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    Matilde Gioli nuova testimonial LILT

    Tumori

    di Valeria GhittiPubblicato il: 27-09-2021

    L’attrice è il nuovo volto della storica campagna per la prevenzione del tumore al seno che propone a ottobre visite senologiche gratuite negli ambulatori LILT aderenti.

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    Sanihelp.it – Ottobre si tinge di rosa, come è consuetudine, per la LILT for Women – Campagna Nastro Rosa al fianco di tutte le donne, contro il tumore al seno: per tutto il mese infatti, telefonando al numero verde 800998877, sarà possibile prenotare una visita senologica gratuita negli ambulatori della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori aderenti presenti su tutto il territorio nazionale, nonché ricevere informazioni, consigli e opuscoli dedicati.
    Volto della campagna 2021 è l’attrice Matilde Gioli, già tra i protagonisti del medical drama Doc- Nelle tue mani, che crede nell’importanza della cultura della prevenzione: «Certamente il tumore al seno fa paura ma gli strumenti per difenderci ci sono: si tratta in realtà di piccoli gesti e semplici, buone abitudini ma che possono davvero fare la differenza. Il primo passo è avere uno stile di vita sano e conoscere bene sé stesse, per cogliere in tempo eventuali cambiamenti nel proprio corpo: l’autopalpazione va praticata ogni mese e dovrebbe diventare una consuetudine sin da adolescenti. Poi, a partire dai 25-30 anni, ogni anno, non dobbiamo dimenticare di mettere in agenda uno screening completo dal senologo».
    Il tumore al seno resta per le donne il cancro più diffuso e temibile: sono circa 850.000 le donne in Italia che hanno vissuto la malattia e, sebbene la percentuale di guarigione si assesti oltre l’80% dei casi, l’incidenza non accenna a diminuire, al contrario, ci si ammala sempre di più, con un importante incremento nei soggetti giovani sotto i 40 anni.
    «Sul tumore al seno non possiamo permetterci di abbassare la guardia: solo nel 2021 si stimano oltre 55.000 nuove diagnosi, un numero impressionante che l’emergenza Covid non ha fatto che aggravare: troppi gli screening saltati, le terapie, gli interventi e i controlli rimandati» sottolinea il Presidente della LILT Francesco Schittulli. «Per questo, come LILT, oggi più che mai siamo attivi sul territorio attraverso le nostre Associazioni Provinciali per supportare concretamente le donne, garantendo informazione, servizi ambulatoriali, assistenza, tanto a chi sta lottando contro la malattia, quanto a chi mette in pratica i principi della prevenzione e della diagnosi precoce, la prima arma per difendere la nostra salute».

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    Detox ascellare, come farlo e perché

    Rimedi alternativi

    di Stefania D’AmmiccoPubblicato il: 21-09-2021

    Come ridurre l’odore e passare dall’uso di deodoranti chimici e antitraspiranti, all’utilizzo di sostanze naturali e meno dannose per l’organismo

    © iStock

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    Sanihelp.it – Le ascelle spesso non sono prese in considerazione quando si parla di detox.
    Eppure sono un’area sulla quale, ogni giorno, applichiamo deodoranti o antitraspiranti.
    Si sa che alcuni ingredienti, come i sali di alluminio, possono non essere adatti ad alcune persone, e come la nostra pelle sia comunque in grado di assorbire tantissime sostanze e di portarle in circolo in tutto il corpo.
    Per questo, sempre più persone si stanno approcciando al detox delle ascelle, sia allo scopo di liberare la pelle sia con l’obiettivo di passare all’uso di deodoranti più naturali e meno aggressivi.
    Ma come eseguire questo detox?
    Si potrà creare una pasta formata da un cucchiaio di polvere di bentonite, da un cucchiaio di acqua e da uno di aceto di mele.
    Si mescoleranno gli ingredienti e si applicherà la pasta a livello delle ascelle. Si lascerà il composto in posa per almeno dieci minuti e poi si risciacquerà.
    Si potrà proseguire con questo detox a giorni alterni, fino a quando sarà possibile notare qualche cambiamento.
    Come ci si accorgerà di aver disintossicato le ascelle?
    Innanzitutto, sarà possibile notare un odore molto meno forte durante la sudorazione. Inoltre, la pelle sarà di colore più chiaro, meno sensibile ed irritata.
    Durante i primi giorni dopo le prime disintossicazioni, molti notano un aumento della sudorazione e anche dell’odore, ma questi sono sintomi passeggeri che verranno meno nel momento in cui il detox sarà stato compiuto completamente.
    Alla fine del processo, quindi, si potrà passare all’uso di deodoranti naturali, che saranno molto più efficaci rispetto al passato.

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    Lorenzo Baglioni canta l'Alzheimer

    Demenza

    di Valeria GhittiPubblicato il: 21-09-2021

    Il cantautore è testimonial, insieme a Paolo Ruffini, della campagna di sensibilizzazione lanciata dalla Federazione Alzheimer Italia. E ha scritto una canzone sul tema.

    © instagram – profilo personale

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    Sanihelp.it – In Italia si stima che oltre un milione e 200 mila persone siano colpite da demenza. Diverse le possibili cause ma la più comune, nel 60-70 per cento dei casi, è l’Alzheimer. Una malattia subdola e incurabile, che progressivamente annulla le abilità fisiche e mentali, cancellando i ricordi di una vita; una patologia, la demenza, che coinvolge non solo il malato in prima persona, ma anche i familiari, alle prese anche con lo stigma e l’emarginazione sociale che nascono dalla scarsa informazione su di essa.
    Il 21 settembre si celebra la  giornata mondiale dell’Alzheimer e per l’occasione la Federazione Alzheimer Italia lancia la campagna #Notiscordaredivolermibene che mira a creare cittadini informati per abbattere lo stigma che circonda la malattia, per costruire una società più inclusiva per malati e familiari.
    Non ti scordare di volermi bene è anche il titolo della canzone scritta dal cantautore Lorenzo Baglioni, sulla scorta di un’esperienza familiare. Baglioni, insieme a Paolo Ruffini, è proprio testimonial della campagna che punta ad  abbattere il muro di isolamento che circonda le persone con demenza e le loro famiglie, attraverso la costruzione di una grande comunità di Amici delle Persone con Demenza.
    Sul sito dell’iniziativa, www.nontiscordare.org, è possibile cominciare il percorso per diventare amico delle persone con demenza, ovvero: informarsi sulla patologia, le sue conseguenze e il suo impatto sulla quotidianità; imparare a rapportarsi alle persone con demenza, partendo dalle loro caratteristiche e dai loro bisogni; coinvolgere familiari e amici affinché diventino anch’essi amici delle persone con demenza e contribuire così alla realizzazione di una società più attenta ai sentimenti, alle emozioni e ai bisogni di chi è colpito dalla malattia.

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    Giornata mondiale della consapevolezza sul linfoma

    Tumori: prevenzione e terapie

    di Elisa BrambillaPubblicato il: 21-09-2021

    Si è tenuta il 15 settembre scorso, per accendere i riflettori su questa malattia

    © iStock

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    Sanihelp.it – Nonostante l’elevata incidenza di casi la conoscenza di questa patologia, che colpisce ogni anno circa 15.000 persone, è spesso frammentata.Tra queste nuove diagnosi, secondo il registro Airtum (Associazione Italiana Registri Tumori), circa 2.150 riguardano il linfoma di Hodgkin, con una sopravvivenza netta a 5 anni dalla diagnosi pari all’82% nei maschi e 87% nelle femmine, mentre circa 13.200 sono invece le nuove diagnosi riguardo i linfomi non Hodgkin, con una sopravvivenza che, a 5 anni dalla diagnosi, si attesta al 64% nei maschi e al 67% nelle femmine.«Sopravvivenza e guarigione – sottolinea Davide Petruzzelli, Presidente e fondatore de La Lampada di Aladino Onlus – sono concetti molto complessi, perché la qualità della vita non corrisponde alla quantità della vita. La velocità dell’innovazione terapeutica, che sta cambiando positivamente la storia di queste patologie, purtroppo non va di pari passo con la presa in carico della persona. Il dibattito sulla personalizzazione della cura non deve essere semplificato né ristretto al solo ambito terapeutico, ma – continua Petruzzelli – deve comprendere la presa in carico globale della persona. Solo così potremo dare al paziente gli strumenti per essere al centro di un percorso di cura costruito su misura».L’associazione La Lampada di Aladino Onlus, fondata nel 2000 per dare supporto ai pazienti oncologici e ai loro familiari, spiega che guarire da un tumore non sempre significa tornare alla vita normale, per questo il percorso di cura non deve riguardare solo la malattia, ma tutta la persona.Grazie al percorso OSIO (Orientamento e Supporto Individualizzato al paziente Oncoematologico) è stato possibile implementare un percorso di cura personalizzato. L’assistenza è offerta dal Centro PAROLA (Prevenzione Assistenza Riabilitazione Oncologica Lampada di Aladino), un poliambulatorio dove un’equipe specializzata segue i pazienti.

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    Fake su neoplasie: nasce il progetto Comunicare il cancro

    Tumori: prevenzione e terapie

    di Elisa BrambillaPubblicato il: 14-09-2021

    Sui social una notizia su tre sui tumori è falsa: bisogna contrastare questo fenomeno

    © iStock

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    Sanihelp.it – Su internet ormai si trova di tutto, ma siamo sempre in grado di discernere ciò che è vero da ciò che è falso? A quanto pare, non sempre. Preoccupa infatti che il 30% delle notizie sul cancro pubblicate sui social sia falso, con possibili gravi conseguenze, come per esempio il ritardo nell’inizio delle cure o, peggio, il ricorso a terapie alternative prive di base scientifica e di efficacia.L’indagine, che è stata pubblicata sul Journal of the National Cancer Institute, ha rilevato che non solo questi articoli sono presenti in internet, ma che ricevono anche un gran numero di condivisioni.Per favorire la divulgazione di informazioni corrette in ambito oncologico nasce così il progetto comunicareilcancro che prevede un portale dedicato (www.comunicareilcancro.it) e l’attivazione di profili social. Comunicareilcancro è un progetto promosso dalla Clinica Oncologica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona – Università delle Marche e da Intermedia, che ha l’obiettivo di promuovere la cultura della comunicazione medico-scientifica in ambito oncologico sia sui media tradizionali che quelli digitali.Comunicareilcancro rappresenta un punto di riferimento per i pazienti, per i caregiver e per chi si occupa di comunicazione, con l’obiettivo di fornire un’informazione corretta e affidabile.«Nei media circolano ancora troppe fake news sul cancro – spiega Rossana Berardi, Ordinario di Oncologia Medica presso l’Università Politecnica delle Marche e Direttore della Clinica Oncologica Ospedali Riuniti di Ancona – E i social network sono i principali responsabili di questo processo di cattiva informazione. Il progetto comunicareilcancro si propone proprio di promuovere l’informazione corretta in questo ambito e attraverso una formazione anche accademica di formare operatori sanitari e divulgatori trasmettendo le regole fondamentali per comunicare non solo il cancro, che rappresenta il paradigma delle malattie anche per il suo grande impatto emotivo, ma più in generale la salute e la medicina».

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    Roberta Rei invita a sostenere la ricerca sull'endometriosi

    Iniziative

    di Valeria GhittiPubblicato il: 14-09-2021

    L’inviata de Le iene è la testimonial dell’evento musicale che il San Raffaele organizza per raccogliere fondi per la ricerca sulla patologia che colpisce il 10-15% delle donne in età riproduttiva.

    © comunicato stampa San Raffaele

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    Sanihelp.it – Segnate in agenda: giovedì 16 settembre 2021, alle ore 17, sul tetto dell’Ospedale San Raffaele si terrà Musica sui tetti, un evento musicale in streaming. Flavio Bordin, in arte Flavio Sax, musicista sassofonista professionista, si esibirà con la sua orchestra composta da tre giovani musiciste – due violiniste e una percussionista – con una scaletta di successi, tra cui alcuni brani di Ennio Morricone, Viva la Vida dei ColdPlay e il suo inedito Wind Roof and Love.
    Il concerto, che vede come testimonial l’inviata de Le Iene Roberta Rei, sarà fruibile da tutti i pazienti, dal personale e dal pubblico esterno collegato in diretta facebook sulle pagine social degli organizzatori (@ospedaleSanRaffaele, @Aendoassociazione). L’evento musicale, organizzato dall’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano in collaborazione con Ændo – Associazione Italiana Dolore Pelvico ed Endometriosi e con il supporto non condizionato di Gedeon Richter Italia, vuole sensibilizzare il pubblico sull’endometriosi e sostenere la ricerca scientifica in questo ambito.
    In Italia ci sono almeno 3 milioni di donne con diagnosi conclamata di endometriosi, malattia cronica e complessa, originata dalla presenza anomala del tessuto che riveste la parete interna dell’utero in altri organi, che può dare dolore cronico e infertilità, causando anche invalidità sociale. Purtroppo ancora è poco conosciuta e spesso la diagnosi è tardiva con conseguenze importanti e invalidanti.
    La raccolta fondi collegata a Musica sui Tetti andrà a sostenere Genome-Wide il progetto di ricerca nazionale coordinato dall’IRCCS Ospedale San Raffaele dedicato nello specifico allo studio della componente genetica nell’endometriosi.  «Con questo studio intendiamo ricercare e identificare le varianti genetiche che predispongono alla malattia. L’endometriosi è caratterizzata da una forte interazione tra genetica e ambiente. La quota di ereditabilità, vale a dire la quota di variabilità che è dovuta ad effetti genetici, risulta essere pari al 51%. Utilizzando le attuali tecniche che valutano le varianti dell’intero genoma, sono già state identificate alcune regioni del DNA potenzialmente coinvolte nello sviluppo della malattia ma ancora la strada da fare è lunga e per questo è di fondamentale importanza contribuire alla ricerca scientifica» spiega Massimo Candiani direttore dell’Unità di Ginecologia e Ostetricia dell’Ospedale San Raffaele.
    Per sostenere la ricerca sull’endometriosi basta fare la propria donazione attraverso la piattaforma GoFundMe al progetto Sostieni le donne contro l’endometriosi (https://www.gofundme.com/f/ricerca-endometriosi).

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    Funghi ai piedi, combatterli con una ricetta fatta in casa

    Cure naturali

    di Stefania D’AmmiccoPubblicato il: 14-09-2021

    Come curare le micosi, e anche prevenirne la ricomparsa, utilizzando pochi e semplici ingredienti naturali

    © iStock

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    Sanihelp.it – I funghi a livello dei piedi e delle dita dei piedi possono essere fastidiosi ma anche difficili da mandare via.
    Inoltre, una caratteristica tipica dei funghi è il loro odore, che può rimanere sui piedi per molto tempo, anche nel momento in cui questi vengano lavati.
    Esistono ovviamente moltissimi trattamenti medici, e nel caso in cui si sospetti di avere un fungo alle dita, alla pelle dei piedi oppure ad una delle unghie, bisognerà rivolgersi al proprio medico.
    Tuttavia, per prevenire, curare e lenire i piedi sarà possibile utilizzare una polvere antifungina fatta in casa.
    Per iniziare si dovranno combinare in una ciotola della polvere di bentonite e del pepe di Caienna. Il pepe, contenendo la capsicina, consente di combattere i funghi e anche di prevenirne la ricomparsa.
    Successivamente si aggiungeranno alcuni oli essenziali: due gocce di olio di cannella, contro le infezioni, due gocce di olio di chiodi di garofano e di olio di incenso.
    Si mescoleranno accuratamente tutti gli ingredienti e poi si potranno applicare sui piedi. Un modo davvero ingegnoso per farlo è quello di mettere un cucchiaio di polvere in ciascun calzino. Si infilerà il piede e si muoveranno i piedi e i calzini in modo da consentire alla polvere di ricoprire tutte le parti necessarie.
    Si utilizzerà almeno una volta al giorno fino a quando i piedi torneranno alla normalità.

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