Sono “Storia dei cambiamenti climatici. Lezioni di sopravvivenza dei nostri antenati” di Brian Fagan e Nadia Durrani edito da Il Saggiatore e “Non siamo soli. I segnali di vita intelligente dallo spazio” edito da Mondadori i libri scelti rispettivamente dal Comitato scientifico e dai 450 studenti che hanno partecipato al Premio Cosmos. Il premio, giunto alla quinta edizione è un’iniziativa dedicata ai migliori testi di divulgazione, realizzata in collaborazione con il ministero dell’Istruzione e del Merito, il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, la Società Astronomica Italiana, nell’ambito del Protocollo d’intesa MI/SAIt, in sinergia con la Città Metropolitana di Reggio Calabria, il Planetario Pythagoras.
Ecco le migliori recensioni dei ragazzi
Melanie Mitchell, “L’intelligenza artificiale. Una guida per esseri umani pensanti” Einaudi Editore
Liceo Linguistico Paritario “Aldo Moro”, Bucarest (Romania). Docenti Valeria Prundeanu e Gian Corrado Peluso
Il libro “L’intelligenza artificiale” di Melanie Mitchell è un’opera che esplora il campo dell’intelligenza artificiale (IA) in modo dettagliato e accessibile. L’autrice offre una panoramica completa dei concetti fondamentali, delle tecniche e delle sfide che caratterizzano questo campo. Il libro è strutturato in modo chiaro e organizzato, consentendo ai lettori di comprendere facilmente i concetti complessi dell’IA senza necessariamente avere una formazione tecnica avanzata. Mitchell guida i lettori attraverso le diverse prospettive dell’IA, spiegando i principi di base del machine learning, delle reti neurali, dell’apprendimento automatico e dell’elaborazione del linguaggio naturale. Una delle principali qualità di questo libro è la sua obiettività. Mitchell esplora sia gli aspetti positivi che quelli negativi dell’IA, offrendo un’analisi equilibrata delle sue potenzialità e dei suoi limiti. L’autrice sottolinea che, nonostante i significativi progressi nell’IA, molte sfide rimangono aperte, come la comprensione dei meccanismi di apprendimento delle reti neurali o l’etica nell’implementazione di algoritmi di intelligenza artificiale.
Graziano Ingrosso, Clara Fappani
Abraham Loeb, “Non siamo soli. I segnali di vita intelligente dallo spazio” Mondadori
Liceo Scientifico “Leonardo Da Vinci” Reggio Calabria, docente Emanuela Martino
“Non siamo soli” è un viaggio affascinante che ci conduce per mano alla scoperta del mistero più insondabile dell’universo: l’esistenza di vita oltre quella terrestre. Un interrogativo che ha suscitato, da sempre, l’interesse e la curiosità non soltanto degli esperti e degli astronomi di tutto il mondo, ma anche della gente comune. Chi nelle notti d’estate non ha mai alzato la testa al cielo, immaginando di vedere una navicella spaziale solcare le costellazioni? E anche celebri narratori e registi di ogni tempo hanno coccolato questo “sogno” con libri e pellicole consacrate a essere ricordati per sempre. Per il nostro autore, invece, tutto incominciò quando i telescopi sull’isola di Maui intercettarono un asteroide molto particolare. In tutti gli elementi era tale da destare stupore, attenzione e ricerche: la sua forma, inusuale, la sua velocità, elevata, e la sua luce, particolarmente brillante per le sue caratteristiche strutturali. Oumuamua è il nome con cui fu battezzato lo strano corpo celeste. Ed è proprio il nostro autore, Avi Loeb, anche docente alla Harvard University, ad osservarlo attentamente. Dai suoi studi e dal suo volume, emerge l’approccio sognatore dello scienziato e l’ipotesi suggestiva che Oumuamua non fosse un fenomeno naturale, bensì un relitto di qualche civiltà extraterrestre.
Loeb, ed è questo il lato interessante del libro, esclude qualsiasi altra ipotesi in maniera rigorosa, anche di fronte all’evidente scetticismo della comunità scientifica che appare molto restia ad accettare (e talvolta anche a studiare la possibilità) che esista altra vita oltre agli abitanti del nostro pianeta. Il libro di Loeb si arricchisce di una serie di considerazioni morali e filosofiche riguardo al problema del bigottismo della comunità scientifica sull’argomento degli alieni, inducendo il lettore a una riflessione a 360 gradi, non solo sugli aspetti scientifici, ma anche culturali e umanistici.
L’uomo, nel corso dei secoli, ha sempre combattuto e sacrificato la propria vita per l’affermazione delle proprie idee e delle verità scientifiche, quest’ultime, oggi anche facilmente dimostrabili. Lungo e poco esaustivo sarebbe l’elenco di quanti hanno perso la vita o rinunciato alla propria dignità pur di veder riconosciute le loro idee, basti pensare a Giordano Bruno, bruciato vivo a Campo dei Fiori, o a Galileo Galilei, costretto ad abiurare le proprie teorie. Il libro di Loeb, invece, ci insegna ad avere fiducia e a credere che esistano altre forme di vita, anche se al momento non ancora provate.
Classe 3P
Jim Al-Khalili, “Le gioie della scienza. Otto brevi lezioni per esercitare il metodo scientifico ogni giorno” Bollati-Boringhieri
Liceo Scientifico “Enrico Fermi” Catanzaro, docente Giovanna Valeo
Il libro “Le gioie della scienza”, in lingua originale “The joy of science”, di Jim Al-Khalili è il testo da noi individuato come migliore opera di divulgazione scientifica tra quelle proposte. Il testo è costituito da otto brevi lezioni che ci invitano a guardare il mondo con gli occhi degli scienziati. Alla base del metodo, ci sono principi che possono essere messi in pratica da tutti noi per vivere meglio. Ci sono lezioni sulla natura dell’incertezza e sulla ricerca di una verità oggettiva e dimostrabile, sul ruolo fondamentale che ha il dubbio nella nostra vita, sull’importanza di fare attenzione ai pregiudizi, sulla necessità di avere sempre un giudizio fondato su prove tangibili, e quindi anche sull’esigenza di non aver paura di cambiare idea.
Lo scopo dell’autore è educare il lettore ad avere un approccio scientifico riguardo la quotidianità, grazie a strumenti da utilizzare costantemente. Sta proprio qui la “gioia della scienza”: Al-Khalili invita a uscire dalla propria comfort zone perché solo così si possono mettere in discussione le proprie opinioni per capire che errare è umano; ci insegna che il dubbio non è sempre da considerare come negativo, anzi “l’incertezza nella scienza non significa non sapere, ma sapere. Sappiamo quanto è probabile che i nostri risultati siano giusti o sbagliati, perché riusciamo a quantificare la fiducia che riponiamo in essi.” Come sostiene l’autore: “sbagliare nell’ambito della scienza è il modo migliore per migliorare la conoscenza e approfondire la comprensione del mondo”.
Molto spesso siamo così convinti che la nostra sia la posizione giusta, che non riusciamo a metterci in discussione e facciamo fatica a comprendere gli altri e a confrontarci. Invece è proprio il confronto che ci arricchisce, ci permette di allargare i nostri orizzonti e ci fa crescere, perché “L’ammissione dei propri errori è un punto di forza e non di debolezza”.
Classe III A
Melanie Mitchell, “L’intelligenza artificiale. Una guida per esseri umani pensanti” Einaudi Editore
Liceo Scientifico Statale Italiano “Edoardo Amaldi” Barcellona (Spagna), docente Fabio Versaci
Partendo da un aneddoto personale, tanto ironico quanto inquietante (la riunione sull’IA di Google e i relativi commenti di Hofstadter), Melanie Mitchell (docente di Complessità presso il Santa Fe Institute) nel libro sviluppa una profonda e dettagliata osservazione su ciò che è stata, ciò che è, e ciò che sarà l’intelligenza artificiale. Il saggio però, ai fini di descrivere il funzionamento e il progresso dell’IA, approfondisce inevitabilmente la complessità dell’intelligenza umana e la nostra consapevolezza, a volte labile, al riguardo di quest’ultima.
La Mitchell difatti mette a confronto la possibile capacità di una macchina di simulare abilità tipicamente umane, alternando spiegazioni puramente tecniche (il machine learning, il deep learning, ConvNet e ImageNet fra le tante) a riflessioni etiche e psicologiche, incentrate per lo più sulla barriera del significato, la comprensione e la vista: elementi intuitivi e immediati dello sviluppo cognitivo umano ma non così scontati per una macchina. La sostanziale differenza fra l’uomo e l’IA che emerge dalla lettura può essere sintetizzata da una delle frasi più significative del libro: “Deep Blue ha sconfitto, è vero, Kasparov, ma non ne ha tratto alcun piacere”. Con chiarezza espositiva dunque, nonostante il linguaggio a tratti complesso, l’autrice mette in mostra i pro e i contro dell’IA, i suoi contributi all’umanità, ma anche i suoi pericoli e , soprattutto, la sua possibilità di raggiungere (o addirittura superare) l’intelligenza umana. Amy Negrini e Gabriele Faienza
Roberto Battiston, “L’alfabeto della natura. La lezione della scienza per interpretare la realtà” Rizzoli
IIS “Ettore Majorana” Moncalieri (Torino), docenti Federica Luisa Jolanda Marco e Sara Armellino
L’opera di Roberto Battiston “L’alfabeto della natura” tratta di un argomento ampiamente discusso al giorno d’oggi, i cambiamenti climatici, ma con un approccio diverso. Nelle quattro lezioni, il lettore si imbatte in una grande quantità di dati interessanti e di riferimenti numerici, supportati da grafici sintetici purtroppo non sempre di chiara lettura.
La prima lezione spiega la necessità di una metodologia di pensiero di tipo scientifico per la trattazione di problemi complessi quali il cambiamento climatico, al fine di rendere più efficaci possibili le conclusioni e quindi più raggiungibili le soluzioni del problema. In questa sezione si evidenzia il ruolo fondamentale che ricoprono l’istruzione e la formazione in ogni paese, e si ribadisce in più occasioni come il riscontro di varie forme di analfabetismo scientifico costituisca una grave forma di povertà invisibile.
Nella seconda lezione si concentra tutta la potenza divulgativa del libro: l’autore cerca di spiegare come la scienza moderna legga il mondo; i temi trattati riguardano principalmente i principi della termodinamica e traspaiono chiaramente le definizioni delle grandezze fondamentali che tratta tale materia, come ad esempio l’entropia, analizzata sotto una luce nuova e resa finalmente comprensibile ai più. Vengono spesso utilizzati espedienti narrativi come similitudini e parallelismi con riferimenti alla vita comune, per fare comprendere a fondo la complessa teoria che l’autore si propone di divulgare, con ottimi risultati.
Dalla terza lezione si entra nel vivo delle argomentazioni del libro: vengono trattate – con l’ausilio di tutte le conoscenze e gli strumenti forniti – le relazioni energetiche che intercorrono tra la superficie abitata del nostro pianeta, l’ambiente esterno e il suo interno. Questa è una delle parti più critiche: la citazione di una moltitudine di dati e informazioni fa perdere a volte il senso di ciò che si legge, ma l’argomento richiede una trattazione di tipo marcatamente statistico, quindi non può che essere divulgato in questo modo; le semplificazioni che l’autore fa sono da considerare concesse, poiché permettono complessivamente una buona comprensione dei fenomeni descritti. La quarta lezione tende a scadere nel banale. Spunti di riflessione importanti, che però è difficile che escano dalla mera discussione a diventare atti pratici concreti.
Classi Terze
Roberto Battiston, “L’alfabeto della natura. La lezione della scienza per interpretare la realtà” Rizzoli
Liceo Scientifico “Enrico Mattei” Casablanca (Marocco) docente Alessio Gava
“L’alfabeto della natura” è un libro scientifico a carattere didascalico, diviso in quattro parti: la prima (Pensare) tratta diversi problemi, tra cui l’analfabetismo scientifico, la propagazione di fake news, l’incapacità di capire il mondo che ci circonda, ma anche problemi come l’evoluzione molto rapida e incontrollabile dell’AI e infine l’importanza del buon senso; la seconda parte (Leggere il mondo con la scienza) tratta, invece, il ruolo cruciale sia della matematica che della scienza nella comprensione dei fatti, l’analfabetismo statistico, il tema del Covid-19 e infine l’energia; la terza parte (La Terra e il suo clima) affronta principalmente la questione climatica del nostro pianeta, concetto accennato anche in precedenza ; infine la quarta (Come affrontare il problema) che solleva la questione su modi con i quali affrontare e risolvere i problemi climatici efficacemente.
Questo libro ha un registro tecnico/scientifico, anche se il ricorso a termini complessi è abbastanza limitato, questo ci potrebbe suggerire la volontà dell’autore di raggiungere il maggior numero di lettori, ma soprattutto i giovani, perché sono loro che avranno un impatto significativo in futuro. Il tono è, di conseguenza, educativo/informativo, perché lo scopo principale di questo libro è la trasmissione di conoscenze. Tutto il discorso è collegato da una citazione presente all’inizio di ogni capitolo. Sono presenti diversi grafici, esempi, fatti storici, esperienze personali. Insomma lo stile è accessibile e divulgativo. Lo scopo di questo libro è aprirci gli occhi sul mondo che ci circonda, di decifrare la natura alla luce di uno sguardo scientifico e inconfutabile.
Lina Fath-eddine
Paola Cadelli, “Rosalind Franklin. Ho fotografato il DNA” Morellini editore
Liceo Classico Convitto Nazionale di Stato “Campanella” Reggio Calabria docente Cristina Novello
Questo splendido romanzo è la storia di una delle più brillanti scienziate del ‘900. Di origine ebraica, vive in una famiglia agiata. La prima parte del libro è dedicata alla sua infanzia e al suo rapporto con i genitori e i fratelli. L’autrice mette l’accento sull’intelligenza superiore di questa ragazzina e su quanto la madre si dimostri preoccupata per questo, perché “pone la figlia paurosamente contro gli stereotipi della società dell’epoca”. Descrive la sua vita attraverso le lettere che ella stessa scrive alla famiglia o alle amiche. Il lettore scopre così gli aspetti più nascosti del suo carattere, colpisce in particolare il suo amore e la sua dedizione per lo studio: “Studiare mi rende felice, mi sento in pace con me stessa”.
Sfondo della narrazione è un contesto storico molto complesso, all’ombra dell’ascesa del nazismo; gli ebrei che possono fuggono da Francia, Germania, Austria riparando in Inghilterra, dove la stessa protagonista si adopera per dare aiuto ai rifugiati. Il desiderio di Rosy è quello di frequentare l’università di Cambridge, la stessa università che fu di Isac Newton e il padre, che ha piena fiducia nelle sue capacità, la incoraggia spesso e si sacrifica nel mantenerle gli studi anche nei periodi di maggiore difficoltà economica, durante la guerra.
La seconda parte del libro è segnata, infatti, dallo scoppio della Seconda guerra mondiale che travolge Parigi, dove la bandiera nazista viene issata sulla Tour Eiffel. Fa riflettere quanto, agli occhi di molti intellettuali dell’epoca, fosse considerato urgente un cambiamento nei confronti delle donne e del lavoro essendo considerate ” intollerabili e irrazionali” le barriere che impedivano a queste, settori come chimica e ingegneria.
Nella terza parte, viene descritta la vita e il lavoro al King’s College di Londra dove Rosalind ha occasione di partecipare agli studi sulla molecola del DNA e dove riesce a scattare la famosa “Foto 51”, che oggi è il simbolo scientifico di tutte le scoperte su questa straordinaria molecola.
Classe 2^A
Abraham Loeb, “Non siamo soli. I segnali di vita intelligente dallo spazio” Mondadori
Liceo Scientifico “Alessandro Volta” Reggio Calabria, docenti Anna Borrello e Caterina Camera
“Non siamo soli” di Avi Loeb è un libro straordinario che invita a guardare oltre i confini del mondo e ad affrontare la possibilità che gli esseri umani non siano l’unica forma di vita intelligente nell’universo. Avi Loeb, un astrofisico rinomato e appassionato ricercatore, guida il lettore in un viaggio che esplora le evidenze riguardanti un presunto oggetto interstellare, Oumuamua, che ha attraversato il nostro sistema solare nel 2017.
Il libro sfida molte delle convinzioni radicate sulla vita extraterrestre poiché Loeb, dopo aver esaminato le caratteristiche insolite di Oumuamua, (come la sua forma allungata e la sua traiettoria insolita), suggerisce che potrebbe essere stato creato da una civiltà tecnologicamente avanzata, proveniente da un’altra parte dell’universo. L’autore si serve di un approccio razionale e un’analisi oggettiva e dettagliata, priva di conclusioni affrettate o speculazioni, inducendo a considerare tutte le possibilità e a mantenere sempre una mente aperta ad ogni soluzione e prospettiva.
Loeb condivide le sue conoscenze in modo chiaro e coinvolgente, rendendo il testo accessibile a tutti e quasi “impregnando” le pagine stesse della sua passione per l’esplorazione spaziale, stimolando il lettore a riflettere sul proprio posto nell’universo e a interrogarsi sul significato più profondo dell’esistenza umana. In definitiva, “Non siamo soli” è un’opera straordinaria che spalanca le porte della immaginazione e spinge ad abbracciare l’incertezza e la meraviglia che l’universo offre.
Francesco LEGGI TUTTO