15 Settembre 2023

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    Scuola e clima: a che punto siamo? L’educazione ambientale in classe è nelle mani dei prof

    Come si fa a costruire un futuro sostenibile? Cominciando dai bambini tra 0 e 6 anni, dagli adolescenti e dai ragazzi. Da quando l’educazione ambientale nel 2019 si è fatta largo nei programmi della scuola, soprattutto in quella dell’obbligo non c’è dubbio che tra i giovanissimi della generazione Alpha e i giovani della generazione Zeta, un cambiamento l’ha portato. Sensibili ai temi ecologici, all’alimentazione sana, alla sostenibilità, sembrano avere le idee più chiare in fatto di benessere del pianeta, rispetto ai coetanei di qualche anno fa.”In effetti molti passi avanti sono stati fatti. Almeno da quando si è cominciato a lavorare sulla formazione dei docenti e degli studenti su questi temi” spiega Enrico Giovannini direttore scientifico dell’ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile), il maggior stakeholder italiano sul tema della sostenibilità che in questi anni ha collaborato con il ministero dell’Istruzione e del Merito mettendo a disposizione materiale scientifico gratuito per le scuole e facendo formazione per gli insegnanti.

    La ricerca

    Giovani in lotta per scuola, parità e clima: i dati SWG

    di Jaime D’Alessandro

    15 Settembre 2023

    “Da anni portiamo avanti quanto previsto dal quarto obiettivo dell’Agenda 2030, ossia quello di garantire a tutti i bambini, i giovani e gli adulti, soprattutto i più emarginati e vulnerabili, di accedere ad un’istruzione adeguata al contesto in cui vivono. Un’istruzione basata sull’equità e di qualità è ritenuta fondamentale dalle Nazioni Unite, dall’Unesco e dall’Unione europea. Un percorso, il nostro, in cui ci sono stati passaggi chiave, come quello di inserire questi temi nei libri di testo per le scuole elementari e le scuole medie, oppure l’entrata in vigore dell’obbligo formativo dei docenti.  Poi, la nascita della rete delle Scuole Green in Italia, ossia quegli istututi che stanno lavorando per abbattere le emissioni di CO2 che ha creato un cambiamento dal basso. Ora siamo alle prese con l’Educazione Civica reintrodotta nel 2020 nelle scuole di ogni ordine e grado, dalla primaria e secondaria fino all’università. Per legge bisogna dedicarle 33 ore all’anno. L’educazione ambientale è uno dei tre pilastri di questa area. Oltre gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, ci sono la Costituzione e la Cittadinanza digitale. Tutte finalizzate a rafforzare il rispetto nei confronti delle persone e del Pianeta”. 

    Cosa si insegnerà nelle ore di educazione civica

    L’educazione all’ambiente pur essendo obbligatoria non è mai stata insegnata come un’altra materia con un insegnante specifico, ma da quando se ne parla a scuola è stata considerata una sorta di processo di apprendimento continuo a cui partecipa un team di docenti. Uno “sfondo” culturale interdisciplinare, con la sostenibilità, la tutela dell’ambiente, la biodiversità come valori a cui tendere. “Fondamentale è la formazione degli insegnanti: oggi non è pensabile che sia gli studenti che i loro professori non sappiano ad esempio, quali siano i 17 obiettivi previsti dall’Onu, oppure cosa significhi transizione ecologica”, spiega ancora Giovannini, che ha ricoperto la carico di ministro delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibile con il governo di Mario Draghi.E nelle scorse settimane il presidente dell’ASviS Pierluigi Stefanini e Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito, hanno firmato un nuovo protocollo d’intesa per il prossimo triennio. Obiettivo: continuare nell’approccio didattico nelle scuole.

    “I movimenti hanno generato una richiesta da parte dei giovani”

    “Non c’è dubbio, comunque, che al di là delle circolari ministeriali, i giovani abbiano risentito positivamente del clima creato dai movimenti nati degli ultimi anni come ad esempio Fridays for Future. I ragazzi della cosiddetta generazione Greta che hanno riempito le piazze, hanno creato una mobilitazione dal basso importante. Hanno generato una richiesta da parte dei giovanissimi di sapere di più su questi temi. È statp un passaggio importante”, spiega ancora l’ex ministro Giovannini.

     Le linee guida in arrivo: il maxi contenitore 

    Ma come faranno quest’anno i bambini e i ragazzi in classe e, si spera anche fuori, per approndere i temi green inseriti nella grande area dell’Educazione Civica? Al momento non è chiaro. Il mondo della scuola è in attesa delle linee guida dal ministero che ha creato un comitato scientifico. Linee guida che saranno svelate il 30 settembre, c’è scritto sul sito del Miur.L’unica cosa certa, al momento, è che le 33 ore annue rese obbligatorie dal 2019 dall’allora ministro leghista, Marco Bussetti e considerate trasversali alle altre materie, ingloberanno nuovi contenuti. Il rischio è che l’Educazione Civica diventi una sorta di contenitore extra large in cui inserire temi complessi. La prima a decidere dell’ampliamento è stata la ministra pentastellata Lucia Azzolina, che diede all’Educazione Civica lo studio della Costituzione, lo Sviluppo sostenibile e la Cittadinanza digitale. Ora il ministro Valditara sta pensando ad un’ulteriore espansione, per inserire anche il tema della sicurezza stradale, alimentare e quelli della finanza, del risparmio e dell’investimento. Questi ultimi su idea del ministero dell’Economia. Ma qualcuno suggerisce di parlare anche di bullismo e violenza. Non è ben chiaro, vedremo in autunno. 

    Ore “rubate” ad altre materie

    L’ecologia è definita come “educazione ambientale, sviluppo eco-sostenibile e tutela del patrimonio ambientale, delle identità, delle produzioni e delle eccellenze territoriali e agroalimentari”.Il ministero poi specifica che l’argomento, così come l’Agenda dell’Onu 2030, trova una naturale interconnessione con le Scienze naturali e la Geografia. “Ma solo fino alle scuole medie, perché dopo quando si arriva agli istituti superiori, il discorso diventa più complicato”, spiega ancora il professor Giovannini. E ricordando che la nuova materia non disporrà di proprie ore, e che (scrito nero su bianco) sarà compito del collegio dei docenti distribuire i temi nelle varie materie, non è difficile ipotizzare che molto sarà lasciato alla creatività e la competenza degli insegnanti e dei capi d’istituto. Prof assediati dai compiti da correggere, dalla preparazione delle lezioni – perché non basta sapere un concetto per poterlo insegnare – e che si dovranno occupare anche di preparare bambini e ragazzi a temi delicati e complessi come la sostenibilità la Costituzione o il bullismo.

    In aiuto dei prof

    In loro aiuto ci saranno i protocolli d’intesa attivati dal Miur con gli altri ministeri, le istituzioni, le organizzazioni nazionali e internazionali, enti, associazioni di settore sui temi dell’educazione ambientale, alla sostenibilità, al patrimonio culturale, alla cittadinanza globale. Così ad esempio ci sono i protocolli già siglati con Legambiente, il WWF, l’Arma dei carabinieri, con il Fai. Ma sono solo alcuni. Una grande responsabilità si profila per il mondo della scuola. Perché quello di insegnare è un lavoro importantissimo e che segna il futuro di un popolo.  LEGGI TUTTO

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    Giovani in lotta per scuola, parità e clima: i dati SWG

     Difesa di scuola e sanità pubblica, raggiungimento della parità di genere, contrasto alla crisi climatica. Sono i primi tre temi per i quali in Italia si è disposti a lottare concretamente fra chi ha dai 18 ai 30 anni. Ma questo è solo uno dei tasselli dell’ultimo sondaggio della triestina Swg intitolato Osservatorio Hi-Tech 2023. […] LEGGI TUTTO

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    Il dietro le quinte dell’energia che ci arriva in casa

    MILANO. Dal 1956, in un enorme parco in zona Lambrate, alle porte di Milano, in grandissimi laboratori vengono simulati, piogge torrenziali, potentissimi corto circuiti. Da più di 60 anni Cesi (Centro elettrotecnico sperimentale italiano) lavora per testare gli impianti elettrici delle maggiori aziende internazionali che costruiscono le reti elettriche in tutto il mondo. In altri laboratori alti anche 45 metri, con all’interno elettrodi a colonna che elevano la tensione a milioni di volt, vengono condotte le prove sintetiche di grande potenza, e di alta tensione. In parole più semplici si testa la resistenza delle apparecchiature elettroniche a corto circuiti improvvisi.Per riprodurre le condizioni estreme di guasto nella rete di trasmissione ad alta e altissima tensione (550kV/63kA) è adottato il metodo sintetico, che prevede la combinazione di due circuiti distinti di corrente e tensione opportunamente sincronizzati emulando, così, potenze pari a decine di GigaWatt. Questo metodo di prova consente di effettuare test su componenti che necessitano di grande potenza senza provocare guasti sulla rete di trasmissione nazionale, evitando disservizi per l’assetto di rete. Cesi nasce quindi per rispondere alle esigenze dei principali produttori, distributori di energia e dei maggiori fornitori di componenti elettromeccanici in Italia e, oggi, nel resto del mondo. Una sorta di snodo indispensabile perché l’energia arrivi nelle nostre case in sicurezza.

    Circuito di prova ad altissima tensione per link HVDC (Foto: Michele Palazzi)  LEGGI TUTTO

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    Tulipani, è tempo di piantare i bulbi

    Il tulipano è una pianta perenne appartenente al genere Tulipa della famiglia delle Liliacee, classificata come pianta a bulbo. I tulipani sono fiori bellissimi dai colori brillanti e variegati che regalano fioriture rigogliose e durature. Si dice che la patria natia di questo fiore sia la Turchia dalla quale fu importato in Europa nel 1554. Oggi cresce spontaneamente, oltre che in tutta Europa, anche in Africa e Asia. Il tulipano vanta quasi 150 specie che si differenziano per dimensione e tipologia del fiore, tuttavia negli anni si è giunti a circa 5mila ibridi. 

    Il tulipano ha moltissimi esemplari ibridi, ma in generale la sua altezza varia tra i 10 e i 70 centimetri. Solitamente il fiore che cresce sullo stelo è unico. La pianta del tulipano è costituita da un solo bulbo che genera uno stelo e un numero modesto di foglie. Solitamente su ogni stelo si sviluppa un fiore ma vi sono casi come per esempio per la specie Tulipa turkestanica per la quale su uno stelo si sviluppano più fiori. In base alla varietà di tulipano questo fiore può essere di uno o più colori, dal bianco al giallo al rosa al viola, dall’arancione al rosso. I tulipani si differenziano inoltre per la struttura della corolla che può essere, liscia appuntita o irregolare. 

    Come coltivare i tulipani

    Il periodo migliore per procedere con la semina dei tulipani è inizio settembre fino alla metà di ottobre, ma questo intervallo di tempo può variare a seconda delle condizioni climatiche in cui ci troviamo. La ragione è perché la pianta deve attecchire nel suolo quando questo abbia una temperatura che si aggira sui quindici gradi, dunque prima dell’arrivo del freddo che non sarebbe salutare per la pianta. 

    Coltivazione in vaso

    Per coltivare i tulipani in vaso basterà seguire alcuni accorgimenti: prima di tutto la scelta di un vaso in terracotta è la miglior soluzione poiché sono in genere provvisti di fori sul fondo che saranno fondamentali per il drenaggio dell’acqua di irrigazione. Il diametro del vaso dipenderà dalla quantità di bulbi di tulipani che desiderate interrare; così per avere un’idea diciamo che un vaso con un diametro di 50 centimetri potrà accogliere fino a 25 bulbi. Il terriccio da utilizzare dovrà essere poroso, a drenaggio rapido e andrà sostituito ogni anno. I bulbi andranno posizionati a distanza di due/tre centimetri gli uni da gli altri a una decina di centimetri di profondità, con la parte appuntita rivolta verso l’alto. Una volta interrati i vasi andranno posizionati all’aperto.

    Ombra o sole diretto?

    I tulipani amano l’esposizione diretta al sole, pertanto sia che scegliate la coltivazione in terra o in vaso, dovrete assicurarvi che sia un luogo soleggiato e protetto dal vento che potrebbe danneggiare gli steli. I terreni più adatti alla coltivazione dei tulipani sono i terreni ricchi di sostanze organiche, sabbiosi, profondi e ben drenati. Sarà bene aggiungere del concime ricco di azoto, fosforo e potassio per ottenere una coltivazione al massimo della resa. Una volta posizionati andranno bagnati leggermente prima di essere ricoperti con il terriccio. A questo punto il consiglio è quello di non procedere con irrigazioni frequenti a meno che il clima sia molto secco, poiché l’acqua in eccesso potrebbe far marcire i bulbi. Una volta piantati inizieranno subito a emettere radici, preparandosi per la fioritura che avverrà in primavera.

    Quante volte e quando fiorisce il bulbo

    Il tulipano è una pianta perenne, ovvero può avere anche più di una fioritura nel corso dell’anno ma spesso sono i climi troppo poco miti a impedire questo processo dunque per incoraggiare una seconda fioritura consigliamo di aggiungere del concime all’interno del terreno di semina. Il tulipano in Italia fiorisce nel periodo che va da metà marzo a gli inizi di maggio è detto anche “fiore della primavera”. 

    Nel  linguaggio dei fiori donare un tulipano è segno di vero amore e speranza. Questo significato giunge dal passato dove antiche leggende turche e persiane raccontavano che questo fiore dai colori brillanti e audaci in realtà era legato alle lacrime miste al sangue di un giovane innamorato suicida per amore. Oggi al tulipano, così come per molti altri fiori, è attribuito un messaggio diverso in base al colore. Rosso indica una dichiarazione d’amore eterno, violetto indica la modestia, il giallo indica un amore spensierato vissuto con gioia e allegria, il maculato indica la bellezza degli occhi di chi lo riceve in dono, il tulipano bianco indica la purezza e il tulipano rosa è invece indice di attenzioni e affetto.

    Nell’immaginario comune quando si parla di tulipani si pensa ai Paesi Bassi in particolar modo all’Olanda nonostante le loro origini reali siano turche, questo perché nel 1600 una vera e propria “moda dei tulipani” si diffuse in tutta l’Olanda provocando l’oscillazione del prezzo dei bulbi. In realtà solo dopo la seconda guerra mondiale divennero davvero celebri in Olanda poiché questi fiori venivano utilizzati dalla popolazione come fonte di sostentamento. Ad oggi turisti di tutto il mondo giungono in Olanda desiderosi di immergersi nel giardino di tulipani Keukenhof, il più grande esistente a una trentina di chilometri da Amsterdam per ammirare l’esplosione di profumi e colori generati da questo meraviglioso fiore. 

    Malattie e parassiti

    Tra le malattie fungine più diffuse che possono colpire il tulipano, segnaliamo la Botrytis tulipae che provoca il marcire delle foglie; ad ogni modo una particolare attenzione alle irrigazioni, un terreno ben areato e drenato terranno alla larga questo fungo. Anche lumache, chiocciole e piccoli insetti sono voraci aggressori delle foglie dei tulipani, in questo caso basterà acquistare preventivamente un prodotto a base naturale nei negozi di giardinaggio. Nel caso in cui i tulipani fossero coltivati in giardino e abbiate già sperimentato la presenza di piccoli roditori denominati arvicole, basterà proteggere il bulbo in una retina al momento della messa a dimora per impedire loro di fare scorpacciate dei vostri bulbi piantati con tanto amore. LEGGI TUTTO