti di vari organi e sistemi e un’azione modulante del sistema immunitario e dell’infiammazione.
    In vitro, cioè in laboratorio, questa vitamina ha dimostrato di avere anche un’azione antitumorale, dimostrando di essere potenzialmente in grado di prevenire o rallentare lo sviluppo delle cellule tumorali. I ricercatori cercano da tempo di dimostrare un nesso tra la vitamina D e il cancro e hanno scoperto che coloro che vivono vicino all’equatore, dove l’esposizione alla luce permette di produrre più vitamina D, l’incidenza e il tasso di mortalità per certi tipi di tumore risultano più bassi.
    Nelle cellule tumorali in laboratorio e nei modelli murini, la vitamina D ha anche rallentato la progressione del cancro.
    Non abbiamo però una risposta chiara negli studi sull’uomo.
    Gli studi non sono concordi tra loro, lo studio europeo EPIC ha rilevato che i soggetti con i più alti livelli di questa vitamina nel sangue hanno un rischio di cancro al colon inferiore di circa il 40 per cento rispetto a chi invece ne è carente, e così per altri tipi di tumori. 
    Secondo altre analisi, come la Women’s Health Initiative statunitense, tuttavia, alti livelli di vitamina D non sembrano conferire alcun effetto protettivo. 
    Può essere quindi che la vitamina D ad alti livelli non sia direttamente responsabile degli effetti benefici sull’organismo, ma semplicemente faccia parte di uno stile di vita corretto che aiuta a minimizzare il rischio di cancro.
    Ovviamente l’argomento è attualmente oggetto di studio.
    Circa un terzo della vitamina D dell’organismo proviene dall’alimentazione. Gli alimenti più ricchi di vitamina D sono i pesci come salmone, sardine, sgombri, il tuorlo dell’uovo, il fegato.

    FONTE – CONFLITTO DI INTERESSI:AIRC – Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro© 2020 sanihelp.it. All rights reserved.

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    Tumore al pancreas: quali sintomi devono preoccupare?

    Tumori: prevenzione e terapie
    di Elisa BrambillaPubblicato il: 24-11-2020

    Si tratta di un tumore che non dà segni della sua presenza a lungo e spesso viene diagnosticato in ritardo
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    Sanihelp.it – Il pancreas è una ghiandola a forma di cono allungato situata trasversalmente nella parte superiore e posteriore della cavità addominale.
    Dal punto di vista anatomico, il pancreas viene suddiviso in tre porzioni: testa, corpo e coda.
    Il pancreas è dotato di una duplice funzione, endocrina da un lato ed esocrina dall’altro. Il pancreas endocrino secerne nel circolo sanguigno gli ormoni che sintetizza, mentre l’esocrino produce enzimi digestivi da immettere nel tubo digerente.
    Il cancro del pancreas spesso viene diagnosticato in ritardo, quando è difficile da trattare. Nella stragrande maggioranza dei casi, i sintomi si evidenziano solo dopo che il tumore è cresciuto e ha iniziato a diffondersi.
    Oltre il 95% del cancro del pancreas è di tipo esocrino e, inizialmente, tende a essere silenzioso e indolore mentre cresce. Quando è abbastanza grande da causare sintomi, il cancro del pancreas è generalmente cresciuto al di fuori del pancreas. 
    I sintomi possono includere:
    ittero, poiché il cancro del pancreas blocca il condotto che rilascia la bile nell’intestino e gli ingredienti della bile si accumulano nel sangue. Questo fa diventare la pelle e gli occhi gialli (appunto ittero), urine scure, feci di colore chiaro e prurito;
    dolore addominale, che si irradia alla schiena;
    gonfiore, con senso di pienezza precoce con i pasti;
    nausea;
    vomito.
    Si tratta di sintomi aspecifici, che possono essere causati da molte altre condizioni.
    Tuttavia, con il passare del tempo, si osservano perdita di appetito e di peso, aumento degli zuccheri nel sangue, in quanto il tumore compromette la capacità del pancreas di produrre insulina.Tuttavia, la stragrande maggioranza delle persone con una nuova diagnosi di diabete non ha il cancro al pancreas.
    I tumori del pancreas endocrino rappresentano meno del 5% di tutti i tumori del pancreas.
    Come l’adenocarcinoma pancreatico, questi tumori possono causare dolore addominale, perdita di peso, nausea e vomito, oltre ai sintomi causati dagli ormoni rilasciati:
    insulinomi (eccesso di insulina): sudorazione, ansia, vertigini e svenimenti dovuti a un basso livello di zucchero nel sangue;
    glucagonomi (eccesso di glucagone): diarrea, sete o minzione eccessiva, perdita di peso;
    gastrinomi (eccesso di gastrina): dolore addominale, ulcere gastriche che possono sanguinare, reflusso, perdita di peso;
    somatostatinomi (eccesso di somatostatina): diarrea, perdita di peso, dolore addominale, feci grasse maleodoranti;
    VIPomi (eccesso di peptide intestinale vasoattivo): diarrea acquosa, crampi addominali, rossore al viso.
    Tra i sintomi che devono senz’altro consigliare una visita medica, a parte ovviamente i dolori non saltuari all’addome o alla schiena, l’ittero e la perdita di peso non voluta.

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    Fico degli ottentotti, la pianta per la giovinezza

    Rimedi dolci
    di Stefania D’AmmiccoPubblicato il: 24-11-2020

    Questo vegetale ornamentale ha anche moltissime proprietà che aiutano il corpo a stare meglio e a prevenire alcuni disturbi
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    Sanihelp.it – Una pianta spesso considerata ornamentale ma, invece, molto utile anche per la salute.
    Si tratta del Fico degli ottentotti, una pianta succulenta che appartiene alla famiglia delle Aizoacee ed è originaria dell’Africa meridionale, anche se oggi è diffusa moltissimo anche in Italia.
    Ha fusti rossastri e molte foglie a sezione triangolare che, essendo una pianta grassa, sono molto carnose.
    La pianta produce dei fiori belli e decorativi anche di colori molto diversi.
    Com’è già stato indicato, il Fico degli ottentotti non è solamente una pianta ornamentale, perché contiene delle molecole attive.
    Queste comprendono polifenoli, acidi organici e polisaccaridi. In particolare, questi elementi consentono di utilizzare la pianta per le sue proprietà antiossidanti, anti glicazione e antibatteriche.
    Infatti, la medicina tradizionale impiega il fico degli ottentotti allo scopo di velocizzare la guarigione delle ferite, ma anche per evitare le infezioni.
    Tuttavia, si può utilizzare anche internamente per evitare la glicazione, quel fenomeno per il quale uno zucchero va a reagire con una proteina o un lipide, pregiudicando il funzionamento di molte molecole essenziali del corpo. Il risultato può essere una malattia cardiovascolare, renale e anche della retina.
    Chiedendo al proprio erborista, quindi, si può ottenere un estratto di questa pianta da assumere per evitare sia di avere rischi di malattie degenerative, sia allo scopo di ridurre la velocità dell’invecchiamento.
    Nel caso in cui si assumano già farmaci sarà sempre necessario consultare preventivamente il proprio medico.

    FONTE – CONFLITTO DI INTERESSI:Healthline© 2020 sanihelp.it. All rights reserved.

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    Tumore della prostata: aumento dei casi

    tumori: prevenzione e terapie
    di Elisa BrambillaPubblicato il: 17-11-2020

    Ci sono stati 37 mila nuovi casi di tumore nel 2019
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    Sanihelp.it – Il tumore della prostata è il carcinoma più frequente tra gli uomini, ed è in aumento, più al nord che al centro o al sud.
    I fattori che possono contribuire sono diversi: l’incremento della vita media (dopo i 50 anni la malattia è più frequente), gli stili di vita scorretti (abitudine al fumo, sedentarietà, alimentazione ricca di grassi e calorie), uso scorretto del PSA (Antigene Prostatico Specifico) e la scarsa propensione degli uomini alla prevenzione.
    Tutto questo può portare a ritardi nella diagnosi, che potrebbero essere evitati.
    È nata così una campagna per sensibilizzare nei confronti dei tumori alla prostata. Per migliorare la conoscenza sul tumore più comune tra gli uomini, gli esperti della Società Italiana di Urologia (Siu) collaborano con la Fondazione Movember, che prende il nome dal mix delle parole inglesi moustache, cioè baffi, e november, il mese in cui si svolge ogni anno la campagna internazionale di sensibilizzazione sulla salute dell’uomo.«Sono in crescita i numeri del tumore prostatico – spiega Francesco Boccardo, direttore della Clinica Oncologia medica, ospedale Policlinico Universitario S. Martino di Genova – 37 mila nuovi casi stimati nel 2019 nei maschi dopo i 50 anni, con maggiore incidenza tra gli over 65, che posizionano questa neoplasia al primo posto per diffusione e al terzo per mortalità. A dispetto dei numeri importanti, il tumore della prostata è oggi più curabile grazie a trattamenti multidisciplinari che sfruttano la chirurgia (prostatectomia radicale), la radioterapia, e/o la sorveglianza attiva nell’intento di offrire al paziente il minimo trattamento possibile di massima efficacia, preservando così la qualità della vita. Un obiettivo importante soprattutto per una gran parte di pazienti ancora giovani e pienamente attivi».
    A partire da novembre sarà a disposizione un numero di telefono diretto della Siu e una email (movember@siu.it), oltre a iniziative d’informazione sul sito www.siu.it.

    FONTE – CONFLITTO DI INTERESSI:Pharmakronos© 2020 sanihelp.it. All rights reserved.

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