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    Pierpaolo Spollon diventa donatore Admo

    Trapianti
    di Valeria GhittiPubblicato il: 09-02-2021

    L’attore si è sottoposto al prelievo di sangue per la tipizzazione del midollo e invita a fare altrettanto, perché con la pandemia sono calati i donatori ma non quanti necessitano di trapianto.
    © Admo Veneto

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    Sanihelp.it – In una delle ultime puntate di DOC- Nelle tue mani, il medical drama tutto italiano che ha riscosso molto successo nella scorsa stagione televisiva, è stato affrontato il tema del trapianto di midollo osseo. A parlarne uno dei protagonisti della fiction, lo specializzando Riccardo, interpretato da Pierpaolo Spollon.
    Dopo la messa in onda, lo scorso novembre, l’attore padovano, diventato famoso con la fiction L’Allieva (in cui interpreta il fratello della protagonista), contattato da Admo Veneto, la sezione regionale dell’Associazione Donatori Midollo Osseo, ha lanciato un appello ai ragazzi che hanno dai 18 ai 35 anni, per invitarli a iscriversi all’associazione e a tipizzarsi, ovvero effettuare un semplice prelievo di sangue.
    Iscriversi e tipizzarsi è importante tanto più che, per effetto della pandemia, come ha spiegato l’Admo stessa, si è ridotto del 60% il numero dei nuovi potenziali donatori, mentre non cessa la richiesta di trapianto. La tipizzazione prevede che sul campione di sangue vengano svolte indagini genetiche i cui risultati vengono inseriti nella banca dati del Registro Italiano dei Donatori di Midollo Osseo: solo se e quando il campione risulta compatibile per un trapianto si viene chiamati a donare il midollo (una volta iscritti al Registro Italiano dei Donatori di Midollo Osseo si può donare fino ai 55 anni).
    In occasione dell’appello Spollon ha promesso pubblicamente di tipizzarsi e quel momento è arrivato lo scorso 5 febbraio quando l’attore, attualmente in tv con Che Dio ci aiuti 6 (dove interpreta ancora una volta un medico) si è sottoposto all’esame del sangue nel Centro Trasfusionale ai Colli ed è così entrato nel registro del donatori di midollo osseo, testimoniando il tutto attraverso i social. Come lui, ricordiamolo, possono candidarsi a diventare donatori tutte le persone in buona salute, di età compresa tra i 18 e i 35 , che pesino almeno 50 kg: pasta contattare la sezione Admo più vicina.

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    Tatsoi, il vegetale per cuore e sistema immunitario

    Cure alternative
    di Stefania D’AmmiccoPubblicato il: 09-02-2021

    Come integrare questa erba gustosa nelle proprie ricette e utilizzarla anche in modo più specifico

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    Sanihelp.it – 
    Un’erba molto consumata nella cucina cinese e coreana, ma con tante proprietà officinali.
    Si tratta della Tat Soi, chiamata anche Tatsoi e Bok choy rosetta.
    Questo vegetale di colore verde si può trovare in diversi piatti, ma quello che qui interessa è l’insieme delle sue proprietà, grazie alle quali aiutare il corpo a stare meglio.
    Come prima cosa, questo vegetale è ottimo per il sistema immunitario, grazie alla presenza di Vitamina C e di Vitamina A, che svolgono la funzione anche di antiossidanti. Per questo il consumo del Tatsoi può aiutare non solo a prevenire le infezioni, ma anche a contrastare l’effetto dei radicali liberi sul corpo.
    La presenza di antiossidanti, ma anche di calcio, è un ottimo elemento per chi voglia proteggere il cuore. Questo vegetale, infatti, contribuisce a mantenere tonico il muscolo cardiaco.
    Ma come si può consumare questo vegetale?
    Sicuramente, nel caso in cui abbiate assaggiato la cucina orientale, soprattutto quella coreana e cinese, avrete visto questo vegetale nelle zuppe. È proprio così che questi popoli lo consumano maggiormente, e voi potrete inserirlo in zuppe e stufati, ma anche farlo saltare in padella.
    Tutavia, la cottura ad alte temperature può determinare un deterioramento delle vitamine, soprattutto della Vitamina C. Per questo, se siete interessati agli effetti positivi del Tatsoi sul corpo dovreste andare in erboristeria. Qui potrete trovare estratti che vi aiuteranno a massimizzare gli effetti del vegetale.
    Il Tatsoi non prevede particolari controindicazioni, ma si consiglia di moderarne l’uso nel caso in cui si abbiano problemi alla tiroide.
    Infatti, come accade per altri tipi di vegetali, il Tatsoi viene indicato come goitrogeno, quindi come in grado di inibire la normale funzione della tiroide.

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    Tumore alla prostata: per Covid persa una diagnosi su due

    Tumori: prevenzione e terapie
    di Elisa BrambillaPubblicato il: 02-02-2021

    Una diagnosi su due persa dall’inizio della pandemia

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    Sanihelp.it – L’allarme viene dalla Fondazione PRO, organizzazione senza scopo di lucro il cui obiettivo è diffondere la cultura della prevenzione e del benessere nella popolazione maschile.
    «Il tumore alla prostata è il secondo tumore con maggior incremento annuo dopo il melanoma per gli uomini under 50 – spiega il Prof. Vincenzo Mirone, ordinario di Urologia dell’Università Federico II di Napoli e Presidente di Fondazione PRO – in Italia sono oltre 564.000 gli uomini che devono convivere con questa patologia, con un’età media di 72 anni al momento della diagnosi. Non possiamo permetterci di abbassare la guardia e dobbiamo mettere i pazienti nelle condizioni di non abbandonare i trattamenti».
    Il 2020 è stato un anno molto duro per il Servizio Sanitario Nazionale, durante il quale molte cure sono state sacrificate per dare la priorità all’infezione virale da Coronavirus, con conseguente crollo delle diagnosi e dei percorsi terapeutici in generale.
    La Fondazione PRO è intervenuta proprio per arginare la paura del contagio da Covid che tiene lontane dagli ospedali e dagli ambulatori le persone che avrebbero bisogno di controlli, e l’ha fatto con una campagna, Per il cancro non c’è lockdown, realizzata con il supporto di Ipsen e che vede come testimonial Massimiliano Allegri, allenatore di calcio.
    «Il nostro appello alle persone colpite da cancro alla prostata – conclude il Prof. Mirone – è a non abbandonare i trattamenti per nessun motivo, consultando il proprio urologo o oncologo in caso di dubbi o timori. Come Fondazione PRO ci impegniamo a intervenire sul sommerso non diagnosticato con campagne educazionali come Per il cancro non c’è lockdown e a presidiare, in questa seconda ondata di contagi, i percorsi diagnostico-terapeutici riservati ai malati di cancro alla prostata».

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    Tumori: una lattuga velenosa contro il glioblastoma

    Tumori: prevenzione e terapie
    di Elisa BrambillaPubblicato il: 02-02-2021

    Una molecola estratta da una pianta molto comune potrebbe essere molto utile per potenziare le cure contro il glioblastoma
    © iStock

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    Sanihelp.it – Il glioblastoma è una forma molto aggressiva di tumore che colpisce il sistema nervoso centrale, purtroppo piuttosto difficile da curare. 
    La malattia si manifesta con mal di testa di crescente intensità, nausea, vomito, a volte attacchi epilettici e disturbi della personalità, a seconda di quale area del cervello è interessata.
    La terapia prevede l’intervento chirurgico, di solito non risolutivo perché il tumore è spesso localizzato in aree fondamentali del cervello, radiazioni e chemioterapia con temozolomide.
    Oggi, una ricerca diretta da Antonella Arcella, del Laboratorio di Neuropatologia molecolare dell’Unità di Neuropatologia dell’Irccs Neuromed di Pozzilli, e pubblicata su Molecules, rivela che una lattuga selvatica, non commestibile perché tossica, contiene una molecola che potrebbe aiutare nel potenziare le terapie antitumorali contro il glioblastoma.
    La lactucopicrina, estratta dalla pianta Lactuca virosa, dove virosa sta, appunto, per velenosa, nel corso di un esperimento è stata usata per trattare uno specifico tipo di cellule del glioblastoma.
    «Il trattamento delle cellule di glioblastoma – spiega la Dottoressa Arcella, coordinatrice del laboratorio – si è dimostrato efficace utilizzando vari meccanismi. La lactucopicrina è infatti capace sia di arrestare il ciclo cellulare che di indurre la morte programmata delle cellule (apoptosi). Inoltre la stessa molecola è capace di aumentare la sensibilità delle cellule tumorali verso la temozolomide, il chemioterapico di prima scelta contro il glioblastoma».
    «Si è manifestata una azione combinata – continua Arcella – tra la lactucopicrina e il farmaco, cosa che ci fa pensare che la lactucopicrina possa entrare a far parte di una terapia multimodale che, combinando gli effetti della chemioterapia e dell’estratto naturale, possa rappresentare una strada terapeutica più efficiente contro questo insidioso tumore cerebrale».

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    Benedetta Parodi e il ritorno delle Arance della salute

    Iniziative
    di Valeria GhittiPubblicato il: 02-02-2021

    Dal 4 febbraio torna la campagna a sostegno della ricerca contro il cancro, con modalità riviste per via della pandemia, ma sempre con il supporto di volti noti. La conduttrice è una di loro.
    © www.arancedellasalute.it

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    Sanihelp.it – «Le arance sono uno degli alimenti migliori perché combattono il cancro, fanno bene e sono piene di vitamine. Proprio l’arancia è il simbolo che ha scelto Fondazione AIRC, per la prima campagna di raccolta fondi dell’anno» ricorda Benedetta Parodi, uno dei numerosi ambasciatori che l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC) ha scelto per promuovere la storica campagna Le Arance della salute. Insieme a lei ci sono anche altri personaggi televisivi come Antonella Clerici, Carlo Conti, Giulia Arena e Maddalena Corvaglia, gli sportivi Margherita Granbassi, Paolo Pizzo, Carlotta Ferlito e  Sofia Goggia, gli chef Andrea Berton, Moreno Cedroni e Bruno Barbieri.
    «Quest’anno i volontari distribuiranno miele e marmellata mentre le arance saranno disponibili in moltissimi supermercati» continua Benedetta, evidenziando la principale novità dell’iniziativa in questo 2021 segnato dalla pandemia. Poiché, infatti, quest’anno non è possibile distribuire in piazza la classica reticella di arance rosse, dal 4 febbraio sarà acquistabile in oltre 6.000 supermercati e ipermercati su tutto il territorio italiano fino a esaurimento: per ogni reticella venduta nel periodo, le aziende aderenti doneranno 50 centesimi di euro a supporto della lotta contro il cancro. Sono oltre 50 le insegne partner e sono elencate sul sito www.arancedellasalute.it.
    Non è tutto:  per raccogliere risorse fondamentali per il lavoro dei nostri scienziati e parlare dell’importanza di adottare comportamenti salutari per prevenire il rischio di cancro, da lunedì 1 febbraio i Comitati Regionali e i volontari della Fondazione stanno distribuendo, in forma privata, marmellata d’arancia (vasetto da 240 grammi, donazione minima 6 euro) e miele di fiori d’arancio (confezione da 500 grammi, donazione minima 7 euro), insieme alla speciale guida con preziose informazioni sulla prevenzione e con alcune ricette sane e gustose a tema arance firmate dagli chef aderenti ai Jeunes Restaurateurs d’Italia.
    Maggiori informazioni su come contattare i volontari si trovano sul sito della campagna, dove è anche possibile acquistare online miele e marmellata. «Scegliete questi prodotti per fare un pieno di vitamine, fate del bene a voi e insieme fate bene anche alla ricerca sul cancro» è l’invito di Benedetta Parodi.

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    Lapacho, il composto naturale contro candida e infiammazioni

    Cure alternative
    di Stefania D’AmmiccoPubblicato il: 26-01-2021

    Un rimedio molto utile a coloro che soffrano di infezioni ricorrenti alle vie urinarie, ma anche per curare la pelle
    © iStock

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    Sanihelp.it – Un nome esotico per un prodotto che si può trovare anche in Italia.
    Si tratta del Lapacho, una tisana che viene creata grazie all’utilizzo della corteccia di uno specifico albero che cresce soprattutto nella Foresta Amazzonica.
    Gli indigeni del Sud America utilizzano da secoli questa corteccia e ne preparano un infuso grazie al quale è possibile curare e trattare diversi disturbi.
    Questo perché il Lapacho contiene moltissimi sali minerali, ma anche oligoelementi, come la xilodina e il lapacholo, sostanze che hanno proprietà antibiotiche e antinfiammatorie.
    Proprio grazie a queste sue proprietà, il lapacho può essere utilizzato sia esternamente, creando dei composti che sono costituti sempre dalla corteccia dell’albero sudamericano, sia internamente.
    A livello esterno si potrà utilizzare il lapacho per curare lesioni cutanee, psoriasi e anche punture di insetto.
    Interiormente sarà possibile utilizzare la tisana di lapacho per la cura delle cistiti, della candida e di altre forme di infezioni delle vie urinarie, ma anche per l’apparato riproduttivo femminile.
    Si può usare il lapacho anche per rinforzare tutto l’anno le difese immunitarie, e si potrà assumere l’infuso per ridurre i picchi glicemici e per limitare la pressione sanguigna troppo alta.
    Per quanto riguarda l’uso specifico, si potrà preparare una tisana versando un cucchiaio di composto in 1,5 litri d’acqua. Si porterà ad ebollizione il tutto e si lascerà in infusione per quindici minuti.
    La polvere e il composto cremoso potranno essere usati esternamente per curare la pelle.
    Bisognerà evitare di usare il lapacho nel periodo della gravidanza e durante l’allattamento. Inoltre, il suo uso è controindicato nel caso in cui si prendano farmaci anticoagulanti oppure l’aspirina, spesso prescritta sempre per fluidificare il sangue.

    FONTE – CONFLITTO DI INTERESSI:Healthline© 2021 sanihelp.it. All rights reserved.

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    Melanoma, individuati meccanismi di resistenza ai farmaci

    Tumori: prevenzione e terapie
    di Elisa BrambillaPubblicato il: 26-01-2021

    Una scoperta molto importante per la terapia del melanoma
    © iStock

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    Sanihelp.it – È stato pubblicato sulla rivista specializzata Biomedicines uno studio che spiega, almeno in parte, quali sono i meccanismi alla base della resistenza ai farmaci nel melanoma, tumore della pelle in continuo aumento, che deriva dalla trasformazione tumorale delle cellule che formano la pelle, i melanociti.
    La ricerca è stata effettuata da un gruppo di scienziati dell’Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con i colleghi dell’IDI-IRCCS e del Campus Biomedico di Roma.
    Il dr. Francesco Facchiano, coordinatore dello studio, ha spiegato che «Nonostante i recenti progressi delle nuove opzioni terapeutiche ne abbiano significativamente modificato l’esito clinico, sono sempre molto frequenti i melanomi cutanei resistenti agli inibitori della proteina BRAF (BRAFi), una chinasi che risulta mutata in circa il 50% del totale dei casi di melanoma, e diverse evidenze suggeriscono che i cambiamenti nel microambiente tumorale giochino un ruolo fondamentale nei meccanismi di resistenza acquisiti».
    Sono state studiate in particolare delle proteine secrete dal melanoma resistenti a un farmaco antitumorale chiamato vemurafenib, inibitore della proteina BRAF.
    I dati confermano che le cellule resistenti al BRAFi mostrano un comportamento più aggressivo, fa sapere il dr. Claudio Tabolacci, primo autore dell’articolo e ricercatore sostenuto dalla Fondazione Umberto Veronesi.
    «La comprensione di questi meccanismi è di grande importanza per mettere a punto nuove opzioni terapeutiche in grado di superare la resistenza ai farmaci antitumorali» concludono gli scienziati.

    FONTE – CONFLITTO DI INTERESSI:Istituto Superiore di Sanità© 2021 sanihelp.it. All rights reserved.

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    Mario Cipollini reduce da una miocardite

    Cardiologia
    di Valeria GhittiPubblicato il: 26-01-2021

    L’ex campione del mondo di ciclismo su strada ha rivelato in una recente intervista i problemi di cuore riscontrati negli ultimi anni. E che lo hanno portato due volte in sala operatoria.
    © Di Eric HOUDAS – Opera propria, CC BY-SA 3.0

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    Sanihelp.it – Si è ritirato da anni dalle corse professionistiche, ma non ha mai accantonato la bicicletta. Eppure Mario Cipollini, campione del mondo di ciclismo su strada nel 2002, ha temuto di non poter più pedalare a causa delle bizze del cuore. Non si tratta di questioni sentimentali, ovviamente, ma di una stanchezza eccessiva e un opprimente dolore al petto che hanno cominciato a farlo preoccupare nell’estate del 2019.
    «Ho valutato questo malessere come conseguenza di un periodo particolarmente stressante da diversi punti di vista. Ho temporeggiato e ho proseguito i miei allenamenti come se niente fosse, ma nel giro di poche settimane la pressione al petto era aumentata e in più avvertivo delle extrasistoli importanti. Un po’ allarmato, mi sono rivolto al mio medico sportivo di fiducia, con il quale ho trascorso tanti anni durante la mia carriera da professionista. Il dottore, che è anche un cardiologo, mi ha prescritto un ecodoppler sotto sforzo, in grado di rilevare delle anomalie cardiache durante le fasi di massima intensità fisica. L’esame ha diagnosticato una fibrillazione atriale, una patologia molto comune che causa palpitazioni e aritmia» ha raccontato in una recente intervista a Ok salute e benessere.
    Seguendo le raccomandazioni del medico, Cipollini si è imposto il riposo assoluto e, nel giro di un paio di settimane, ha prenotato un intervento di ablazione, convinto di poter tornare presto in sella. Ma proprio durante l’operazione i chirurghi si sono accorti che qualcosa non andava e, invece di procedere con l’ablazione, hanno effettuato delle biopsie cardiache che hanno svelato la presenza di una miocardite, infiammazione risultata la vera responsabile della fibrillazione atriale. Ha quindi cominciato una cura farmacologica, continuando ad astenersi da qualsiasi attività sportiva.
    «Sono stati mesi lunghi, difficili, che però mi hanno permesso di arrivare al secondo intervento in ottime condizioni. A febbraio dell’anno scorso, infatti, mi sono sottoposto all’operazione che, finalmente, è stata portata a termine con successo» ha spiegato il ciclista, che ha poi rominciato gradualmente a riavvicinarsi allo sport. Quando ha ottenuto il via libera per tornare ad allenarsi, però, c’era il lockdown,  per cui si è accontentato di pedalare sui rulli per diverse settimane prima di poter tornare su strada. «Ora mi sento in perfetta forma, mi alleno ogni giorno ma senza strafare, poiché sono consapevole di quale sia il mio limite. Devo dire però che, nonostante non sia più un ragazzino, ancora mi difendo dignitosamente». Parola di Super Mario.

    FONTE – CONFLITTO DI INTERESSI:Ok salute e benessere© 2021 sanihelp.it. All rights reserved.

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