10 Giugno 2025

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consigliato per te

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    Transizione energetica inclusiva: in arrivo il Piano Sociale per il Clima

    In dirittura d’arrivo il Piano Sociale per il Clima. Il Piano, che sarà inviato alla Commissione europea entro il 30 giugno si inserisce nel quadro del Regolamento (UE) 2023/955, che ha istituito il Fondo Sociale per il Clima, destinato ad accompagnare i cittadini più vulnerabili nella transizione energetica e attutire l’impatto del nuovo sistema europeo di scambio delle emissioni.

    Previsti interventi di riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica e contributi fino al 100% per gli interventi di riqualificazione energetica da parte dei nuclei familiari con Isee fino ai 20.000 euro. Il Piano sarà operativo dal 1° gennaio 2026 come richiesto dall’Unione europea che prevede la riduzione del 30% delle emissioni entro il 2032.

    Fisco verde

    Fotovoltaico, al via i nuovi incentivi per l’autoconsumo e i sistemi di accumulo

    di Antonella Donati

    03 Giugno 2025

    Interventi per famiglie vulnerabili e microimprese
    Il Piano nasce per rispondere all’introduzione all’introduzione dell’Ets 2, un sistema di scambio di quote di emissione esteso dal 2027 agli edifici e al trasporto su strada in Europa. Il Fondo Sociale per il Clima finanzia interventi per sostenere questa transizione. In questo ambito ciascuno Stato con il proprio Piano nazionale deve identificare strutture di supporto per: famiglie vulnerabili in condizioni di povertà energetica, fasce con Isee limitato nelle aree rurali o urbane in transizione, microimprese ad alta intensità energetica. Le risorse saranno distribuite nel periodo 2026?2032, in funzione del costo sociale stimato dell’applicazione dell’Ets 2 su scala nazionale.

    Fisco verde

    Bonus climatizzatori, come funziona l’agevolazione per impianti fissi o portatili

    di Antonella Donati

    28 Maggio 2025

    Contributi a fondo perduto e Reddito energetico
    Il Piano prevede innanzitutto interventi per l’efficientamento edilizia pubblica (Erp), riqualificando interi edifici tramite isolamento, infissi, domotica, fotovoltaico. I progetti saranno realizzati dalle progetti dalle ESCo, Energy Service Company, che otterranno i finanziamenti in maniera diretta, ma avranno l’obbligo di migliorare di almeno il 30% la classe energetica dell’edificio. Per quanto riguarda invece l’edilizia privata sono previsti contributi al 100% per il miglioramento energetico di immobili di proprietà di nuclei familiari con un Isee fino a 20.000? euro. L’accesso avverrà tramite sportello permanente con graduatorie annuali. Anche il Reddito energetico sarà rifinanziato nell’ambito del piano, per il sostegno all’installazione di impianti fotovoltaici (2–6 kW) con accumulo e pompa di calore, destinati a famiglie con Isee fino a 15.000 euro, o al 30.000 in caso di nuclei con almeno quattro figli.

    Fisco verde

    Fotovoltaico, al via i nuovi incentivi per l’autoconsumo e i sistemi di accumulo

    di Antonella Donati

    03 Giugno 2025

    Microimprese e autoconsumo
    Analoghi incentivi sono destinati anche alle per microimprese vulnerabili, vale a dire per le imprese con meno di 10 dipendenti che risentono in modo significativo dell’impatto sui prezzi dovuto all’inclusione delle emissioni di gas a effetto serra prodotte dagli edifici o dal trasporto su strada nell’ambito di applicazione della direttiva 2003/87/CE e che, ai fini della loro attività, non hanno i mezzi per ristrutturare l’edificio che occupano o per acquistare veicoli a zero e a basse emissioni o per passare a modi di trasporto alternativi sostenibili, compresi i trasporti pubblici. Anche per queste imprese è prevista la copertura al 100% di una gamma di misure di efficientamento, selezione delle imprese in base al rapporto tra costi energetici e fatturato, graduatorie e priorità per immobili in classi energetiche peggiori (F?G).

    Fisco Verde

    Reddito energetico 2025: come funziona e limiti di accesso

    Antonella Donati

    06 Maggio 2025

    Sportelli per tutte le pratiche
    Per rendere più facile l’accesso ai contributi arriveranno i Tutor per l’energia domestica (Ted), ossia sportelli per consulenza gratuita a famiglie e microimprese vulnerabili. Sarà possibile ottenere un servizio di consulenza gratuito su comportamento energetico, accesso ad incentivi, contratti di fornitura, pratiche ESCo. Dovrà essere attivato almeno uno sportello per provincia. LEGGI TUTTO

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    Il paradiso protetto, nella Polinesia Francese la più grande area marina protetta al mondo

    Il paradiso protetto. Durante la Conferenza delle Nazioni Unite sugli Oceani (UNOC-3) in corso a Nizza è arrivata una bella notizia: la Polinesia Francese ha annunciato la creazione della più grande Area marina protetta al mondo. Sappiamo bene quanto fra inquinamento, sovrapesca, acidificazione, innalzamento delle temperature, perdita di biodiversità e diminuzione delle specie i mari del mondo siano oggi sottoposti a costante pressione. Per questo la scelta di ampliare le aree protette, dove limitare le azioni antropiche, è un’iniziativa che include un messaggio di speranza per il futuro. Un messaggio che la Polinesia Francese ha deciso di inviare al mondo. L’estensione dell’Area marina protetta coprirà infatti tutta la Zona economica esclusiva (ZEE) del Paese: verranno tutelati circa 5 milioni di chilometri quadrati di mare con limitazioni per esempio alla pesca a strascico e attenzioni particolari alla protezione degli ecosistemi. Saranno anche imposti limiti a qualsiasi pratica estrattiva e mineraria, tema molto discusso a Nizza vista l’intenzione di Donald Trump – nonostante gli Usa non siano presenti alla Conferenza – di voler sfruttare anche le risorse degli abissi.

    La Polinesia, luogo di meravigliosi coralli che come ovunque sono in forte difficoltà (il 50% di quelli di tutto il mondo è già gravemente impattato), ospita una biodiversità unica fra cetacei e specie marine: le sue acque sono l’habitat di 21 specie di squali, di uno straordinario sistema di barriera corallina con 176 specie di coralli e 1.024 specie di pesci. Per questo si è deciso, di 5 milioni di AMP, di conservarne 1 milione come aree quasi completamente protette, di classe 1 e 2, dove in pratica è consentita solo una pesca tradizionale e sostenibile, oppure dove si potranno tenere attività di ecoturismo o di ricerca. Nel 2026 poi il governo si è poi impegnato ad aggiungere altri 500mila chilometri quadrati all’area. “Abbiamo gestito questa ZEE con saggezza per secoli, utilizzando le tecniche tramandate dalle generazioni precedenti a noi e dai nostri antenati, ma ora volevamo fare un passo coraggioso in avanti per essere in linea con gli standard internazionali dell’IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, ndr)” ha detto il presidente della Polinesia francese, Moetai Brotherson. “Si tratta di un risultato straordinario e di un contributo di rilevanza mondiale alla protezione del nostro Oceano” ha dichiarato Grethel Aguilar, direttore Generale dell’IUCN, aggiungendo che “dando priorità alla biodiversità, alle conoscenze tradizionali e alle generazioni future, la Polinesia Francese ha stabilito un nuovo standard di leadership nella conservazione marina. Questi impegni dimostrano che i piccoli territori insulari possono avere un impatto enorme sulla sostenibilità globale”. Impegni che, tra l’altro, arrivano proprio da luoghi meno responsabili delle emissioni climalteranti ma altamente impattati dalle conseguenze della crisi climatica innescata dall’uomo: anche i territori polinesiani infatti soffrono per l’innalzamento dei livelli del mare dovuto dal surriscaldamento degli oceani.

    A Nizza l’estremo tentativo per salvare gli oceani: “Sempre più caldi, acidi e inquinati”

    09 Giugno 2025

    Ora si tratterà di capire se altri Paesi seguiranno l’esempio, nel tentativo di centrare l’obiettivo – stabilito dal High Ambition Coalition for Nature and People – di proteggere il 30% degli oceani entro il 2030, un traguardo che appare lontano se si pensa che oggi solo l’8.3% dei mari è realmente tutelato da Aree marine protette. La prossima che potrebbe seguire la Polinesia è Samoa che ha annunciato di voler tutelare il 30% delle sue acque nazionali. Inoltre sempre la Polinesia Francese ha spiegato, per permettere alla pesca e l’economia di prosperare, che creerà delle zone di pesca artigianali per un totale di 186mila chilometri quadrati attorno alle Isole Australi, Marchesi e Gambier. Qui si potrà pescare solo con lenza e su barche inferiori a 12 metri, mentre la pesca industriale sarà severamente vietata. Per il presidente francese Emmanuel Macron si tratta di una “decisione storica che segna una svolta nella protezione dell’Oceano Pacifico. Forniremo alla Polinesia i mezzi per monitorare queste aree” e ha aggiunto che al termine della Conferenza di Nizza spera di arrivare, fra accordi e annunci, a una protezione del 12% degli oceani rispetto agli otto attuali. Nel frattempo i Paesi che hanno ratificato il Trattato sull’alto mare sono quasi 50, numero che si avvicina alla soglia necessaria di 60 per poter far entrare in vigore a breve i termini dell’accordo (che è giuridicamente vincolante e riguarda le acque internazionali), un accordo che rientra nel famoso impegno 30×30, ovvero proteggere il 30% di terre e mari entro il 2030. In attesa di nuove adesioni nella Conferenza di Nizza che terminerà venerdì si susseguono poi anche gli annunci di iniziative di gruppi privati impegnati nella protezione dell’oceano. Dall’Italia, il Gruppo Prada e Unesco per esempio hanno lanciato un nuovo fondo per la conservazione chiamato “Sea Beyond Multi-Partner Trust Fund for Connecting People and Ocean” con un contributo iniziale di Prada di 2 milioni di euro e che ha lo scopo proprio di mobilitare risorse, dei privati, per aiutare la difesa dei mari. LEGGI TUTTO

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    Maturità 2025, cos’è e a che cosa serve il curriculum dello studente

    Il Curriculum della studentessa e dello studente è una fotografia del percorso formativo di studenti e studentesse sia dentro la scuola che fuori. All’interno ci sono infatti notizie sul cammino scolastico, certificazioni conseguite, attività extrascolastico, passioni e impegni. Tototema, maturità 2025: dall’IA a D’Annunzio. Ecco le possibili tracce della prima prova di Giulia D’Aleo 05 […] LEGGI TUTTO

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    Burro dall’aria senza sacrificare il gusto: ci pensa una startup (su cui ha puntato Bill Gates)

    “Alla base del gusto eccezionale del nostro burro c’è un processo scientifico in grado di dare vita ad una nuova Era Alimentare. Creando grassi senza coltivazioni animali o vegetali, possiamo ridurre drasticamente il consumo di suolo, di acqua e l’uso dii fertilizzanti necessari per la produzione agricola di grassi, che attualmente rappresenta il 7% delle emissioni di gas serra del pianeta. Paragonabili alle emissioni di tutte le auto in circolazione. È un obiettivo enorme, ma utilizzando ingredienti che non richiedono compromessi in termini di gusto o prestazioni, crediamo che sia alla nostra portata. Questa è la strada giusta per dare il nostro contributo: adesso, perché siamo dinanzi alla più grande crisi climatica mai verificatasi prima d’ora”.

    A parlare è Kathleen Alexander, co-fondatrice e CEO di Savor, startup climate tech nata a San Jose (in California) nel 2022, che da qualche giorno ha annunciato il lancio commerciale del ‘burro senza burro’ un prodotto rivoluzionario, realizzato in laboratorio a partire da anidride carbonica e idrogeno, senza l’utilizzo di grassi animali o vegetali, offrendo un’alternativa sostenibile al burro tradizionale. Si tratta di una startup alimentare pionieristica che crea grassi puri, versatili e sostenibili direttamente dal carbonio, senza bisogno di agricoltura convenzionale.

    A credere nel progetto Breakthrough Energy Ventures – il fondo di Bill Gates che scommette su giovani aziende tech che combattono il cambiamento climatico – che ha investito circa 33 milioni di dollari insieme a Synthesis Capital. I fondi sono serviti per far partire il primo stabilimento produttivo a Batavia (in Illinois) da 2300 metri quadrati. “Crediamo in un futuro in cui possiamo usare meno per creare di più. Un futuro in cui possiamo creare e proteggere l’abbondanza nel mondo naturale. Per arrivarci, dobbiamo ampliare le nostre fonti e i mezzi di produzione alimentare. In Savor, questa è la nostra missione e abbiamo trovato un modo per produrre grassi e oli, un macronutriente vitale, utilizzando alcuni dei processi chimici organici più antichi ed efficienti della Terra”, spiegano dall’azienda.

    (foto: Savor.it)  LEGGI TUTTO