29 Novembre 2024

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    Bonsai olmo, è tempo di potatura: i consigli

    Opera d’arte vivente, il bonsai olmo è estremamente popolare ed è apprezzato per il portamento raffinato, la grande resistenza, la coltivazione semplice e per la sua capacità di adattarsi a molteplici condizioni, essendo alla portata anche dei bonsaisti neofiti. Il bonsai olmo presenta una corteccia rugosa e piccole foglie che formano chiome imponenti. Malgrado sia una varietà robusta, come tutti gli alberi in miniatura richiede cure particolari e accorgimenti specifici nella sua coltivazione.
    Bonsai olmo: dove collocarlo
    Il bonsai olmo è piuttosto semplice da coltivare: la sua riproduzione può avvenire tramite seme oppure talea, metodologia che consente di accelerare le tempistiche e può essere svolta in diversi momenti dell’anno. Per quanto riguarda il luogo in cui collocare il bonsai, visto che si adatta a praticamente ogni clima, può essere posto sia in casa che all’aperto dovendo, in ogni caso, scegliere un punto luminoso, dato che la luce incentiva la produzione di nuove gemme. Durante la primavera, momento in cui le prime foglie fanno la loro comparsa, può essere posizionato in pieno sole (come anche in autunno), consentendo così la produzione di foglie piccole, rami vigorosi e una vegetazione compatta. Nella stagione estiva l’arbusto va collocato invece in ombra, evitando i raggi solari diretti che potrebbero comportare danni significativi al suo apparato radicale. Nel corso dell’inverno il bonsai olmo può essere tenuto all’esterno, ma va protetto da eventuali gelate.

    Bonsai olmo e la potatura
    Per quanto riguarda la potatura il periodo migliore per eseguire quella di impostazione è l’inverno, in quanto il bonsai si trova in riposo vegetativo. Questo intervento permette di effettuare una prima impostazione del bonsai e va effettuato ricorrendo a una tronchese concava: a seconda dello stile di bonsai che si desidera ottenere si elimineranno determinate branche oppure si accorceranno, eliminando comunque i rami che crescono in modo incrociato oppure verticale. In caso di rami paralleli oppure contrapposti, uno dei due va rimosso. In seguito alla potatura si dovranno medicare i tagli con della pasta cicatrizzante. In merito alla potatura di mantenimento questa va eseguita nel corso del tempo, meglio se da dicembre a marzo, riducendo l’apparato radicale di circa un terzo, ricorrendo a un rastrellino e premurandosi di rimuovere le radici in eccesso con delle forbici ad hoc.

    Da non trascurare
    Altro step fondamentale è quello della pinzatura, tecnica con cui mantenere la forma del bonsai, che se non viene cimato tende a trasformarsi in un cespuglio informe nell’arco di breve tempo. L’albero è infatti molto vigoroso e produce germogli nuovi nel corso di tutto l’anno. Prima di eseguire la pinzatura, per non indebolire l’arbusto, è necessario che si sviluppino diversi germogli, per poi intervenire con una forbice lunga, effettuando dei tagli alla base dei rametti da accorciare.
    Proprio perché l’olmo è un albero dalla crescita molto vigorosa nel momento in cui si applica il filo in alluminio per orientare i rami del bonsai è importante non stringerlo troppo, rischiando altrimenti di segnare la corteggia. Eccetto la primavera, momento dell’anno in cui l’arbusto cresce più velocemente, il filo può essere applicato nel corso dell’anno, evitando di dare da bere al bonsai il giorno prima, in modo tale da assicurarsi che i suoi rami siano flessibili.
    Nella cura del bonsai olmo è poi necessario occuparsi della defogliazione, da eseguire dalla fine di maggio all’inizio di giugno per quelle varietà dalle foglie grandi. Per effettuare l’operazione si ricorre a un defogliatore, rimuovendo tutte le foglie: nell’arco di pochi giorni l’arbusto produrrà nuove foglioline dando al bonsai un aspetto più proporzionato.
    Quando annaffiare il bonsai olmo
    Una cura ottimale del bonsai olmo non può prescindere dall’annaffiatura, dovendo irrigare il terriccio in modo abbondante ricorrendo a un annaffiatoio con soffione a fori sottili. Quando il substrato risulta asciutto, si dovrà dare da bere al bonsai ripetendo questa operazione per 2 o 3 volte, facendo passare qualche minuto tra un’annaffiatura e l’altra, per far sì che il terreno assorba totalmente l’acqua. Nel corso dell’estate si può ricorrere a un sottovaso con della ghiaia mantenuto umido, assicurando un microclima ideale per il bonsai e grazie al quale tenere alla larga il ragno rosso, tra i suoi nemici numero uno: in generale, durante la stagione calda le annaffiature devono essere costanti e abbondanti, meglio se eseguite di mattina presto oppure dopo il tramonto. Per quanto riguarda l’irrigazione è molto importante non esagerare mai con l’acqua, evitando i ristagni idrici responsabili del marciume radicale.

    Cura del bonsai olmo: altri aspetti da considerare
    Nella cura del bonsai un grande nemico è rappresentato dal ragno rosso, che lo attacca durante i mesi estivi, comportando la caduta delle sue foglie: per scongiurare la presenza di questo parassita è importante effettuare dei trattamenti preventivi con un insetticida acaricida da applicare ogni 2 settimane.

    Per quanto riguarda il rinvaso del bonsai olmo, questa operazione va eseguita ogni 3 anni: svolto rigorosamente con il terreno asciutto, l’intervento deve essere realizzato quando l’apparato radicale dell’albero ha occupato tutto lo spazio nel vaso. Durante tutto il periodo vegetativo, che va da marzo a giugno e da metà agosto a metà ottobre, è necessario concimare il bonsai, evitando di esagerare con le dosi, prediligendone uno a lenta cessione a base di azoto, fosforo e potassio. In questo periodo il bonsai richiede di essere nutrito molto in quanto rischia di disidratarsi. LEGGI TUTTO

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    Chiara Garini e i suoi funghi shiitake: “Il bosco ci nutre, difendiamolo”

    Nel bosco Chiara Garini, 34 anni, coltiva i funghi shiitake. L’azienda agricola “Guà Farm”, che gestisce con il suo compagno Stefano, fa crescere i funghi di origini giapponesi su tronchi degli abeti rossi, all’aperto, senza l’utilizzo di sostanze nocive e nel rispetto dell’ecosistema. Nel giardino, poi, ci sono più di 60 specie tra erbe aromatiche, ortaggi, arbusti e alberi da frutto, tutti commestibili e coltivati senza l’utilizzo di fertilizzanti o pesticidi.

    Nel giardino crescono più di 60 specie tra erbe aromatiche, ortaggi, arbusti e alberi da frutto  LEGGI TUTTO

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    Nella ciclofficina di Lesbo dove tutto si ripara, dalle bici allo smartphone

    Appesa ad un supporto al centro della stanza una bici rossa senza una ruota aspetta di essere riparata, nell’oscurità brillano le chiavi inglesi riposte alla parete in ordine di grandezza. Makerspace non è solo una ciclofficina, è un progetto per favorire l’accesso alla tecnologia per richiedenti asilo e rifugiati a Lesbo, isola greca che da quasi dieci anni è una delle principali e più dolorose porte di accesso all’Europa per chi lascia il proprio paese alla ricerca di una vita migliore.

    Il Centro Chiuso ad Accesso Controllato (CCAC) di Mavrovouni a Lesbo, Grecia, dove vivono poco più di 800 persone in movimento arrivate dalla Turchia. Molte di esse frequentano lo spazio “Parea” ed il “Makerspace” (foto: Giacomo Sini)  LEGGI TUTTO

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    Meteo estremo, in Spagna introdotto il “congedo climatico”: 4 giorni di ferie retribuite

    Si chiama “permiso climatico” il nuovo e primo congedo climatico approvato in Spagna dal Consiglio dei ministri per dare nuovi diritti ai lavoratori in caso di disastri climatici come le tremende alluvioni che hanno colpito Valencia.
    Tutti i lavoratori spagnoli avranno fino a quattro giorni di congedo retribuito in caso non possano raggiungere il posto di lavoro a causa di condizioni meteorologiche estreme o allerte meteo. La nuova misura entrerà in vigore oggi grazie alla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dello Stato ed entro un mese dovrà essere convalidata dal Congresso dei deputati.
    Evitare spostamenti quando c’è un rischio
    L’idea del Ministero del Lavoro spagnolo è quella di un permesso climatico che possa tutelare i lavoratori in tutti quei casi – dalle tremende alluvioni che con il fenomeno della Dana hanno portato morte e distruzione nella penisola iberica sino all’estrema siccità che ha messo in ginocchio determinati territori – ci siano rischi concreti per le persone nel recarsi sul proprio posto di lavoro.

    Nei giorni successivi all’alluvione centinaia di persone sono accorse in aiuto  LEGGI TUTTO