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    Con Retake le città ripartono dal basso

    “Sostenere i cittadini intenzionati a svolgere un ruolo attivo nei luoghi in cui vivono quotidianamente”. Così Francesca Leonelli, presidente di Retake, sintetizza il ruolo della Fondazione attiva nella tutela dell’ambiente e la cura dei beni comuni. Per la vivibilità e la rigenerazione urbana Un ente non profit di cittadini per il bene comune . “Il […] LEGGI TUTTO

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    Ripartono da Milano le giornate “Insieme a te per l’ambiente” di McDonald’s

    La sensibilità ambientale ha fatto grossi passi in avanti negli ultimi anni, eppure sono ancora troppi i rifiuti che inquinano parchi, spiagge, strade e più in generale i luoghi pubblici che animano le nostre città, causando degrado e pericoli per la nostra salute e per quella dell’ambiente. A confermarlo sono anche i dati diffusi dall’indagine “Beach Litter 2024” di Legambiente: monitorando 33 spiagge in tutta Italia, rivela il report, ogni 100 metri di spiaggia è emersa una media di 705 rifiuti, tra i quali un mozzicone di sigaretta ogni metro e più di un pezzo di plastica ogni due metri. E proprio ripulire dai rifiuti parchi, spiagge, strade e luoghi pubblici è l’obiettivo dell’iniziativa “Insieme a te per l’ambiente” promossa da McDonald’s in collaborazione con Assoambiente e Utilitalia. La quarta edizione è partita oggi a Milano (con il patrocinio del Comune e con il supporto operativo di Amsa) e ha visto protagonisti oltre 300 volontari, dipendenti sia della sede di Assago di McDonald’s, sia di tutti gli altri 31 ristoranti del brand presenti in città, impegnati a ripulire alcuni spazi verdi e aree pubbliche e a riqualificare aree giochi e complementi di arredo urbano.
    Tra i parchi cittadini coinvolti nell’iniziativa ci sono il Parco della Resistenza, Parco Monte Stella, Parco Baden Powell, Parco della Martesana e Parco Alessandrina Ravizza.

    Le immagini della quarta edizione di “Insieme a te per l’ambiente”

    L’iniziativa è stata promossa da McDonald’s, in collaborazione con Assoambiente e Utilitalia

    “Siamo orgogliosi di essere qui oggi, con le persone che lavorano nella sede di Assago, per dare il nostro contributo alla riqualifica del Parco della Resistenza. E non solo qui. Oggi siamo presenti in tante altre aree cittadine, insieme ai nostri licenziatari e dipendenti di Milano e provincia”, ha sottolineato nel corso dell’iniziativa Giorgia Favaro, amministratrice delegata McDonald’s Italia. Con questo gesto, ha proseguito, “vogliamo fare la nostra parte per riconsegnare ai cittadini di Milano spazi pubblici fruibili e vivibili. Giornate come queste sono l’occasione non solo per restituire quanto le comunità locali ci danno ogni giorno, ma anche per sensibilizzare su un fenomeno quanto mai attuale come il littering, ossia l’abbandono dei rifiuti nell’ambiente”.
    Questa quarta edizione dell’evento ha segnato anche l’inizio della partnership con Retake, fondazione non profit attiva nella tutela dell’ambiente e la cura dei beni comuni, con la quale McDonald’s ha siglato una collaborazione che vedrà le due realtà lavorare in sinergia in alcune delle prossime tappe. La giornata è stata anche l’occasione per fare un bilancio dei risultati raggiunti fin qui. “Siamo partiti quattro anni fa con questo progetto e da allora, grazie al contributo dei nostri 155 imprenditori sul territorio italiano, abbiamo effettuato 350 tappe e coinvolto oltre 15 mila persone in tutta Italia, arrivando a raccogliere circa 10 mila sacchi di rifiuti abbandonati”, ha raccontato Favaro. “Con questa quarta edizione vogliamo dare nuovo slancio all’iniziativa e siamo sicuri che con l’aiuto di Retake riusciremo a fare ancora meglio”.
    Le giornate “Insieme a te per l’ambiente” proseguiranno a Roma, dove il 27 settembre è in programma una nuova tappa dell’evento. Il progetto si inserisce nel più ampio percorso di transizione ecologica intrapreso dall’azienda ormai da diverso tempo. Tra le azioni che sono state promosse negli ultimi anni ci sono, ad esempio, l’eliminazione della plastica monouso in favore di materiali più sostenibili come la carta; l’installazione di nuovi contenitori per la raccolta differenziata nelle sale e nei dehors; la formazione interna; la collaborazione con Comieco per garantire la riciclabilità del packaging in carta e campagne di sensibilizzazione sulle corrette modalità di raccolta dei rifiuti rivolte ai consumatori. LEGGI TUTTO

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    Carta e cartone, la raccolta raggiunge numeri record

    L’ultimo allarme è stato lanciato dall’agenzia Climate X, secondo cui entro il 2050 diverse decine di luoghi e monumenti dal patrimonio culturale globale, tutelati dall’Unesco, potrebbero sparire o essere soggetti a danni irreparabili a causa di inondazioni, erosione costiera, frane, pericoli causati dal vento, tempeste e cicloni. La notizia conferma una volta di più l’importanza di agire in maniera concreta per contrastare il preoccupante fenomeno legato ai cambiamenti climatici e limitare gli effetti dell’azione umana sul nostro Pianeta. Un grosso ruolo in questo obiettivo è giocato dal riciclo degli imballaggi che sono più volte finiti sotto i riflettori negli ultimi anni per il loro potere inquinante. Su questo fronte buone notizie arrivano dagli ultimi dati Comieco – Consorzio nazionale per la raccolta e il recupero degli imballaggi cellulosici contenuti nel 29esimo Rapporto Annuale sulla raccolta differenziata di carta e cartone in Italia.
    In base al report, lo scorso anno la raccolta differenziata di carta e cartone nel nostro Paese è cresciuta di quasi il 3% rispetto al 2022, raggiungendo la quota record di oltre 3,7 milioni di tonnellate. Un andamento che si è riflesso positivamente anche sul tasso di riciclo degli imballaggi cellulosici, arrivato al 92,3%, in netto anticipo sugli obiettivi Ue al 2030 (85%). Risultati ai quali ha contribuito la sensibilità in crescita tra i cittadini verso la raccolta differenziata: questi ultimi hanno conferito infatti nel 2023 mediamente circa 64 kg ciascuno, un risultato mai raggiunto in precedenza al quale ha concorso anche il risultato record messo a segno dal Sud che ha raggiunto in media i 50 kg/ab.
    Guardando allo spaccato per macro-aree, il Nord si è confermato il bacino più consistente in termini di quantità con quasi 1,9 milioni di tonnellate raccolte, in crescita del 2,8% rispetto al 2022. La crescita è stata trainata da Veneto (più 9,9%), Emilia-Romagna (più 2,7%) e Liguria (più 8,1%). Il Centro è cresciuto complessivamente dell’1,5% su una raccolta totale pari a 871 mila tonnellate, con le migliori performance raggiunte da Lazio (più 2,7%), Toscana (più 1,5%) e Umbria (più 0,9%). Numeri positivi sono stati raggiunti anche al Sud che ha superato le 983 mila tonnellate raccolte con un incremento del 4,5%. L’unica regione in flessione rispetto al 2022 è risultata l’Abruzzo (meno 1,3%), mentre tutte le altre hanno migliorato le proprie performance. La Campania ha incrementato la raccolta del 4,5%, il Molise del 7,6% e la Puglia del 2,3%. La Sicilia, con un balzo del 9,9% sull’anno precedente (migliore performance italiana insieme al Veneto), da sola ha registrato più della metà dell’incremento dei volumi al Sud. In crescita è risultata anche la Sardegna (più 3,2%) che ha riconfermato la migliore performance pro-capite della macroarea.
    Per il futuro, osserva Carlo Montalbetti, direttore generale Comieco, “stimiamo che la raccolta differenziata di carta e cartone abbia ancora un potenziale di 700 mila tonnellate/anno, di cui oltre 400 mila al Sud. Per intercettarle”, prosegue, “stiamo lavorando con un piano di supporto ai Comuni del meridione che prevede un investimento di 3,5 milioni di euro. A questo”, conclude il direttore generale, “si aggiunge un ulteriore aumento della capacità di trattamento dei rifiuti cartacei a fronte degli investimenti sull’impiantistica generati dai cofinanziamenti del Pnrr: 58 progetti in fase di cantierizzazione, la maggior parte nell’area Centro-Sud del Paese”. LEGGI TUTTO

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    Esg, è l’ora della maturità

    “L’Esg è morto, viva l’Esg”, si potrebbe dire parafrasando una formula francese utilizzata al momento della successione alla guida del regno, per sottolineare la continuità ininterrotta della monarchia. Per diversi anni le tematiche legate alla sostenibilità ambientale, all’inclusione sociale e alla governance sono state in cima alla comunicazione delle aziende, soprattutto quelle più esposte verso i consumatori finali. Oggi se ne parla meno, ma non è detto che sia un male.
    Nuovo orientamento
    Il vento è cambiato con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e con le conseguenti tensioni tra superpotenze che hanno portato in primo piano l’esigenza di rafforzare i sistemi di difesa in Occidente. Soprattutto negli Stati Uniti si sono sollevate voci di alti rappresentanti istituzionali che hanno invitato le aziende a concentrarsi sui risultati di bilancio, senza “distrazioni” di sorta.
    I riflessi del cambio di orientamento si avvertono anche sull’altra sponda dell’Atlantico. Nel secondo trimestre, segnala Morningstar, i flussi verso gli Etf Esg in Europa si sono fermati a 4,7 miliardi di euro, in forte frenata dai 7,6 miliardi del periodo gennaio-marzo. Nel medesimo periodo, la loro incidenza sui flussi totali si è quasi dimezzata, passando dal 17 al 9%.
    I giovani spingono le aziende verso scelte virtuose
    Tendenze che indicano un declino ineluttabile? Ad approfondire i dati, sembrerebbe di no. In primis ci sono ragioni congiunturali: le aziende impegnate nella transizione verso la sostenibilità devono affrontare investimenti significativi per realizzarla e i tassi di interesse elevati dell’ultimo triennio hanno penalizzato la redditività. Con l’allentamento monetario da poco partito, la situazione cambia.
    In più va detto che non è calata l’attenzione delle aziende verso queste tematiche, piuttosto c’è maggiore attenzione nella comunicazione, complici le normative sempre più stringenti per contrastare il greenwashing, cioè l’impegno ambientale solo di facciata.
    Cambiando prospettiva, secondo un sondaggio condotto da Bain & Company su quasi 200 mila consumatori, l’Esg è divenuto uno dei tre principali criteri di acquisto per oltre la metà dei consumatori a livello globale. Questo significa che sempre più spesso i clienti recidono i rapporti con le imprese poco attente alle questioni ambientali, sociali e di governance, con accenti più marcati tra le nuove generazioni.
    Cresce la redditività
    Per altro, un altro studio della stessa Bain segnala che le aziende con i punteggi più elevati sul fronte della sostenibilità hanno ottenuto una crescita dei ricavi e della redditività cinque volte superiore a quelle che hanno ottenuto il punteggio più basso. Una differenza che si spiega anche alla luce di fenomeni come il cambiamento climatico e il contrasto crescente alle discriminazioni. In sostanza, adottare un approccio Esg significa considerare anche altri fattori di rischio accanto a quelli tradizionali e spinge a ricalibrare di conseguenza le strategie di crescita orientate al medio e al lungo termine.
    In un documento congiunto, Europarlamento e Commissione europea evidenziano un aspetto cruciale. Per le aziende, ormai, non si tratta solo di adottare un approccio responsabile verso terzi; è nel loro stesso interesse considerare questi rischi nell’ambito dei rispettivi piani industriali per puntare a una crescita sostenibile.
    La direttiva comunitaria Csrd (Corporate Sustainability Reporting Directive) ha previsto un calendario che tenderà ad aumentare sempre più il numero di imprese tenute a pubblicare report dettagliati sui loro dati di sostenibilità. L’obiettivo di Bruxelles è “ridurre il greenwashing, rafforzare l’economia sociale del mercato Ue e gettare le basi per standard di trasparenza sulla sostenibilità a livello mondiale”. Così il Vecchio Continente punta a confermarsi il motore del cambiamento di paradigma economico negli anni a venire. LEGGI TUTTO

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    Al via da Milano la quarta edizione delle giornate “Insieme a te per l’ambiente”

    Prenderà il via il 13 settembre prossimo da Milano la quarta edizione delle giornate “Insieme a te per l’ambiente”, progetto lanciato da McDonald’s nel 2021, in collaborazione con Assoambiente e Utilitalia, che coinvolge gli oltre 155 licenziatari, i team dei ristoranti e i volontari delle comunità locali, con l’obiettivo di ripulire dai rifiuti abbandonati luoghi destinati alla comunità come parchi, spiagge, aree verdi e strade, in diverse città d’Italia.
    Coinvolti personale e associazioni dei territori
    Le tre edizioni fin qui svolte hanno visto il coinvolgimento di oltre 15 mila persone, più di 300 associazioni locali. Complessivamente sono stati raccolti oltre 10 mila sacchi di rifiuti nell’ambito di 350 tappe realizzate in tutta Italia, di cui oltre la metà patrocinate dai rispettivi Comuni.
    Guardando alla nuova edizione, sia la tappa di Milano, sia quella di Roma (in calendario il 27 settembre) si svolgerà attraverso una serie di eventi in varie aree delle due città. Tra le novità di quest’anno, da segnalare la collaborazione con Retake, fondazione non profit attiva nella tutela dell’ambiente e la cura dei beni comuni.
    I messaggi chiave
    Il progetto itinerante fa parte di i’m Lovin it italy, che si concretizza in una serie di attività rivolte alle comunità in cui il marchio è presente con i suoi oltre 700 ristoranti. A sua volta, questa iniziativa si inserisce nel più ampio percorso verso la sostenibilità ambientale adottato da McDonald’s già da diversi anni. “Come grande operatore siamo infatti consapevoli di avere un’importante responsabilità nei confronti dell’ambiente e dei territori in cui operiamo con i nostri ristoranti”, spiegano dall’azienda. “Per questo abbiamo messo a punto il percorso ‘Dal campo al vassoio’, che abbraccia tutta la catena del valore: dalla sempre maggiore italianità dei prodotti ai ristoranti a basso impatto energetico alla circolarità dei packaging, dalla sensibilizzazione dei consumatori fino alla lotta all’abbandono dei rifiuti nell’ambiente”.
    Progressivo abbandono della plastica
    Dal 2019, infatti, McDonald’s ha intrapreso una graduale eliminazione della plastica monouso in favore di materiali naturali e sostenibili. Oggi, in Italia, oltre il 90% del packaging è realizzato in carta, certificata e riciclabile.
    La corretta gestione dei rifiuti è parte integrante di questo percorso. Per garantirla, l’azienda ha introdotto da tempo nei suoi ristoranti nuovi contenitori per la raccolta differenziata e lavora quotidianamente per formare i suoi 35 mila dipendenti alle corrette pratiche di riciclo. Proprio su questi aspetti, Comieco affianca da diversi anni McDonald’s non solo nell’implementazione di procedure che favoriscano il riciclo ma anche nella continua ricerca di comportamenti virtuosi.
    Grazie alla collaborazione con Utilitalia e Assoambiente, McDonald’s lavora anche direttamente sul territorio, siglando memorandum d’intesa con alcuni dei più importanti gruppi di società di raccolta e gestione dei rifiuti per lavorare in modo sinergico nei vari Comuni dove operano i ristoranti. Lo scorso anno, inoltre, in collaborazione con Altroconsumo è stata realizzata nei ristoranti una campagna di sensibilizzazione sulle corrette modalità di raccolta dei rifiuti rivolta ai consumatori. LEGGI TUTTO

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    Gli aspetti sociali della sostenibilità diventano sempre più cruciali

    Non solo ambiente, energie rinnovabili e buone regole di governo aziendale. La sostenibilità passa anche per la “S” dell’acronimo Esg, che probabilmente ha meno appeal delle altre lettere, ma per certi versi è anche più decisiva per tracciare una linea di confine tra impegno reale e solo di facciata su queste tematiche.
    Un ambito poco conosciuto
    Secondo l’Axa Im Esg Consumer Survey 2024, infatti, quando si parla di sostenibilità, gli investitori italiani guardano in primo luogo ai fattori di governance, riferiti alle procedure contabili trasparenti, alla protezione dei dati e a un pricing equo. A completare la top 5, seguono i fattori ambientali relativi alla salvaguardia degli oceani e della fauna marina e alla riduzione delle emissioni di CO2. Solo i più giovani indicano tra le priorità alcuni fattori sociali, come il contrasto alla povertà globale e i valori etici aziendali.
    Lo studio non approfondisce le ragioni delle differenti sensibilità, ma sta di fatto che lo scenario è in evoluzione e proprio gli aspetti sociali sono destinati a svolgere un ruolo sempre più cruciale.
    “La gestione del capitale umano è un aspetto al quale viene dedicata una crescente attenzione, in particolare dopo l’epidemia di Covid. Un’azienda che mette la gestione del capitale umano tra le priorità programmatiche ha maggiori probabilità di fidelizzare e sviluppare il personale più talentuoso, con chiari vantaggi per le performance future”, è l’analisi di Minal Davé, specialista di investment stewardship presso Jp Morgan Asset Management.
    Un altro tema chiave è quello della diversità, equità e inclusione: diverse ricerche indicano che una maggiore presenza femminile in posizioni dirigenziali di alto livello può essere vantaggioso per la performance finanziaria di un’azienda.
    La difficoltà di definire un perimetro di azione
    “Spesso l’ambito sociale è meno gettonato nelle analisi sulla sostenibilità perché più difficile da definire nei suoi contorni”, racconta Carlo Alberto Pratesi, professore ordinario di Marketing, Innovazione e Sostenibilità dell’Università Roma Tre e presidente di Eiis (Istituto europeo che si occupa di educazione nell’ambito della sostenibilità). “Semplificando al massimo, mentre l’impatto ambientale di un’azione è ormai quantificabile con una certa precisione, grazie a metriche e strumenti consolidati, gli aspetti sociali abbracciano ambiti anche molto diversi tra loro e non sempre ben definiti”.
    C’è poi anche un altro aspetto rilevato da Pratesi. “La S si presta a differenti interpretazioni a seconda delle esperienze e delle culture”. A questo proposito cito l’esempio della Ferrero, in passato criticata perché la raccolta di nocciole in Turchia, tipicamente appannaggio dei curdi, veniva svolta da questi ultimi coinvolgendo l’intero nucleo familiare, minori compresi (un po’ come avveniva in passato in Italia per la vendemmia). “In questo caso, l’azienda italiana ha avviato un progetto che, intervenendo sia sul contesto che sulle consuetudini locali, ha permesso alle famiglie che arrivano nella regione di trovare strutture (sanitarie, educative e sportive) per accogliere i più giovani, indipendentemente dalle mansioni in cui possono essere coinvolti i loro genitori”.
    Da qui la consapevolezza che si tratta di un ambito della sostenibilità particolarmente complesso per le aziende, complice la carenza di professionalità specifiche. “Mentre è tutto sommato facile reperire sul mercato un ingegnere ambientale, lo stesso non vale per i professionisti in grado di gestire le diverse questioni sociali. Si tratta di un tema che quindi chiama in causa anche il rinnovamento dell’offerta formativa specialistica”, conclude Pratesi. LEGGI TUTTO