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    Giornata mondiale dell’ambiente ed elezioni europee: l’Europa non deve perdere la leadership su clima e green economy

    Alla vigilia delle elezioni europee, Italy for Climate, centro studi della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, pubblica un rapporto dettagliato che sfata i falsi miti sulla transizione energetica ed evidenzia il potenziale dell’Unione Europea per non perdere la leadership mondiale nella lotta contro il cambiamento climatico. Il rapporto, intitolato “Europa, un voto per il clima”, esamina i pregiudizi che vedono la transizione energetica come una minaccia e mette in evidenza le opportunità che essa rappresenta per l’Europa e che sono stati al centro del dibattito politico in vista delle prossime elezioni europee.”Le prossime elezioni sono un banco di prova importante per capire se l’Unione europea continuerà a perseguire un ruolo di leadership nella transizione energetica e nella nuova economia di domani”. – spiega Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile – “Ancora in troppi ritengono che ignorare la realtà, la gravità delle alluvioni e delle ondate di calore della crisi climatica, sia realismo e che le analisi e le valutazioni scientifiche in merito siano solo opinioni alle quali contrapporre loro diversi pareri. La sottovalutazione della reale portata della crisi climatica è ormai diventata, essa stessa, parte del pericolo: porta ad attaccare le misure necessarie per affrontarla, senza indicare alternative, lasciando così che continui a peggiorare. Questa sottovalutazione porta anche ad essere impreparati ad affrontare i conflitti generati da un cambiamento di vasta portata come la decarbonizzazione”.

    “L’Ue è uno dei 4 grandi emettitori che, da soli, sono responsabili di oltre la metà delle emissioni globali. Insieme questi big emitters rappresentano anche una quota rilevante del mercato globale e dettano standard a cui anche le altre economie devono adattarsi. La transizione energetica è già in corso e sta già orientando in modo sostanziale i flussi di investimenti globale che oramai sempre di più puntano sulle rinnovabili, sull’efficienza, sull’elettrificazione mentre cominciano ad arretrare dal mondo dell’oil&gas. Questi trend sono destinati a rafforzarsi nei prossimi anni, anche se per scongiurare il precipitare della crisi climatica dovranno farlo molto più velocemente. Se dalle prossime elezioni verrà fuori un’Europa che tenterà di rallentare questa trasformazione invece di puntare su di essa, sarà un grave danno per il mondo intero ma soprattutto per il futuro stesso dell’Unione, che rischierà di essere marginalizzata nel nuovo contesto economico globale.”, aggiunge Andrea Barbabella, Coordinatore di Italy for Climate. 

    l rapporto analizza cinque Falsi Miti sulla Transizione Energetica:

    Perdita di competitività: C’è il timore che l’UE, accelerando sulla decarbonizzazione, rischi di perdere competitività sul mercato globale. Tuttavia, la transizione energetica è in corso e un numero crescente di imprese sta già rivedendo le proprie priorità di investimento. Dal 2016, gli investimenti globali nelle energie pulite hanno superato quelli nei combustibili fossili, con 1.700 miliardi di dollari investiti nelle energie pulite nel 2023 rispetto ai poco più di 1.000 miliardi nei combustibili fossili e questo trend è destinato a rafforzarsi nel tempo. 
    Impatto sull’economia e occupazione: Si crede che le politiche climatiche troppo ambiziose dell’UE possano danneggiare economia e occupazione. In realtà, la crisi climatica rappresenta la principale minaccia per l’economia e investire nella transizione è conveniente. Gli interventi necessari per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 costerebbero l’1-2% del PIL mondiale, ma eviterebbero costi fino al 9% del PIL causati dalla crisi climatica. Inoltre, il numero di occupati nel settore delle energie pulite ha già superato quello dei combustibili fossili e si prevede che continui a crescere. 
    Ruolo dell’UE nelle emissioni globali: Si pensa che l’UE possa fare poco o nulla sulle emissioni globali e debba attendere che tutti i Paesi si mettano d’accordo. In realtà, l’UE è il quarto emettitore al mondo e insieme agli altri big emitters (Cina, USA e India) produce il 54% delle emissioni globali. L’azione dell’UE può quindi incidere significativamente sugli equilibri climatici globali. 
    Obiettivi troppo ambiziosi: Si ritiene erroneamente che l’UE stia perseguendo obiettivi troppo ambiziosi e dovrebbe rallentare. In realtà, la crisi climatica sta accelerando più del previsto, con la temperatura media globale nel 2023 che ha registrato un aumento di +1,48°C rispetto al periodo preindustriale. L’UE è l’unica tra i grandi emettitori ad aver ridotto le emissioni dal 1990 ma non è ancora in linea con gli obiettivi sottoscritti a Parigi nel 2015. 
    Neutralità tecnologica: L’idea che l’UE debba adottare un approccio di neutralità tecnologica, evitando di fissare obiettivi specifici e vincolanti per le singole tecnologie, è errata. Per affrontare la crisi climatica e azzerare le emissioni nette entro il 2050, è necessario dare un segnale chiaro agli operatori economici sulle prospettive di crescita e di investimenti delle singole tecnologie. L’Agenzia Internazionale dell’Energia, ad esempio, raccomanda di sospendere la vendita di nuove caldaie a gas entro il 2025 e di fermare la vendita di auto a combustione interna entro il 2035.

    Confronto tra i Big Emitters:

    Il rapporto presenta anche un’analisi comparativa tra Cina, USA, India e Unione Europea, evidenziando i progressi fatti e soprattutto gli impegni messi in campo per accaparrarsi la leadership economica e tecnologica nella transizione:

    Cina: Primo emettitore globale con un aumento delle emissioni del 285% dal 1990 al 2022. Nel 2023 ha investito 673 miliardi di dollari nella transizione energetica e prevede di installare oltre 1.200 GW di capacità rinnovabile entro il 2025. La Cina è il primo emettitore ma anche il primo investitore in tutti gli ambiti della transizione energetica.
    USA: Le emissioni sono diminuite del 2,4% dal 1990 al 2022. Gli investimenti nella transizione energetica hanno raggiunto i 303 miliardi di dollari nel 2023, con obiettivi di riduzione del 50% delle emissioni dal 2005 entro il 2030 e neutralità climatica entro il 2050. In rapporto alla popolazione, gli USA mantengono il primato di emissioni pro capite e hanno cominciato tardi a ridurre le emissioni ma ora sono di nuovo in corsa fra i leader della transizione.
    India: Ha aumentato le emissioni del 174% dal 1990 al 2022, ma è ancora uno dei Paesi con le emissioni pro capite più basse (2,8 tCO2eq/abitante). Nel 2023 ha investito 31 miliardi di dollari nelle energie rinnovabili. L’India affronta la sfida di costruire una nuova superpotenza globale puntando da subito sulla transizione green.
    UE: Ha ridotto le emissioni del 27% dal 1990 al 2022. Con un investimento di 360 miliardi di dollari nel 2023, l’UE si impegna a ridurre le emissioni del 55% entro il 2030 e a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. L’UE è l’unica ad aver ridotto le emissioni rispetto al 1990. 

    Benchmark tra i Paesi europei:

    La valutazione dei 27 Stati membri mostra le diverse performance nella corsa alla neutralità climatica in base a 22 indicatori appartenenti a 8 macro categorie:
    Emissioni: L’Italia ha ridotto le emissioni del 20% dal 1990, un dato inferiore alla media UE del 29%. L’Italia si colloca quindi al di sotto della media europea in termini di riduzione delle emissioni. Le emissioni di gas serra nei settori sotto il Regolamento Effort Sharing (Edifici, Trasporti, Agricoltura e gestione dei rifiuti) sono diminuite del 19% in Italia tra il 2005 e il 2022, leggermente meglio della media UE, ma peggio di Francia, Spagna e Germania. Inoltre, l’Italia è l’unico grande Paese europeo a non aver rispettato il limite target annuale del 2022.
    Efficienza Energetica: I risparmi energetici in Italia sono inferiori alla media UE. Questo indica che l’Italia deve fare di più per migliorare l’efficienza energetica dei suoi edifici, dei trasporti e delle industrie. Tra il 2000 e il 2021, l’Italia ha conseguito un risparmio energetico del 19%, una delle performance più basse dei 27 Paesi UE, leggermente peggiore della media UE del 20%.
    Rinnovabili: La quota di energia da fonti rinnovabili in Italia è del 19%, inferiore alla media UE del 23% e di tutte le grandi economie, ad eccezione della Polonia. Per quanto riguarda i consumi elettrici da fonti rinnovabili, l’Italia si attesta al 37%, sotto la media UE del 41%. Nel 2023, l’Italia ha installato 5,7 GW di nuovi impianti di produzione elettrica da fonti rinnovabili, mentre la Germania ha raggiunto un record di 18 GW.
    Industria: Nel settore industriale, l’Italia ha conseguito un risparmio energetico del 26% negli ultimi vent’anni, superando la media UE del 21% e mantenendosi in linea con le altre grandi economie, ad eccezione della Polonia. Inoltre, la quota di consumi elettrici nel settore industriale italiano è del 39%, superiore alla media UE del 33%, posizionandosi tra le più alte dei 27 Paesi.
    Trasporti: Il settore dei trasporti rappresenta una delle principali sfide per l’Italia, che deve ridurre significativamente le emissioni di CO2, migliorare l’efficienza dei veicoli e incentivare l’adozione di veicoli elettrici.
    Edifici: L’efficienza energetica degli edifici italiani è ancora inferiore alla media europea. È essenziale potenziare gli incentivi per la ristrutturazione e l’efficienza energetica degli edifici residenziali e commerciali.
    Agricoltura: L’agricoltura italiana deve affrontare sfide importanti per ridurre le emissioni di gas serra, migliorando le pratiche di gestione del suolo e delle risorse idriche.
    Vulnerabilità climatica: L’Italia ha subito danni economici superiori alla media europea a causa di eventi meteo-climatici estremi. Questa vulnerabilità sottolinea l’urgenza di adottare misure di adattamento ai cambiamenti climatici e di ridurre le emissioni di gas serra. Dal 1980 al 2022, l’Italia ha subito perdite economiche pari a 1.918 € per abitante, superiori alla media europea, ma inferiori rispetto a Germania, Spagna e Francia.

    Il rapporto completo è disponibile sul sito di Italy for Climate.

    Italy for Climate è un centro studi della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, in partnership con Enea, Ispra ed RSE, e promosso da A2A, Chiesi, Conou, Davines, Edison, Elettricità Futura, H&K Strategies, illy, Italian Exhibition Group, Terna. LEGGI TUTTO

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    “Il mondo è in ritardo rispetto all’impegno di triplicare l’elettricità da rinnovabili”

    A conti fatti siamo decisamente indietro. Ad annunci fatti, va un po’ meglio: forse, nel 2030, l’obiettivo di triplicare la produzione di elettricità rinnovabile nel mondo sarà centrato, ma solo al 70%. Nella Giornata mondiale dell’ambiente mentre a Bonn in Germania si fa il punto sul cammino che porterà alla COP29 di Baku in Azerbaigian, per la IEA – Agenzia internazionale dell’energia – è tempo di tracciare un primo bilancio su quanto è stato annunciato sei mesi fa alla COP28 di Dubai. Lo scorso dicembre i leader mondiali si erano impegnati a triplicare la produzione di elettricità rinnovabile entro il 2030 e a raddoppiare l’efficientamento energetico. Analizzando i piani e le politiche attuali di circa 150 Paesi però, sostiene l’Agenzia, l’obiettivo di triplicare l’energia da rinnovabili non sarà centrato, siamo troppo fuori strada. Eppure, consci del fatto che questo sforzo è vitale per la transizione energetica e per la decarbonizzazione, qualche segnale di speranza c’è nel caso in cui, rispetto agli annunci fatti, i vari Paesi decideranno il prossimo anno di accelerare con le proprie politiche climatiche.

    Di fatto secondo l’andamento attuale, e sempre se gli Stati manterranno i propri impegni, entro il 2030 dovremmo arrivare a 8000 GW di capacità rinnovabile. L’obiettivo era di 11.000 Gw: mancheranno dunque all’appello circa 3000 GW e solo il 70% degli impegni sarà raggiunto. Il gap è legato secondo la IEA sia a una risposta lenta delle varie nazioni nel soddisfare le promesse della COP28, sia al fatto che a spingere nella direzione richiesta sarebbero principalmente solo i paesi più sviluppati. Come ha ricordato Fatih Birol, direttore esecutivo dell’IEA, non tutto è perduto però. “L’obiettivo di triplicazione è ambizioso ma realizzabile, anche se solo se i governi trasformano rapidamente le promesse in piani d’azione. I Paesi di tutto il mondo hanno una grande opportunità per accelerare il progresso verso un sistema energetico più sicuro, conveniente e sostenibile”.

    Per riuscirci i governi dovrebbero alzare l’asticella o per lo meno insistere con obiettivi ambiziosi nei loro piani d’azione nazionali per il clima (gli NDC), puntando ad accrescere il contributo dell’energia solare, che costituisce circa la metà della capacità che i governi intendono installare, e quella eolica, che rappresenta circa un quarto. Per Heymi Bahar, analista IEA e coautore del nuovo report, finora “c’è un divario, ma il divario è colmabile”, così come ci sono segnali positivi da raccogliere (l’anno scorso si è registrato un aumento record della capacità rinnovabile , pari a circa 560 GW aggiunti in un anno, +64%).

    In questa sfida, alcuni Paesi più di altri stanno dimostrando che è possibile muoversi velocemente lungo la strada dei propri obiettivi climatici nazionali: per esempio la Cina lo scorso anno ha aggiunto più nuova capacità di generazione rinnovabile rispetto al resto del mondo “qualcosa di incredibile. Tutti sono rimasti molto sorpresi. Uno dei motivi è che il solare e l’eolico sono molto più economici del carbone” ha commentato Bahar. Secondo la IEA, per aggiustare la traiettoria, è necessario lavorare sul miglioramento delle reti elettriche, sulla riduzione delle tempistiche degli iter autorizzativi, su nuovi investimenti per le infrastrutture e su come integrare in modo efficiente le energie rinnovabili variabili.

     Il punto centrale per riuscire a triplicare l’elettricità da fonti rinnovabili restano però i piani nazionali, quelli che anche i paesi in via di sviluppo devono includere ed aggiornare. Finora sono pochissimi i Paesi (appena 14 su 194) che hanno incluso un esplicito target al 2030 nei loro piani più aggiornati sulle energie rinnovabili e secondo l’Agenzia nel complesso il livello di ambizione attuale coprirebbe “appena il 12% (1.300 GW)” di quanto necessario per soddisfare gli annunci fatti a Dubai. Se però si osservano i piani annunciati, la speranza di centrare almeno il 70% dell’impegno resta ancora alta. LEGGI TUTTO

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    Il 5 giugno è la Giornata Mondiale dell’Ambiente: perché si festeggia?

    Il 5 giugno è la Giornata Mondiale dell’Ambiente. Ma come è nata e perché si festeggia? Nel 1972, durante la conferenza di Stoccolma sull’Ambiente umano, le Nazioni Unite scelsero questa data per incoraggiare la consapevolezza e l’azione a livello mondiale a favore dell’ambiente. Un’altra risoluzione, adottata dall’Assemblea generale lo stesso giorno, ha portato alla creazione […] LEGGI TUTTO

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    Dal 2015 superati sei dei nove limiti planetari

    Che cosa sarebbe la vita se non avessimo il coraggio di tentare? Questa è la famosa domanda che nel secolo scorso si era posto Van Gogh. Anche oggi come allora, rimane vero che una quotidianità vissuta come un sistema accettato è il primo passo verso un futuro che non sarà come vogliamo. Ma il 5 giugno, nella Giornata mondiale dell’ambiente, tanti alzano la mano per ricordare che, pur non potendo far tornare indietro il tempo, possiamo ancora far rivivere le foreste, ravvivare le fonti d’acqua, riportare la fertilità nei suoli sfruttati, cercare di stabilizzare il clima. Come afferma il Wwf Italia, non si può vivere in prosperità, né essere felici, in un Pianeta malato: la nostra salute, dipende anche da quella del Pianeta. Ma per fare ciò serve un cambiamento da parte di ognuno di noi. Perché siamo noi la specie a rischio di estinzione.Nel mondo, secondo uno studio pubblicato su Bmj Oncology, negli ultimi tre decenni il numero di nuovi casi di tumori negli under 50 è aumentato quasi dell’80%. Gli studi in corso cercano di individuare le cause di questo aumento: nella gamma di potenziali fattori primeggiano lo stile di vita, l’alimentazione troppo ricca di carne e l’esposizione a sostanze inquinanti nell’ambiente e nel cibo. Anche in Italia l’incidenza della maggioranza dei tumori continua a crescere: +1,4% nei maschi e +0,7% nelle femmine solo tra il 2022 e il 2023 e la più elevata mortalità per cancro si registra là dove è maggiore l’inquinamento (atmosferico e ambientale). Non solo ci ammaliamo di più, siamo anche meno felici.

    L’appello

    Senza azioni radicali rischiamo il collasso per caldo, mancanza di cibo e acqua dolce

    di Sara Carmignani

    25 Ottobre 2023

    Con la campagna “Our Future”, il Wwf rilancia l’appello: è fondamentale comprendere la complessità e l’importanza dell’interconnessione tra sostenibilità e felicità delle persone. È indispensabile imparare a vivere entro i limiti del Pianeta, dettati dalla disponibilità delle risorse e dalla capacità degli ecosistemi di sostenere la vita. Il concetto di limiti planetari non ci dice di preferire la Natura a noi, ma evidenzia come senza un rispetto profondo per l’ambiente non ci sia futuro nemmeno per noi, che ne siamo parte legittima e integrante. Siamo all’altezza di questa grande sfida, serve però cambiare il nostro stile di vita, così predatorio verso l’ambiente, elaborare una consapevolezza dei limiti e rafforzare il senso d’urgenza.Nell’arco di una vita umana, dal 1945 al 2024, la popolazione umana globale è più che triplicata: da circa 2,3 miliardi a oltre 8 miliardi e più o meno nello stesso lasso di tempo abbiamo riscaldato la Terra di oltre +1°C. La nostra economia del “prendi-produci-scarta” ha portato a un diffuso esaurimento delle risorse. Il ritmo con cui stiamo degradando il suolo minaccia la sicurezza alimentare globale; molti dei minerali e dei metalli comunemente utilizzati nella produzione di moltissimi oggetti, vengono sprecati e smaltiti con gravi conseguenze ambientali; abbiamo convertito metà delle terre emerse in campi coltivati o allevamenti di bestiame; 9 persone su 10 nel mondo respirano aria malsana.Sappiamo non solo che la Terra ha dei confini che non devono essere superati, ma anche che dal 2015 almeno sei lo sono già stati: il cambiamento climatico, l’integrità della biosfera (perdita di biodiversità), il cambiamento d’uso del suolo, i flussi biogeochimici e – più recentemente nel 2022 – l’umanità ha superato il confine planetario relativo alle entità inquinanti, inclusa la plastica, a minaccia degli ecosistemi marini e terrestri. Nel 2023, è stata la volta dell’utilizzo di acqua dolce. Questo preoccupante trend non si sta fermando perché è alimentato dai nostri attuali modelli frenetici di sviluppo e di consumo.

    Ambiente

    Oggi è l’Earth Overshoot Day, ecco le soluzioni per aiutare il Pianeta

    di Giacomo Talignani

    02 Agosto 2023

    Contemporaneamente il grado di felicità degli italiani sta diminuendo. Nel ranking stilato dal World Happiness Report quest’anno, l’Italia continua a perdere posizioni (ben 8 dall’anno scorso in cui eravamo al 33° posto!), attestandosi al 41° posto nella graduatoria generale. Tra le fonti di felicità, per gli italiani, la salute pesa per il 65% delle persone. È di fatto il fattore più importante a fianco alle relazioni sociali e sentimentali e al tempo libero.A conferma dell’allarme lanciato dal Wwf, “non può esserci salute in un ambiente malato”, la ricerca sottolinea che oltre a investire in campo sanitario e di salute mentale, le istituzioni dovranno creare condizioni socio-ambientali che incoraggino cittadine e cittadini a adottare stili di vita salutari, perseguendo gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, anche per assicurare il benessere delle future generazioni.”Vivere felici entro i limiti non è solo una questione di ridistribuzione delle risorse, ma anche di riduzione dei consumi complessivi e di trasformazione dei sistemi di approvvigionamento. È necessario limitare le attività dannose, e intraprendere azioni che ci consentano di rimanere all’interno di questi confini, perché quando grandi cambiamenti diventano irreversibili, poi non si possono più evitare – afferma Eva Alessi, responsabile sostenibilità del Wwf Italia -. Sono molti i benefici di uno stile di vita sostenibile, a partire dal benessere personale, con una migliore qualità della vita, una dieta più sana, meno stress e più tempo per attività all’aperto e in famiglia; un risparmio economico che deriva da eliminare gli eccessi e ridurre gli sprechi”.Siamo arrivati ad un punto in cui c’è bisogno di strutturare l’intero modello economico e sociale intorno alla sostenibilità e lasciare che sia il pianeta a guidare le nostre azioni. La priorità immediata è quella di abbattere le emissioni di gas serra, con sistemi energetici completamente fondati sulle energie rinnovabili, e stabilizzare la temperatura globale. La transizione energetica implica una vera rivoluzione culturale non solo nel modo di produrre e consumare (meno) energia, ma ci offre l’opportunità di avere molti co-benefici anche dal punto di vista della salute e dell’adattamento agli impatti della crisi climatica già in atto. Può quindi portarci a vivere in un mondo più giusto, più equo e più pacifico.”La seconda priorità – riprende Eva Alessi – è ridurre gli impatti del settore produttivo che maggiormente pesa sulla perdita di biodiversità e di ecosistemi. Ãê necessaria una transizione globale verso un sistema alimentare sostenibile. Lato produzione serve garantire alimenti nutrienti in quantità sufficienti e a prezzi accessibili, dimezzare l’uso di pesticidi e fertilizzanti, aumentare la superficie coltivata con metodo biologico, ridurre le perdite e gli sprechi alimentari, migliorare il benessere degli animali. Lato consumi, serve mettere al primo posto della propria dieta cibi sani, nutrienti e a base vegetale, eliminando perdite e sprechi. Il consumo di carne, storicamente limitato ai Paesi ad alto reddito, è infatti in forte aumento nelle economie emergenti”.

    Infine, conclude Eva Alessi: “Per vivere entro i limiti ambientali, serve un’altra transizione: quella dall’economia lineare all’economia circolare, basata su un impiego più limitato, più consapevole e più efficiente delle risorse, su una minore produzione di rifiuti e sul loro recupero per creare nuove risorse”. C’è forse da aggiungere a queste raccomandazioni una quarta transizione, forse la più complessa ma anche quella che aprirebbe le porte a tutte le altre: per ridurre le disuguaglianze in tutto il mondo è indispensabile una transizione culturale dal consumismo alla sobrietà, in cui ognuno possa dare attenzione non solo alle proprie esigenze personali, ma a quelle della collettività e così, nelle azioni di tutti i giorni, ridurre al minimo la propria impronta sulle risorse, attraverso la riduzione degli sprechi, il riciclo e il riuso dei prodotti, l’impiego di energie sostenibili. Serve un contagio sociale positivo, dal basso. Servono consumatori felici di cambiare i propri acquisti al supermercato e di lasciare sugli scaffali i prodotti dannosi per noi e l’ambiente. In una economia sostenibile la qualità della vita è migliore e non peggiore. C’è più salute, c’è più tempo, c’è una migliore qualità sociale e ambientale. Sostenibilità fa rima con felicità. LEGGI TUTTO

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    Alexa e Legambiente contro le fake news sul cambiamento climatico

    Dalla crisi climatica alle energie da fonti rinnovabili, passando per la tutela di specie e habitat a rischio: sono tante le inesattezze e le fake news che proliferano su web e social network riguardo i temi ambientali, bufale e falsi miti che non fanno altro che farci arretrare rispetto alle sfide globali poste dal cambiamento climatico. È per invertire questa tendenza e diffondere una corretta informazione, supportata da dati scientifici, che Alexa, l’assistente vocale di Amazon, lancia una campagna contro le fake news sull’ambiente grazie al supporto di legambiente, la storica associazione ambientalista italiana. Lo riportano amazon e legambiente, in un comunicato.Una giusta informazione può generare consapevolezza nelle persone e, soprattutto, smuovere le loro coscienze. In occasione della giornata mondiale dell’ambiente, alla richiesta “Alexa, qual è il fatto sull’ambiente del giorno?”, l’assistente vocale di Amazon risponderà con una serie di informazioni scientifiche e attendibili fornite da Legambiente. Inoltre, al “buongiorno” dei suoi affezionati utenti, il 5 giugno Alexa risponderà ricordando l’importante ricorrenza e invitando gli utenti a chiederle di più su come prenderci cura della nostra casa più preziosa.Si tratta di diverse pillole d’informazione ambientale elaborate sulla base di dossier, report e studi scientifici realizzati da Legambiente e che affrontano una vasta gamma di temi su cui nell’immaginario collettivo c’è una concezione errata per via della continua diffusione di fake news. Grazie a queste informazioni, Alexa sfaterà tante miscredenze, ad esempio, sul cambiamento climatico: “il cambiamento climatico esiste tanto per cause naturali quanto per cause antropiche, ma queste hanno una scala dei tempi diversa, migliaia di anni nel primo caso, decine di anni nel secondo”. In altre occasioni l’utente riceverà dati e numeri come: “dal 2010 al 2023, secondo l’osservatorio città clima di Legambiente, sono stati 1947 gli eventi meteo estremi in tutta italia, con una crescita accentuata a partire dal 2018 e 382 eventi nel solo 2023″.Alexa svelerà anche tante curiosità su specie animali iconiche, come le tartarughe marine e i delfini e su come Legambiente, anche attraverso progetti europei come Life Turtlenest e Life Delfi, se ne prende cura. Non mancheranno consigli e buone pratiche per adottare comportamenti sostenibili nella nostra quotidianità per dare il proprio contributo alla tutela del Pianeta, il bene più prezioso che abbiamo.”Non c’è più tempo da perdere, occorre mobilitarsi per affrontare e vincere le sfide globali che la crisi climatica ci pone davanti- dichiara giorgio zampetti, direttore generale legambiente – il nostro impegno sul territorio per la tutela dell’ambiente con diverse campagne è noto; grazie all’aiuto di alexa, potremo contrastare la disinformazione sulle tematiche ambientali e promuovere stili di vita sostenibili. Questa campagna è anche un modo per attivare direttamente i cittadini perché per contrastare la crisi climatica c’è bisogno di stili di vita consapevoli”. LEGGI TUTTO

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    Da Federica Pellegrini a Piero Angela, i programmi Rai per la Giornata Mondiale dell’Ambiente

    Proclamata nel 1972 dalle Nazioni Unite per diffondere e promuovere in tutto il mondo una maggiore consapevolezza delle problematiche ambientali, il 5 giugno si celebra la Giornata Mondiale dell’Ambiente. Una ricorrenza che Rai ricorda con una programmazione televisiva, radiofonica e sul web volta a sensibilizzare sulle tematiche ambientali e sull’importanza di salvaguardare gli ecosistemi.Grande attenzione, in particolare, da parte delle testate giornalistiche, a partire dallo Speciale Tgr Legambiente in onda alle 18 su Rai 3, in diretta dal centro di produzione Rai di Torino. Realizzato dalla Tgr Piemonte, con il contributo delle sedi regionali, e condotto da Martino Villosio, lo speciale ripercorre la situazione climatica di un anno, segnata dall’alternanza di fenomeni estremi, dalle piogge in Lombardia e Veneto al tragico bilancio di quelle in Brasile, fino alla siccità della Sicilia dove avanza l’incubo della desertificazione. Approfondimenti saranno trasmessi nelle principali edizioni dei telegiornali, con ampi contributi delle redazioni di Abruzzo e Puglia.Rai Cultura sul suo canale Rai Storia ricostruisce l’istituzione della Giornata Mondiale dell’Ambiente a “Il giorno e la Storia” in onda a mezzanotte e dieci e in replica 8.30, 11.30, 14.00, 20.15, mentre il Portale Rai Scuola propone un articolato percorso didattico online.Sulla piattaforma RaiPlay saranno disponibili numerosi contenuti come il docufilm in esclusiva “Time to Change”, di Emanuele Imbucci, un viaggio intorno al mondo attraverso gli scatti fotografici di Stefano Guindani per illustrare i 17 obiettivi comuni dell’Agenda 2030. Protagonista l’attrice Rocío Munoz Morales, con la partecipazione di Marco Montemagno, Davide Oldani, Federica Pellegrini. Tra gli altri doc “Paradisi da salvare”; “Riparare il tempo”, in esclusiva; “Esuli. L’ambiente”; “Montagne di energia”; “Mediterraneo”; “Controcorrente”.Nella sezione film “Pacifiction – Un mondo sommerso”; “Semina il vento”; “Il vegetariano”; “La pelle dell’orso”; “Veleno”; “Chloe & Theo”; “Indio 2 – La rivolta”.  Nella sezione Teche, l’antologia “Una sola Terra” raccoglie inchieste realizzate negli anni ’60, ’70 e ’80 da importanti giornalisti Rai – tra cui Gianni Bisiach e Piero Angela – che anticipano i temi ambientali di oggi. Sarà, inoltre, disponibile in Home Page e nella sezione Learning la collezione “Madre Terra”, con contributi e documentari selezionati da programmi Rai quali “Quark Atlante”, “SuperQuark+”, “Kilimangiaro”, “Sapiens” e “Geo”.Ricca l’offerta di RaiPlay Sound. Tra i documentari e le serie audio si segnalano “Piccola storia dell’ambientalismo”, “Antropocene”, “Le città del futuro”, “La lista rossa”, “Museo dei Futuri”, “Ghiaccio sottile”.Per Radio Rai, si segnala su Radio 2 “Caterpillar” che alle 18.00 sarà in diretta dal Festival Pianeta 2030. Radio Kids manderà in onda una puntata di “Big Bang”, con Armando Traverso e i pupazzi dal titolo, “Un aiuto per la terra”. Un’adeguata copertura, infine, sarà garantita attraverso i canali social e all’interno di Kids Magazine. LEGGI TUTTO