Puntano sulle tecnologie verdi per la salvezza del Pianeta, sulle biotecnologie, sull’Intelligenza artificiale, senza dimenticare di digitalizzare i servizi di caregiving, le imprenditrici innovative salite sul palco Centrale della Nuvola Lavazza di Torino per la Finale del Premio GammaDonna che dal 2004 valorizza l’anima innovatrice dell’imprenditoria femminile. A Paola Bernardotto, fondatrice di Ettomio, è andato il riconoscimento per l’impegno con cui contrasta il fast furniture, l’arredamento usa e getta, con prodotti evolutivi che seguono le diverse fasi di crescita del bambino, creando una rete di fornitori artigiani italiani e promuovendo lo slow design (modello di arredo gentile) e il Made in Italy.
Nel settore dei mobili Ettomio per bambini con arredi etici, sostenibili e cognitivi per stimolare lo sviluppo di abilità e capacità nelle giovani generazioni. “Queste storie sono un esempio straordinario di come la passione imprenditoriale delle donne possa farsi motore di un cambiamento reale e sostenibile – spiega Valentina Parenti, Presidente di GammaDonna -. Crediamo fermamente che le imprese giochino un ruolo cruciale nell’affrontare le sfide più urgenti del nostro tempo, e che siano chiamate a guidare il cambiamento attraverso innovazione, impatto e modelli di business rigenerativi. Valori che 20 anni fa ci hanno spinto a creare GammaDonna e che oggi, in uno scenario complesso e in continuo cambiamento, sono più attuali che mai”.
Laureata in sociologia con una formazione nella comunicazione digitale, Paola Bernardotto ha fondato nel 2019 Ettomio, azienda che promuove l’arredamento cognitivo e lo slow design, offrendo soluzioni etiche e sostenibili nel settore dell’arredo. Dopo 15 anni da dipendente e due da mamma, decide di contrastare il fast furniture con prodotti che rispettino l’ambiente e supportino una filiera equa, creando consapevolezza sull’importanza di scelte di acquisto responsabili. Crea una rete di fornitori artigiani Made in Italy e, con una particolare attenzione all’inclusione, avvia collaborazioni con cooperative sociali per coinvolgere giovani con la Sindrome di Down nel confezionamento dei kit di montaggio, creando opportunità di lavoro e promuovendo la diversità nel mondo dell’imprenditoria.
Ha vinto la 20esima edizione del Premio GammaDonna. Innovazione e tecnologia possono davvero essere al servizio di una visione etica e sostenibile?“Ho voluto dimostrare che attraverso gli arredi possiamo insegnare il rispetto per il nostro pianeta. E questo può essere il primo importante insegnamento da dare ai nostri figli sin da quando sono piccolissimi. Scegliere per i bambini pochi arredi ma giusti, realizzati con materiali naturali, destinati a durare nel tempo e per mezzo dei quali riuscire ad organizzare al meglio gli spazi della casa nel corso degli anni, può insegnare loro il valore del ‘meno è più’. Il Premio GammaDonna testimonia che si può fare impresa unendo innovazione e valori. Essere donna e mamma mi ha dato una prospettiva diversa. La scintilla è nata quando mi sono resa conto che, con l’arrivo del mio primo figlio, avrei dovuto cambiare diversi letti per adattarmi alle sue esigenze di crescita. Da qui è nato Ettomio, un progetto che unisce design evolutivo, sostenibilità e un approccio consapevole agli acquisti”.
Arredamento cognitivo e slow design. Da dove nasce questa ispirazione?“Tutto è partito da una riflessione personale sulla sostenibilità e sul consumo consapevole, soprattutto dopo la nascita di mio figlio. Ho realizzato che la necessità di cambiare continuamente mobili non solo comportava un grande spreco di risorse, ma andava anche contro i valori che volevo trasmettere. Così è nato Ettomio, con l’idea di produrre mobili che crescano con i bambini, riducendo gli sprechi e promuovendo una cultura del design duraturo”.
Cosa sono i “mobili evolutivi”?
“I mobili evolutivi sono arredi che possono essere adattati alle diverse fasi di crescita del bambino. Sono quindi letti, tavoli, librerie ed altri elementi fatti per essere allungati, ridimensionati o combinati tra loro per creare soluzioni sempre nuove e creative. Come? I letti montessoriani si trasformano in poche mosse in letti da grandi: basta rimuovere le barriere protettive e aggiungere un rialzo. I tavoli delle prime attività diventano scrivanie per i compiti mentre librerie frontali si possono usare come comodi scaffali. Sono quindi mobili progettati per modificarsi nel tempo, mantenendo invariata la solidità, l’estetica e la funzionalità. Soprattutto nei primi anni, i bambini affrontano fasi molto diverse, nelle quali dobbiamo accompagnarli nel modo più naturale possibile, rispettando i loro tempi e le loro inclinazioni. Cosa fare quando è ora di lasciare la culla? Il passaggio diretto ad un ‘letto da grande’ è troppo drastico e forzato per i piccoli. D’altra parte, sostituire i mobili ogni 2/3 anni è una soluzione poco sostenibile, sia per l’ambiente che per l’economia della famiglia. Un concetto che per noi di Ettomio è di grande ispirazione è la ‘spinta gentile’, che abbiamo preso in prestito dal libro Nudge di Thaler e Sunstein. Ovvero la forza che hanno gli oggetti che scegliamo per noi e le nostre vite, essendo essi stessi un veicolo potente di insegnamenti e di connessione profonda con il mondo che ci circonda”.
Perché sfidare il modello produttivo così diffuso come il fast furniture?
“Il fast furniture è uno dei principali responsabili dell’accumulo di rifiuti nelle discariche. Spesso i mobili sono progettati per durare poco e vengono sostituiti velocemente, creando un impatto ambientale enorme. Ho voluto sfidare questo modello scegliendo di produrre in modo consapevole: mobili che durano nel tempo e rispettano l’intera filiera. Non è semplice, perché il consumatore spesso non è consapevole dei costi reali dietro la produzione a basso costo. Tuttavia, credo che produrre ciò che è davvero necessario, in modo etico, sia la strada per il futuro e per la salvezza del Pianeta”.
La sua azienda coinvolge ragazzi con Sindrome di Down nella fase del confezionamento. Come è nata questa iniziativa?
“La collaborazione con l’associazione A.gen.do è nata quasi per caso, ma è stata una delle decisioni più gratificanti che abbiamo preso. Ho conosciuto la cooperativa tramite il loro servizio di vendita di frutta e verdura e sono rimasta colpita dall’energia e dalla dedizione dei ragazzi. Includerli nel confezionamento dei nostri kit di montaggio ha portato un valore immenso sia a loro che a noi. Per i ragazzi è un’opportunità di inclusione e crescita professionale, per noi è un modo per restituire alla comunità e dare un senso ancora più valoriale al nostro lavoro”.
In che modo sostenibilità e design etico possano influenzare il futuro dell’arredamento, e non solo?
“Penso che il futuro del consumo, anche nel settore dell’arredamento per bambini, sarà sempre più orientato verso scelte consapevoli. Non si tratterà più solo di acquistare un prodotto per il prezzo o la disponibilità, ma per ciò che rappresenta in termini di valori. Dimostrare che è possibile creare mobili etici e sostenibili, come facciamo con Ettomio, può far riflettere i genitori e incoraggiarli a fare scelte che non solo sono migliori per i loro figli, ma che contribuiscono a un futuro più giusto e responsabile verso il nostro Pianeta. Grazie a questo approccio, i bambini possono imparare a prendersi cura di ciò che possiedono, orientandosi verso una predilezione per la qualità anziché la quantità. È questo il pensiero che anima ogni singola scelta destinata a dare vita ai nostri arredi”.
Tutte le vincitrici del Premio GammaDonna 2024
WOMEN STARTUP AWARD
Vince il riconoscimento di Intesa Sanpaolo Innovation Center assegnato alla imprenditrice più innovativa Gioia Lucarini, CEO di Relief, ingegnera biomedica che ha sviluppato un dispositivo innovativo per l’incontinenza urinaria, una disfunzione che colpisce circa 500 milioni di persone nel mondo, di cui 3 milioni solo in Italia. Dopo una carriera nella ricerca, Lucarini ha co-fondato Relief con l’obiettivo di utilizzare le sue competenze per generare un impatto positivo e sostenibile. La missione di Relief è sostituire i dispositivi invasivi per l’incontinenza con una soluzione che ne riduce l’impatto psicologico, economico e ambientale.
GIULIANA BERTIN COMMUNICATION AWARD
Vince lo speciale riconoscimento di Valentina Communication (ideatrice del Premio), istituito in memoria della sua fondatrice e assegnato all’imprenditrice che meglio ha saputo comunicare la propria innovazione on e offline, Cinzia Tessarolo, CEO di Family+Happy, che ha lasciato una carriera dirigenziale internazionale per lavorare sulla promozione dell’equilibrio tra lavoro e vita privata. La piattaforma di work-family management Family+Happy offre alle aziende servizi innovativi di caregiving e welfare familiare, avvalendosi di un’intelligenza artificiale proprietaria per la selezione e certificazione dei caregiver basata su oltre 113 parametri. Con una rete di oltre 50.000 caregiver certificati, garantisce un supporto rapido e affidabile, semplificando la gestione familiare.
MENZIONE SPECIALE PER L’IMPATTO SOCIALE
La Menzione, promossa dal Cottino Social Impact Campus, va a Chiara Schettino, Co-founder e CEO della startup Rosso. Imprenditrice classe 2001, ha dato vita ad una realtà dedicata a fronteggiare l’emergenza delle donazioni ematiche e a promuovere la prevenzione della salute del sangue in Italia ed Europa. Nasce da un’esperienza personale, il tempo d’attesa per una trasfusione durante il trattamento di una leucemia, l’idea di Chiara Schettino di fondare Rosso nel 2022 insieme a Filippo Toni: una piattaforma digitale che agisse come ‘tessuto connettivo’ per la filiera del sangue, puntando a semplificare il processo di donazione e ridurre le attese dei pazienti riceventi. Sviluppata in collaborazione con associazioni e ospedali su tutto il territorio nazionale, con un servizio di assistenza medica 24/7, Rosso coinvolge anche le imprese per sostenere una cultura del dono del sangue in contesti aziendali e comunitari. “Il nostro obiettivo è azzerare l’emergenza sangue entro il 2030 – spiega Chiara Schettino – e rendere la donazione più accessibile e diffusa in tutta Italia”.