16 Novembre 2023

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    Strategia italiana per la transizione energetica

    Come l’Italia sta affrontando la sfida della transizione energetica? Questo episodio esplora il PNIEC 2030 (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima) e le strategie adottate per ridurre la dipendenza energetica, sfruttando fonti rinnovabili e nuove tecnologie. Dal passato idroelettrico alla moderna svolta green, l’Italia dimostra ancora una volta la sua capacità di guidare […] LEGGI TUTTO

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    Il Nilo si colora di rosso? Un fenomeno naturale che si ripete

    Le immagini del Nilo, scattate dal satellite Sentinel 3A dell’Agenzia Spaziale europea, mostrano il grande fiume africano come una arteria in cui scorre sangue rosso. Non è la prima volta che si registra questo fenomeno: a parte le osservazioni scientifiche piuttosto recenti (l’ultima volta era accaduto nel 2016) ne fa menzione anche la Bibbia. A […] LEGGI TUTTO

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    Scuola, parte il primo concorso con i fondi Pnnr: ma le cattedre sono quasi tutte al Nord

    Ai nastri di partenza il primo concorso a cattedre Pnrr. Ma i posti sono quasi tutti al nord. Ieri mattina, i tecnici del ministero dell’Istruzione e del merito hanno illustrato ai sindacati il bando del primo concorso che si svolgerà secondo le nuove regole per la formazione iniziale e il reclutamento stabilite dal Pnrr: il Piano nazionale di ripresa e resilienza. La pubblicazione del bando è prevista, stando ai tempi indicati dal ministero, per l’ultima decade di novembre. Un mese di tempo, poi, per presentare domanda.

    Scuola, i posti ci sono ma mancano i professori. E 30mila cattedre rimangono vuote

    di Salvo Intravaia

    17 Luglio 2023

    La nuova selezione
    Nell’aprile del 2022, il decreto-legge 36 del governo Draghi ha rivoluzionato le procedure concorsuali e i requisiti per parteciparvi. Portando in piazza oltre 200mila lavoratori della scuola. La nuova selezione ormai imminente si svolgerà secondo le disposizioni della cosiddetta fase transitoria che recupera precari non abilitati ma con tre anni di servizio, abilitati secondo le vecchie regole e possessori dei 24 Cfu (i crediti formativi universitari) previsti per partecipare ai concorsi superati dall’attuale normativa. Ma fra qualche anno per diventare docente, oltre alla laurea magistrale per la disciplina che si vuole insegnare, occorrerà avere frequentato e superato 60 Cfu universitari in materie pedagogiche, didattiche e metodologiche. E quindi superare il concorso e il periodo di prova.
    I numeri
    Le selezioni alle porte riguardano tutti gli ordini e gradi di scuola. Saranno in tutto 30.216 i posti: 21.101 di posto comune e 9.115 di sostegno. Più nel dettaglio, le cattedre da coprire saranno 1.315 nella scuola dell’infanzia, 8.326 nella scuola primaria, 7.646 nella secondaria di I grado e 12.929 nella secondaria di II grado. E, in base alle informazioni fornite ai sindacati, due cattedre disponibili su tre sono al nord. I vuoti d’organico nelle regioni settentrionali ammontano a più di 19mila cattedre: il 64% del totale. Che per il sostegno diventano addirittura oltre 7mila e 500: l’84% del totale. La restante parte delle cattedre, poco più del 16%, è libera nelle regioni centrali e il 19%, neppure una su cinque, in quelle meridionali. E’ quindi prevedibile che molti aspiranti meridionali tentino il concorso al Nord per chiedere, dopo qualche anno, il trasferimento al Sud per avvicinarsi alla famiglia. Inoltre, più di 10mila cattedre di scuola media e superiore delle 20mila di posto comune disponibili per il primo concorso Pnrr sono concentrate in una decina di discipline: tra cui Italiano, Informatica, Matematica e Fisica al superiore; Italiano, Matematica e Scienze alla media. I numeri delle cattedre disponibili non sono definitivi. Perché in corso d’opera, il contingente dei 30mila posti attualmente ammessi a concorso potrebbero allargarsi a ulteriori 14.438 posti non assegnati nel corso delle immissioni in ruolo dello scorso luglio, per le quali viale Trastevere ha già chiesto la prevista ‘autorizzazione’ al Mef: il ministero dell’Economia e delle finanze.

    Formazione dei docenti, la scatola vuota della riforma

    di Carlo Cappa (Università Roma Tor Vergata) e Andrea Gavosto (Fondazione Agnelli)

    24 Giugno 2023

    Le regole per partecipare
    Potranno partecipare alle selezioni i docenti in possesso dell’abilitazione all’insegnamento (o il diploma abilitante) conseguita secondo le regole precedenti, i precari della scuola statale con 3 anni di servizio alle spalle negli ultimi cinque e i laureati magistrali che hanno superato 24 Cfu di materie metodologiche, didattiche e pedagogiche. Per il sostegno occorrerà essere in possesso della prevista specializzazione. La domanda si presenterà esclusivamente online attraverso il sito www.inpa.gov.it. Seguendo il percorso “Argomenti e Servizi > Servizi > lettera P > Piattaforma Concorsi e Procedure selettive, vai al servizio”.
    Le prove
    Le prove saranno due. Uno scritto computer-based con 50 quesiti a risposta multipla da svolgere in 100 minuti. Mentre la prova orale avrà la durata di 30 minuti per la scuola dell’infanzia e primaria e 45 minuti per le classi di concorso della media e del superiore. La commissione sonderà, anche per mezzo di una lezione simulata, le conoscenze e le competenze sulla disciplina oggetto del concorso, le competenze didattiche e la capacità di progettazione didattica. LEGGI TUTTO

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    Islanda, gli effetti sull’ambiente dell’eruzione: nube di ceneri ed emissioni

    Il vulcano Fagradalsfjall fa paura, soprattutto alla comunità locale. La città di Grindavík, che siede proprio sopra al tunnel di magma che sta gonfiando, deformando e, in alcuni punti spaccando il suolo. I circa 4.000 abitanti hanno dovuto lasciare le proprie abitazioni nel timore, piuttosto fondato, che un’eruzione effusiva, una fuoriuscita di magma, divori edifici e metta in pericolo le persone anche a causa dei gas tossici. L’incubo di Grindavík è un po’ l’opposto di ciò che potrebbe avere effetti su più larga scala: un’eruzione in mare, per esempio, che secondo gli studiosi potrebbe portare a un evento esplosivo e sollevare gas e polveri in quantità tali da disturbare il traffico aereo. Ma non si prospetta un caos come quello del 2010, quando eruttò l’Eyjafjallajokull. A livello climatico, in termini di emissioni di CO2 non c’è preoccupazione anche se, si fa notare, gli eventi vulcanici non sono prevedibili con grande precisione. 

    Il Fagradalsfjall ruggisce da tempo

    Alle cronache ci sono altre eruzioni negli ultimi tre anni. Ora però le cose si fanno serie: un sollevamento importante del suolo e numerosi terremoti (fino al quinto grado). Il canale di magma è lungo 15 chilometri a una profondità tra i tre e i cinque, in risalita, arrivato, secondo Sara Barsotti, coordinatrice per la pericolosità vulcanica del Met Office islandese, a poche centinaia di metri dalla superficie. Secondo lo stesso Met Office islandese, a questo punto un’eruzione è altamente probabile, solo non si sa quando di preciso, né dove. E quest’ultimo aspetto non è secondario: “La probabilità di un’eruzione è più alta, lo scenario più probabile è di un’eruzione effusiva ma stiamo aggiungendo lo scenario di un’eruzione che potrebbe avvenire in mare. Sarebbe in tal caso un’eruzione inizialmente esplosiva” ha detto Barsotti. LEGGI TUTTO

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    Glifosato, l’Ue verso l’autorizzazione al rinnovo per 10 anni di uso dell’erbicida

    Glifosato ancora per almeno 10 anni. Non c’è stato un accordo tra gli Stati membri dell’Ue che oggi erano chiamati a rinnovare o respingere la proposta di rinnovo sull’uso del potente pesticida che secondo associazioni ambientaliste e parte del mondo scientifico è dannosissimo per la salute del Pianeta e delle persone, mentre per il mondo agricolo è fondamentale per continuare a garantire i raccolti.La Commissione europea, senza l’accordo, ha dunque deciso che “sulla base di valutazioni approfondite sulla sicurezza effettuate dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e dall’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa), insieme agli Stati membri dell’UE, procederà ora al rinnovo dell’approvazione del glifosato per un periodo di 10 anni”.

    Il voto

    Per sostenere o bloccare la proposta relativa al principio attivo del diserbante Roundup della Bayer AG era necessaria una “maggioranza qualificata” di 15 dei 27 Paesi Ue. Per la seconda volta i governi sono stati chiamati al voto, dopo che il mese scorso non avevano trovato una intesa. La maggioranza però non c’è stata e dopo le valutazioni si è arrivati alla concessione per altri 10 anni.Decisivo, secondo gli esperti, il ruolo della Francia: nel 2017 il presidente Emmanuel Macron aveva infatti aperto alle speranze dei detrattori del glifosato sostenendo che la Francia avrebbe vietato la sostanza entro tre anni o “non appena saranno trovate alternative” a questo componente considerato dannoso per la biodiversità e la salute. Successivamente però il mondo agricolo di vari Paesi (soprattutto della Francia stessa, ma anche la Germania o l’Italia) aveva fatto pressioni per poterne mantenere l’utilizzo da estendere inizialmente a 5 anni.Al momento del voto odierno però la Francia, come l’Italia, ha deciso di astenersi: la posizione neutrale, nonostante le passate dichiarazioni di Macron, ha portato così a un voto finale nel comitato di appello con 17 stati a favore dell’autorizzazione, 3  contrari e 7 astenuti e di conseguenza è scattato una sorta di rinnovo d’ufficio.

    Cinquant’anni di glifosato

    Messo a punto come lo conosciamo negli anni Settanta dalla azienda statunitense Monsanto (acquisita dalla Bayer nel 2018) , il glifosato negli ultimi cinquant’anni è diventato la prima scelta per migliaia di agricoltori impegnati a liberare i campi da erbacce e infestanti. Nel tempo, dopo essere stato approvato perché considerato allora a “bassa tossicità”, ha ricevuto approvazioni all’uso in oltre 140 Paesi del mondo ed è considerato ad oggi l’erbicida più utilizzato sul Pianeta.Come ricorda l’Efsa, si tratta di “una sostanza chimica ampiamente utilizzata negli erbicidi. I prodotti fitosanitari a base di glifosato, ossia formulazioni contenenti il principio attivo “glifosato” nonché coformulanti ed eventualmente altre sostanze chimiche, sono utilizzati principalmente in agricoltura e orticoltura per combattere le erbe infestanti che competono con le colture e, tra l’altro, anche per mantenere la massicciata ferroviaria libera da infestanti”. Le accuse e le ricerche scientifiche che lo indicano come pericoloso per la salute umanaDai suoi primi usi negli anni Settanta ad oggi però ricerche scientifiche e approfondimenti sull’effetto dell’erbicida hanno dimostrato che tracce di glifosato possono essere trovate nel cibo, il suolo, l’acqua, persino nelle precipitazioni e successive analisi hanno portato diversi scienziati a conclusioni sulla possibilità che l’uso del pesticida sia collegato all’aumento di cancro e altre malattie (anche il Parkinson), oltre a un degrado ambientale tale da compromettere la vita degli insetti impollinatori e della biodiversità.Gli studi relativi agli impatti che questa sostanza può avere sulla salute umana sono vastissimi, ma spesso discordanti. Il diserbante, che è capace di disseccare le piante sottraendo loro alcuni micronutrienti e che è parte di un mercato da svariati miliardi di dollari, è stato catalogato in passato dall’Agenzia per la Ricerca sul Cancro come “probabile cancerogeno per l’uomo”, un parere riportato poi anche su Lancet e diverse riviste scientifiche da parte di scienziati che ne hanno studiato l’esposizione. Anche uno studio italiano dell’Istituto Ramazzini di Bologna (il Global Glyphosate Study) ha concluso che in determinate percentuali può ad esempio essere associato alla leucemia. Nonostante la lunga serie di pubblicazioni scientifiche che avvertono dei rischi da glifosato, in Europa le autorizzazioni all’uso sono finora sempre passate, o in qualche modo dipese, sia dal parere dell’ECHA, l’Agenzia europea sulle sostanze chimiche – che anche nel 2022 ha concluso che “non può causare il cancro” – sia dall’EFSA, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare che ha sede a Parma e che lo ha definito sicuro per uso agricolo respingendo le accuse sulla sua tossicità anche per l’uomo.Proprio i pareri di questi enti hanno finora portato la Commissione Europea, tra voti a favore e astenuti, a confermare l’uso del glifosato in Europa garantendo così agli agricoltori l’utilizzo di quello che è considerato come uno dei più preziosi alleati per i coltivatori.

    Le critiche di associazioni e ambientalisti

    Ovviamente, essendo una sostanza per cui ci sono enormi interessi economici in gioco e visti i dubbi sollevati finora sulla sua pericolosità, da tempo associazioni ambientaliste di tutto il mondo e gruppi di cittadini si oppongono al glifosato e alle indicazioni dell’EFSA che, secondo Ong e attivisti, avrebbe dato troppo peso agli studi condotti dall’industria chimica. 

    Di recente anche in Italia, nonostante il nostro Paese ora mantenga una posizione neutrale (ma comunque a favore degli interessi degli agricoltori), 13 associazioni e Ong, tra cui Isde, WWF, Legambiente, Federbio e altre hanno indirizzato una lettera firmata da 75mila cittadini e consegnata da Greenpeace al governo, in cui chiedevano all’esecutivo di non sottoscrivere il rinnovo per il glifosato spiegando che “durante l’intera rivalutazione del glifosato, le ONG e gli scienziati indipendenti hanno ripetutamente messo in guardia su importanti incoerenze e carenze nella valutazione scientifica del glifosato da parte dell’Ue”. Inoltre invocavano il “principio di precauzione” relativo alla sostanza, un diritto sancito dal regolamento comunitario che può essere esercitato quando è “dimostrato che un pesticida può causare danni potenziali. 

    In vista del voto odierno, il Wwf rilanciando l’hashtag  #CambiamoAgricoltura aveva auspicato un ritorno sui suoi passi dell’Italia (che aveva votato a favore in passato), sperando in una posizione contraria che alla fine non c’è stata e che, inevitabilmente, darà vita a nuove polemiche finché non si otterrà un punto di vista chiaro e condiviso sui reali rischi legati a questa sostanza. LEGGI TUTTO

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    Lo strano avvistamento del casuario in Australia

    Con una diminuzione del loro numero del 30% negli ultimi 30 anni, avvistare un casuario in Australia non è semplice. Ancora più strano è vederlo nuotare in mare, come è accaduto ad alcuni bagnanti nella Bingil Bay, nel Queensland. L’avvistamento, tre giorni fa, ha causato scalpore sia perché non si sapeva che questo  grande uccello […] LEGGI TUTTO

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    Sciopero, insegnanti e studenti insieme contro il governo: “Fermiamo il taglio di 900 istituti, il diritto allo studio è scomparso dalla Finanziaria”

    ROMA – La questione, che rende irrequieto il ministro conservatore dell’Istruzione e del Merito, è che domani mattina gli striscioni li srotoleranno in piazza gli insegnanti con le loro due rappresentanze sindacali (Flc Cgil e Uil scuola) e gli studenti con le loro sigle maggioritarie: Rete della conoscenza-Uds, Rete degli studenti medi. Domani c’è sciopero […] LEGGI TUTTO