15 Novembre 2023

Daily Archives

consigliato per te

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    Come cambia il meteo con le microplastiche nelle nuvole

    Le notizie sulle microplastiche non riguardano più tanto dove vengono ritrovare. Abbondanti e piccole come sono – classicamente sono definite come pezzettini di plastica inferiori ai 5 mm – sono dappertutto, possono risalire la catena alimentare e sono state rinvenute persino nel cuore e latte materno. Piuttosto da tempo gli sforzi si concentrano nel capire cosa fanno, quali sono i loro effetti sulla salute, sull’ambiente, e anche sul meteo.Alcuni ricercatori infatti sostengono che le microplastiche potrebbero cambiare anche il tempo, dopo aver osservato e studiato a fondo la loro presenza nelle nuvole sopra il monte Tai, a circa 1500 metri, una famosa montagna sacra cinese. Il loro studio, pubblicato sulle pagine di Environmental Science & Technology Letters dell’American Chemical Society (Acs), ha analizzato infatti la natura delle microplastiche ritrovate nelle nuvole di montagna. È un punto di partenza e nuovi studi nel campo serviranno a chiarire il quadro, precisano, ma quanto osservato suggerisce di approfondire le conseguenze delle microplastiche nell’atmosfera.

    La legge

    Dal 15 ottobre la Ue vieta il glitter contro l’inquinamento da microplastiche. Boom di vendite in Germania

    di Giacomo Talignani

    11 Ottobre 2023

    È noto che le condizioni dell’ambiente in cui si trovano modificano le microplastiche, per esempio influenzandone la degradazione – come fa la componente ultravioletta della luce solare – o la colonizzazione da parte dei batteri. Una volta rilasciate nell’ambiente le microplastiche viaggiano e cambiano nel tempo e capire come questo avviene potrebbe aiutare a far luce sulle conseguenze del loro rilascio. Nelle nuvole sopra il monte Tai, i ricercatori hanno trovato microplastiche di diversa forma (come sfere, fibre, film) colore (dal nero, al giallo, al marrone o trasparenti) e tipo (come PET, al polietilene al polistirene) e di diverse dimensioni, da pochissimi micrometri (millesimo di millimetro) a 1500 micrometri. Sono generalmente abbondanti, scrivono i ricercatori cinesi autori dello studio: parliamo di concentrazioni di oltre 400 microplastiche per litro.Secondo le loro simulazioni ed esperimenti in laboratorio queste microplastiche arrivano lassù trasportate dal vento che soffia sopra le aree più popolate e nel tempo cambiano. In particolare diventano più piccole e con superfici più rugose, come mostrato al microscopio elettronico.

    Lo studio

    La plastica biodegradabile fa male ai pesci: meno veloci nella fuga

    di Pasquale Raicaldo

    26 Ottobre 2023

    Questo aspetto, scrivono gli autori, è dovuto alle modifiche meccaniche e chimiche che colpiscono le microplastiche in aria, complice anche l’effetto della radiazione ultravioletta. Diventando rugose diventano anche più abili a catturare sostanze come piombo e mercurio, ma anche ossigeno, di fatto aumentando la loro affinità per l’acqua. I ricercatori guidati da Yan Wang della Shandong University ipotizzano che questi cambiamenti potrebbero favorire a loro volta la formazione delle nuvole, puntualizza anche la nota dell’Acs che accompagna lo studio. Come? Per esempio con le microplastiche atmosferiche che potrebbero funzionare come dei nuclei di condensazione. E così le nuvole si candidano a diventare l’ennesimo campo di studio per le microplastiche. LEGGI TUTTO

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    Scienza e comunicazione si incontrano per combattere le fake news sul clima

    Un momento di riflessione su come scienza e informazione possono affrontare insieme la crisi climatica e arginare le fake news, arma e causa del negazionismo. È questo lo scopo principale dell’evento che si tiene nella sede del WWF Italia a Roma con l’incontro  “Clima, news e fake news. Orientarsi nella crisi climatica tra scienza e […] LEGGI TUTTO

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    La nuova Ai di DeepMind è più accurata delle previsioni meteo tradizionali del 90%

    Previsioni meteorologiche a dieci giorni più accurate nel 90% dei casi rispetto a quelle attuali. È quanto riesce a fare l’intelligenza artificiale di DeepMind secondo uno studio appena pubblicato da Science, settimanale di riferimento per la ricerca dall’American Association for the Advancement of Science. Il modello, chiamato “GraphCast”, oltre ad essere più veloce e accessibile, avrebbe ottenuto buoni risultati anche nelle previsioni relative ad eventi estremi, per i quali non era stato addestrato in maniera specifica.

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    “Le previsioni meteorologiche sono una delle sfide scientifiche più impegnative e quelle a medio termine sono importanti settori chiave, dalle energie rinnovabili alla logistica”, scrivono i ricercatori guidati da Remi Lam, ingegnere informatico che ha studiato al MIT di Boston prima di approdare a DeepMind. Azienda inglese specializzata in intelligenza artificiale, nata a Londra nel 2010 e acquisita da Google nel 2014. Come forse ricorderete è diventata famosa in tutto il mondo quando il suo AlphaGo nel 2016 batté l’allora campione mondiale Lee Se-dol. 

    GraphCast è stata addestrata su quattro decenni di analisi meteorologiche. Osservazioni che si basano su immagini satellitari, dati radar, rilevazioni di stazioni meteo che utilizzano il modello tradizionale denominato “numerical weather prediction” (Nwp). GraphCast di fatto riempie l’assenza di informazioni fra una previsione e l’altra producendo un modello molto più preciso. 

    Sebbene l’accuratezza dei modelli Nwp sia migliorata drasticamente nel corso del tempo, si tratta di soluzioni costose, complesse e impegnative dal punto di vista computazionale al contrario di GraphCast. Le previsioni meteorologiche basate sull’apprendimento automatico offrirebbero quindi un’alternativa più a buon mercato. O meglio: un sistema che sfrutta i modelli fin qui usati per ridurre tempi, costi e aumentare risoluzione e precisione.

    La ricerca

    L’intelligenza artificiale daterà i testi antichi

    10 Marzo 2022

    Come dati iniziali per capire quali saranno le condizioni a breve e medio termine, GraphCast prende due stati: l’attuale e le condizioni delle sei ore precedenti. Con questi due gruppi di dati arriva a formulare l’ipotesi dello stato meteorologico che si avrà nel giro di altre sei ore. Queste previsioni possono a loro volta essere reinserite nel modello per generare un’analisi di quel che ci aspetta più a lungo termine fino a dieci giorni. 

    “Sebbene l’addestramento di GraphCast abbia richiesto molte risorse dal punto di vista della mole di calcoli, il modello di previsione è altamente efficiente”, afferma Remi Lam. “Fare previsioni a 10 giorni con GraphCast richiede meno di un minuto su una singola macchina Google Tpu v4 (si tratta dei computer Tensor Processing Units disegnati dal colosso del Web per i suoi servizi cloud, ndr). Per fare un confronto, una previsione a 10 giorni che utilizza un approccio convenzionale, può richiedere ore di calcolo in un supercomputer con centinaia di macchine”.

    AlphaGo, ci risiamo: il computer di Google batte il numero uno al mondo di Go

    di SIMONE COSIMI

    23 Maggio 2017

    Il nuovo modello di DeepMind è opensource, dunque accessibile a tutti. Non è l’unico prodotto da Google, basti pensare a Nowcasting sempre di DeepMind e a NetMet-3 di Google, ma è il solo a spingersi fino a dieci giorni con una simile precisione.   

    “Aprire la strada all’uso dell’Ai nelle previsioni meteorologiche andrà a beneficio di miliardi di persone”, concludono nel loro articolo i ricercatori di DeepMind. Ma, sottolineano, in gioco non ci sono solo le condizioni meteo bensì la comprensione del nostro clima in senso più ampio. Una conoscenza necessaria per poter affrontare le grandi sfide ambientali che abbiamo davanti. LEGGI TUTTO

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    Nel 2022 nuovo record di concentrazione di gas serra

    Le concentrazioni di gas serra nell’atmosfera, responsabili del cambiamento climatico, hanno superato nuovamente i record nel 2022, in una tendenza al rialzo che difficilmente verrà invertita. È l’allarme dell’Organizzazione meteorologica mondiale (OMM), in vista della Cop28 di Dubai. “Nonostante decenni di avvertimenti da parte della comunità scientifica, continuiamo a muoverci nella direzione sbagliata”, ha affermato […] LEGGI TUTTO

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    Vinted oppure Temu? Che cos’è l’eco-divide, che spacca in due il mondo dell’ecommerce

    Da una parte il successo dell’usato, spinto da piattaforme come Vinted e Wallapop e con apprezzabile attenzione al riciclo e alla sostenibilità, dall’altra l’ascesa del modello del consumo rapido e dalla fast fashion con siti come Shein e (soprattutto) Temu a dominare le classifiche di vendita.Sono questi i due trend principali dell’ecommerce che emergono dalla ormai tradizionale mappa mondiale dei marketplace realizzata dalla startup italiana Yocabè (qui ci sono quella del 2022 e quella del 2021), il cui lavoro è aiutare le aziende a vendere di più e meglio su siti come Zalando, Amazon, Privalia ed eBay. LEGGI TUTTO

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    Clima, l’esperto: “In Italia caldo preoccupante: da noi l’aumento delle temperature è doppio rispetto alla media del pianeta”

    Mancano quaranta giorni a Natale e a Pescara ci sono 26 gradi. La temperatura dell’acqua in molti mari italiani continua ad essere intorno ai 20 gradi e lo zero termico resta particolarmente elevato, con una “estate di San Martino” che proseguirà probabilmente fino alla fine della settimana. In tutto questo, mentre l’Europa sperimenta differenze termiche […] LEGGI TUTTO

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    Grazie al contributo regionale in Sicilia i pannelli solari costano la metà

    I pannelli solari in Sicilia costano la metà. Per i privati che intendono installare impianti per uso domestico esclusivamente per autoconsumo arriva infatti un contributo a fondo perduto pari al 50% della spesa, grazie ad un bando appena approvato. Incentivati anche i sistemi di accumulo. A breve i modelli per la presentazione delle domande. A […] LEGGI TUTTO

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    Quanto costa il piano di Parma per la neutralità climatica

    “L’obiettivo che ci siamo dati è di un’ambizione spaventosa, lo ammetto. Ed è possibile che al 2030 non riusciremo ad essere completamente ad impatto zero. Ma di sicuro i passi avanti che faremo saranno enormi”. A Michele Guerra, quarantunenne sindaco di Parma, va riconosciuta una certa onestà intellettuale. La sua città, assieme ad altre otto in Italia, è entrata a far parte della Eu Mission: Climate-Neutral and Smart Cities ed ha appena presentato il suo piano di azione con investimenti che arriveranno a circa due miliardi di euro fra pubblico e privato. Eppure la strada è tutta in salita: emettere la sola CO2 che la città e il suo territorio circostante possono assorbire non è un risultato semplice da raggiungere.

    Emissioni

    Nove città italiane tra le 100 pioniere Ue per raggiungere l’impatto zero

    28 Aprile 2022

    Le cento città scelte dalla Commissione Europea per la missione della neutralità carbonica da realizzare entro i prossimi sei anni anticiperanno di due decadi quel che dovranno fare tutte le altre. Apripista con davanti a loro ostacoli enormi da affrontare. Oltre a Parma, lo ricordiamo, le altre italiane sono Bergamo, Bologna, Firenze, Milano, Padova, Prato, Roma e Torino. All’estero invece fra le altre i nomi sono quelli di Lisbona e Riga, Barcellona e Madrid, Dublino e Copenaghen, oltre a Bruxelles, Amsterdam, Stoccolma, Helsinki, Parigi e Atene. 

    Anche Giuseppe Sala all’evento di Green&Blue del 2022 organizzato nella sua Milano aveva spiegato che pensare di arrivare davvero ad emissioni zero nel 2030 è irrealistico. “Il balzo sarà comunque sostanziale”, assicura Guerra. “Far parte della missione significa cominciare a misurare le proprie emissioni e intervenire con l’appoggio del settore privato. Elettrificazione del trasporto pubblico, efficientamento degli edifici pubblici, comunità energetiche sono soluzioni a portata di mano”.

    Persone

    Giuseppe Sala immagina la Milano a impatto zero

    di Federica Venni

    04 Giugno 2022

    Il piano di azione per abbattere le emissioni di CO2 della città di Parma, fino alla neutralità climatica, divide gli investimenti fra quelli in corso, i già pianificati e le azioni da compiere entro il 2030. Soldi che verranno stanziati dal Comune di Parma, da altri enti pubblici del territorio, dai soggetti del sistema economico-produttivo cittadino oltre che dagli investimenti che verranno sostenuti dai singoli privati cittadini. Quelli avviati ammontano a circa 140 milioni di euro; i pianificati e che saranno realizzati nel breve termine arrivano a 410 milioni di euro; poi c’è il restante, ovvero la fetta maggiore che arriva a circa 1,2 miliardi, che però per stessa ammissione del Comune è una stima che potrà anche cambiare. 

    Dalle analisi fatte a Parma emergono dati interessanti, anche se in parte noti. Il problema maggiore in fatto di emissioni ad esempio non sta tanto nel trasporto come in genere si crede, ma in tutto quel che è necessario agli edifici fra riscaldamento, condizionamento, illuminazione. Parliamo del 59%, della CO2 prodotta. Seguono i trasporti al 22% e l’agricoltura al 14%. Da notare che nella prima categoria la parte residenziale supera di poco l’industria e ognuna delle due singolarmente è pari se non superiore all’intero settore dei trasporti. In quest’ultimo sono i veicoli privati e commerciali a fare la quasi totalità dei danni.    LEGGI TUTTO