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    Problemi al fegato per Carolyn Smith

    Tumori

    di Valeria GhittiPubblicato il: 15-02-2022

    La ballerina e coreografa britannica che combatte da sei anni contro un tumore maligno al seno è così costretta a sospendere la chemio. Ora teme il ritorno di quello che lei chiama intruso.

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    Sanihelp.it – Dal 2015, quando ha scoperto il tumore al seno, da lei ribattezzato l’intruso, la vita di Carolyn Smith, 61 anni, che abbiamo imparato a conoscere nella giuria di Ballando con le stelle, è stata scandita dalla chemioterapia, cui la coreografa si è sottoposta regolarmente ogni tre settimane.
    Ora, però, da circa sei mesi, ha dovuto sospenderla: è lei stessa a rivelarlo in una intervista concessa a Silvia Toffanin nel salotto di Verissimo. Problemi al fegato (ha parlato di un’infezione) le hanno imposto lo stop momentaneo per evitare danni irreversibili. Ma il percorso di cura non è ancora terminato e Carolyn dovrà continuare con la chemio, anche perché, le hanno detto i medici, «Ho il 65% della probabilità, se non faccio chemioterapia, che il tumore torni».
    Comprensibile, quindi, che la ballerina, che ha già fatto i conti con una recidiva nel 2017, si senta «abbastanza agitata» in vista dei prossimi controlli. Ha rivelato anche che, se all’inizio era più facile affrontare il tutto, man mano che va avanti si sente più fragile.
    Eppure non perde il sorriso: «Mi sento bene, anche se ho tanti dolori» ha dichiarato. «Voglio andare avanti, non voglio perdere un minuto da vivere, perché la vita è bella, anche se ci sono tante cose brutte attorno, ci sono tante belle cose». E non perde occasione, lei che in questi anni si è spesa pure in numerose iniziative di sensibilizzazione sulla prevenzione, per lanciare un messaggio positivo, quella che descrive come sua filosofia di vita: «Cercate le cose belle della vita, non solo le cose brutte. Non può essere tutto negativo».

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    Mieloma multiplo: sintomi e terapie

    Tumori: prevenzione e terapie

    di Elisa BrambillaPubblicato il: 15-02-2022

    Il mieloma multiplo è un tumore che si sviluppa da alcune cellule del sangue che si trovano nel midollo osseo

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    Sanihelp.it – Il mieloma si chiama multiplo perché si può presentare in diverse zone del corpo, in particolare a livello della colonna vertebrale, del cranio, delle costole o del bacino. All’inizio può non dare alcun sintomo ed essere diagnosticato in occasione di esami del sangue o delle urine fatti per altri motivi. Se invece sono presenti sintomi, si possono manifestare dolori alle ossa, fragilità ossea con frequenti fratture, stanchezza, sanguinamenti, infezioni, danni renali che causano perdita di appetito e di peso, gonfiore alle estremità degli arti, prurito della pelle.
    Il mieloma multiplo non è un tumore molto frequente e si manifesta più comunemente in persone di oltre 60 anni, mentre sotto i 40 anni i casi sono rari. Inoltre, colpisce più frequentemente le persone di colore rispetto alle persone di pelle bianca e alla popolazione asiatica.
    La diagnosi di mieloma multiplo non è facile, un po’ perché non è una malattia frequente e un po’ per l’assenza iniziale di sintomi. Lo specialista di riferimento è l’ematologo. Per quanto riguarda la terapia, i farmaci chemioterapici sono in grado di eliminare le cellule di mieloma. I più utilizzati a questo scopo sono il melfalan e la ciclofosfamide. Altri farmaci utilizzati sono i cortisonici, come desametasone e prednisolone, per via orale, e talidomide. Quest’ultimo farmaco è assolutamente controindicato in gravidanza in quanto teratogeno (può causare danni al feto), quindi le donne in età fertile dovranno utilizzare metodi contraccettivi efficaci.
    Il bortezomib, in monoterapia o in associazione con altri farmaci, è anch’esso indicato per questa forma tumorale. Ultimamente si stanno studiando anche altre terapie, in particolare si è dimostrata l’efficacia di ixazomib che, aggiunto all’associazione lenalidomide-desametasone, si è rivelato sicuro ed efficace nel trattamento di pazienti con mieloma multiplo recidivato-refrattario, per il quale è stata anche richiesta all’EMA (Agenzia del Farmaco Europea) l’autorizzazione per un anticorpo bispecifico chiamato teclistamab. 

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    Trapianto tecnicamente riuscito per Baricco

    Leucemia

    di Valeria GhittiPubblicato il: 01-02-2022

    Lo scrittore si è sottoposto al trapianto di cellule staminali. Ora occorrerà aspettare alcune settimane per verificarne l’esito.

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    Sanihelp.it – Lo scorso 26 gennaio, il giorno dopo il suo sessantaquattresimo compleanno, Alessandro Baricco è stato sottoposto a un trapianto di cellule staminali presso l’Istituto per la ricerca e la cura del cancro di Candiolo (Torino), dove era ricoverato da qualche giorno. Il trapianto di cellule staminali allogenico, cioè da donatore, è l’unica arma disponibile contro la leucemia mielomonocitica cronica, malattia che gli è stata diagnosticata da alcuni mesi.
    È stato lo stesso scrittore a rivelare la propria condizione lo scorso 22 gennaio con un post su Instagram, a corredo di una foto in cui si vede il laptop sul tavolino del letto di un ospedale: «Ehm, c’è una notizia da dare e questa volta la devo proprio dare io, personalmente. Non è un granché, vi avverto. Quel che è successo è che cinque mesi fa mi hanno diagnosticato una leucemia mielomonocitica cronica. Ci sono rimasto male, ma nemmeno poi tanto, dai. Quando hai una malattia del genere la cosa migliore che puoi fare è sottoporti a un trapianto di cellule staminali del sangue, cosa che farò tra un paio di giorni (be’, non è così semplice, ci stiamo lavorando da mesi, è un lavoro di pazienza). A donarmi le cellule staminali sarà mia sorella Enrica, donna che ai miei occhi era già piuttosto speciale prima di questa avventura, figuriamoci adesso».
    La leucemia mielomonocitica cronica è una malattia caratterizzata dall’aumento di una specifica popolazione di globuli bianchi, i monociti. Come già sottolineato, l’unica opzione terapeutica è il trapianto di staminali da donatore, anche se, come si legge sul sito dell’Associazione Italiana contro Leucemie, linfomi e mieloma (AIL), non sempre è di facile attuazione. «Per un po’ non contate su di me, ma d’altra parte non abituatevi troppo alla cosa perché i medici che si sono ficcati in testa di guarirmi hanno tutta l’aria di essere in grado di riuscirci abbastanza in fretta» ha cercato di rassicurare i fan lo stesso Baricco nel già citato messaggio social.
    Secondo quanto si apprende, l’intervento è tecnicamente riuscito, anche se saranno decisive le prossime tre settimane per verificare che tutto sia andato nel migliore dei modi. «Preferisco non parlare. Siamo in attesa» ha dichiarato la compagna Gloria Campaner.

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    Tumori rari: un accordo per comprenderne le mutazioni

    Tumori: prevenzione e terapie

    di Elisa BrambillaPubblicato il: 01-02-2022

    Le patologie rare sono poche centinaia o migliaia all’anno e, se considerate da sole, non raggiungerebbero un potere statistico adeguato

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    Sanihelp.it  Grazie alla collaborazione tra l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e Alleanza contro il cancro (ACC), si potrà avere una migliore caratterizzazione di tumori con prevalenza nettamente inferiore ai big killer. Di questo ambizioso progetto, UNIC, è incaricato il Working Group di Genomica e Informatica di Alleanza Contro il Cancro (ACC), la Rete Oncologica Nazionale fondata dal Ministero della Salute presieduta dal professor Ruggero De Maria.
    Il progetto si concentrerà su cinque neoplasie: angiosarcomi mammari, colangiocarcinomi, tumori timici, neuroendocrini e a cellule di Merkel. 
    «La nostra attività – spiega il coordinatore del Working Group, Luca Mazzarella, dello IEO di Milano – ha promosso l’implementazione di metodologie di analisi molecolare avanzata nella pratica clinica, previlegiando tecnologie sostenibili e facilmente interoperabili in contesti clinici di ampio interesse, su patologie di elevata incidenza e mortalità. Abbiamo creato una infrastruttura nazionale di raccolta ed interpretazione dei dati strumentale. Ora, l’applicazione di tecnologie più avanzate di sequenziamento ci consentirà di incrementare in modo significativo la comprensione di patologie estremamente rare e, perciò prive di sufficienti dati in letteratura per identificare alterazioni potenzialmente actionable».
    I risultati attesi sono diversi: definizione di linee guida per questi tumori rari, classificazione genomica e comprensione dei meccanismi alla base delle mutazioni.
    Per il presidente di ACC, Ruggero De Maria, «i tumori rari hanno la necessità di essere studiati e trattati attraverso strutture di rete, in modo da condividere le esperienze e sperimentare nuovi protocolli clinici. ACC ha il vantaggio di poter offrire ai pazienti anche una serie di tecnologie di analisi molto sofisticate che possono favorire l’identificazione dei migliori percorsi diagnostici e terapeutici – ha concluso – Il progetto UNIC contribuirà in maniera significativa a progredire in questa direzione».

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    Tumori: superare le disuguaglianze

    Tumori: prevenzione e terapie

    di Elisa BrambillaPubblicato il: 25-01-2022

    La proposta di Cittadinanzattiva per migliorare la lotta contro il cancro

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    Sanihelp.it – Sono circa 60 gli esperti che hanno collaborato al progetto di Cittadinanzattiva, un documento dal titolo Insieme per l’oncologia del futuro, realizzato con il supporto di Novartis.
    Lo scopo è quello di fare in modo che screening e vaccini siano più alla portata di mano dei cittadini e che in tutte le regioni ci sia un Registro tumori e un Portale nazionale dell’innovazione.
    Il documento parla di innovazione, salute digitale, cure di prossimità, inclusione sociale, gestione della cronicità e, come scrive il professor Walter Ricciardi, consulente del Ministro della salute, nell’introduzione, «si propone di disegnare una strategia proattiva contro il cancro su misura per il nostro Paese e destinata ai principali tavoli dei decisori politici». Le proposte sono diverse, come quella di redigere protocolli d’intesa tra i vari Ministeri per portare l’educazione sanitaria più vicino ai cittadini, o di incentivare l’adesione alla vaccinazione e agli screening oncologici, con la collaborazione delle Case della Comunità previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Fondamentale è poi monitorare l’attuazione del Piano Oncologico Nazionale e per accelerare l’utilizzo da parte delle Regioni del fondo assegnato per la realizzazione dei Registri tumori regionali. Tra i punti, quello di estendere modelli innovativi di distribuzione e somministrazione dei farmaci oncologici presso le diramazioni territoriali, come appunto le Case della Comunità. Inoltre, realizzare, sotto il controllo del Ministero della Salute, un Portale nazionale dell’innovazione contenente l’elenco dei centri autorizzati a erogare trattamenti altamente specializzati e personalizzati. 
    «Le proposte contenute – dichiara Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva – possono trovare spazio per concretizzarsi attraverso il nuovo Piano oncologico nazionale di prossima pubblicazione che, ci auguriamo, preveda azioni precise e risorse adeguate a poterlo implementare su tutto il territorio».

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