9 Maggio 2023

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consigliato per te

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    Le masterclass di Italian Tech e Talent Garden al Festival di Green&Blue

    Il Festival di Green&Blue, a Milano dal 6 all’8 giugno, sarà anche l’occasione per chi vuole fare proprie le competenze della transizione ecologica. Nei tre giorni sarà possibile iscriversi gratuitamente alle masterclass con focus in Business Sustainability dell’Italian Tech Academy, accademia di competenze digitali nata dalla collaborazione tra Italian Tech e Talent Garden.I laboratori della durata di 45 minuti e 1,5 ore si terranno presso l’IBM Auditorium e nel campus di Talent Garden Isola il 6 pomeriggio, 7 e 8 giugno dalle ore 10 alle 18 con i professionisti di Talent Garden, affiancati da esperti dei vari settori e delle imprese private. Durante le masterclass si avrà la possibilità di confrontarsi e dialogare con professionisti che insegnano all’ambito del master in Business Sustainability dell’Academy e con gli ospiti del Festival di Green&Blue che interverranno durante l’evento.Italian Tech Academy offre una formazione altamente specializzata sulle competenze digitali in ambito di innovazione dei business e dell’industria italiana. Analizzando i divari presenti sul mercato del lavoro, sta ampliando la sua offerta formativa per rispondere alle nuove esigenze del mercato.Chi partecperà al Festival di Green&Blue potrà ottenere uno sconto per iscriversi ai master part-time dell’Italian Tech Academy in Business Sustainability, Business Innovation e Content Strategy che si svolgeranno il 7 e 13 ottobre a Milano e Torino. ll master in Business Innovation è pensato per tutti i professionisti che hanno bisogno di una cassetta degli attrezzi per cogliere le opportunità della trasformazione digitale attraverso le applicazioni di Intelligenza artificiale, IoT e nuove modalità di business a portata delle aziende. Il master in Content Strategy è un percorso pensato per professionisti chi si occupano di comunicazione e vogliono acquisire competenze analitiche e strategiche per un salto di carriera.Talent Garden Group è il più importante operatore europeo nella Digital Education per dimensioni e presenza geografica, leader per la formazione e il networking nell’ambito dell’innovazione digitale. Nata nel 2011 a Brescia, ha l’obiettivo di supportare talenti e imprese nella propria crescita digitale. Un modello che si è rapidamente esteso in Europa e che oggi ha portato la società ad essere presente in 12 Paesi europei diventando leader europeo del suo settore. Questo anche grazie a soci tra le più grandi famiglie italiane capitanate da TIP – Tamburi Investment Partners, ma anche da Cassa Depositi e Prestiti, Indaco e Social Capital. LEGGI TUTTO

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    Lupi e grifoni morti in Abruzzo: allarme per le esche avvelenate

    In Abruzzo sono stati ritrovati morti, probabilmente uccisi da esche avvelenate, quattro lupi e tre grifoni. Si tratta dell’ennesimo episodio di avvelenamento nei confronti di animali in un anno nero, il 2023, per la convivenza fra fauna selvatica e umani. In questi mesi difficili, a partire dalla tragedia che ha visto il giovane runner Andrea Papi morire dopo un presunto attacco da parte dell’orsa JJ4, innescando il dibattito sulla pericolosità dei plantigradi sulle Alpi, fino a poche ore fa quando il partito Svp (Südtiroler Volkspartei) in Tirolo ha proposto di legiferare per l’abbattimento dei lupi, la questione del rapporto uomini-fauna selvatica sta diventando sempre più complessa.L’ultimo episodio risale a pochi giorni fa quando il 5 maggio il personale di Rewilding Apennines, di Salviamo l’Orso e alcuni volontari durante un’attività di monitoraggio dell’area corridoio tra il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise e il Parco Naturale Regionale Sirente Velino hanno ritrovato inizialmente 2 lupi e 4 grifoni morti nel territorio di Cocullo, al confine con Goriano Sicoli. Successivamente è stata individuata poi la carcassa di un altro lupo dai carabinieri forestali. 

    La denuncia

    Un’aquila reale morta per avvelenamento da piombo

    a cura di redazione di Green&Blue

    27 Aprile 2023

    “Non c’è fine all’indignazione di fronte al ritrovamento di animali selvatici che con molta probabilità sono stati avvelenati da veri e propri criminali” scrivono sui social da Rewilding Apennines. Dopo il ritrovamento sul posto sono intervenute le forze dell’ordine del Comando Stazione di Roccaraso e il veterinario della ASL1 L’Aquila-Sulmona-Avezzano che ha dato il via libera alla rimozione delle carcasse per evitare che altri animali potessero morire alimentandosi dei resti avvelenati.”Amareggia constatare che nel 2023 la cultura del veleno sia ancora così diffusa, evidenziando la più totale insensibilità verso la vita da parte di chi ricorre a certe pratiche vigliacche. Queste persone non comprendono che, così facendo, danneggiano loro stessi e l’immagine delle comunità a cui appartengono” ricorda Mario Cipollone, team leader di Rewilding Apennines.L’idea di un avvelenamento è scattata fin da subito dato che “le carcasse si trovavano entro un raggio di 300 metri: è forte il sospetto che si tratti di un episodio di avvelenamento, uno dei tanti che si verificano nell’Appennino centrale nel periodo che precede la monticazione, nonché a quelle relative alla concorrenza tra tartufai e alle attività venatorie” ricorda l’associazione.Probabilmente i tre uccelli sono morti dopo aver mangiato i resti dei lupi avvelenati. Inoltre Rewilding Apennines fa sapere che solo due settimane fa aveva rinvenuto altri due grifoni senza vita, mentre a inizio primavera c’era stato “un altro grave episodio di avvelenamento, anche quella volta nella zona tra Cocullo e Goriano Sicoli”.

    Ricerca

    Gli uccelli marini colpiti da plasticosi, una nuova malattia causata dall’inquinamento

    di Sandro Iannaccone

    13 Marzo 2023

    Ora saranno le analisi tossicologiche, effettuate dall’Istituto Zooprofilattico dell’Abruzzo e del Molise, a confermare o meno l’ipotesi di esche con veleno. “Purtroppo, se questi atti restano impuniti, si rischia di favorire la reiterazione del reato. Consapevoli della complessità dello svolgimento delle indagini di polizia su questo reato, facciamo appello a tutte le autorità competenti affinché diano maggiore attenzione e priorità a questa piaga del nostro territorio a livello istituzionale e procedurale. Sarebbe di buon auspicio se nelle zone soggette ad avvelenamento venisse vietata qualsiasi attività produttiva a lungo termine, come accade nel caso degli incendi” chiosano dal Rewilding Apennines. LEGGI TUTTO

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    Greenpeace, ReCommon e 12 cittadini fanno causa ad Eni per le sue emissioni

    Prima azione legale civile italiana contro la multinazionale dell’oil and gas Eni per “violazione dell’Accordo di Parigi sul clima”. Lo hanno annunciato oggi Greenpeace Italia, ReCommon e dodici cittadini italiani tutti uniti in quella che è di fatto una prima climate litigation del genere in Italia, un’azione molto simile – che chiama in causa anche i diritti umani – a quella che ha indotto un tribunale dei Paesi Bassi a stabilire che Shell è responsabile di aver danneggiato il clima del Pianeta, imponendo alla compagnia britannica di ridurre le proprie emissioni di anidride carbonica.Punto cardine della causa è il fatto, tuonano da Greenpeace, che per la prima volta avvenga “l’accertamento danni, che un giudice riconosca le responsabilità in termini di crisi climatica del soggetto di diritto italiano Eni, oggi da considerare il maggiore responsabile di emissioni climalteranti in Italia”. Come ha spiegato Antonio Tricarico di ReCommon, il “nostro Paese è già oggi tra le zone più esposte di tutto il Mediterraneo ai cambiamenti climatici. Sarebbe criminale mettere la testa sotto il  tappeto e non agire, non guardare a chi ci ha portato a questa situazione. Per cui ReCommon e Greenpeace hanno deciso di metterci la faccia,  nelle aule di tribunale, per una giusta causa, urgente, che chiede giustizia e riconoscimento delle responsabilità di Eni come grande emettitore”.Nel mondo oggi si contano già oltre 2600 fra ricorsi e cause climatiche contro governi e società private e quella annunciata in mattinata si tratta della prima causa civile per una società privata sul tema climatico, una causa contro “il campione fossile del mondo che impone con forza una agenda di espansione del gas fossile, inconciliabile con l’agenda dei diritti umani e l’Accordo di Parigi”. Per Simona Abbate di Greenpeace è dunque necessario “non voltarci mai dall’altra parte e mettere finalmente davanti alle sue responsabilità chi ha causato consapevolmente i cambiamenti climatici in corso”. Insieme alle associazioni, anche dodici cittadini italiani che provengono da aree come Dolomiti, Pianura Padana, zone costiere o Po, tutti luoghi che oggi stanno già subendo forti trasformazioni a causa del riscaldamento globale.Per esempio Rachele Caravaglios, 21 anni di Torino, racconta di non volere “vivere in un mondo in cui sarò costretta a subire cambiamenti sempre più impattanti. Pago le tasse e una parte va a finanziare progetti che vanno a ledere il mio futuro: come cittadina non lo accetto, ho diritto a vivere una vita non sconvolta dai cambiamenti partiti da una azienda singola”.

    Per Vanni Destro, veneto che abita in zona Polesine, “qui già subiamo i cambiamenti climatici in maniera pesante. Da qualche anno il mare entra nei terreni, la siccità e il cuneo salino si fanno sentire. Ho deciso di mettermi in gioco per il mio territorio e non solo”. 

    Dal canto suo Eni “prende atto dell’iniziativa annunciata oggi da ReCommon e Greenpeace. – Eni dimostrerà in Tribunale l’infondatezza dell’azione messa in campo e, per quanto necessario, la correttezza del proprio operato e della propria strategia di trasformazione e decarbonizzazione, che mette insieme e bilancia gli obiettivi imprescindibili della sostenibilità, della sicurezza energetica e della competitività del Paese. Eni si riserva a sua volta di valutare le opportune azioni legali per tutelare la propria reputazione rispetto alle ripetute azioni diffamatorie messe in campo da ReCommon, a partire dal ruolo che l’associazione ha cercato di ritagliarsi nell’ambito della vicenda giudiziaria Opl245 terminata con la totale insussistenza delle accuse e danni reputazionali alla società e alle sue persone”. 

    Nella causa sono coinvolti anche Ministero dell’Economia e delle Finanze e Cassa Depositi e Prestiti – in qualità di “azionisti che esercitano un’influenza dominante sulla società” – visto “il controllo che hanno sull’Eni che continua a puntare sulla produzione di petrolio e gas”.Davanti al Tribunale di Roma verrà dunque chiesto “l’accertamento del danno e della violazione dei loro diritti umani alla vita, alla salute e a una vita familiare indisturbata”. L’indicazione sulla possibile data per la prima udienza è il 30 novembre, dunque già da settembre probabilmente si conoscerà la posizione di Eni sulla questione.Fra le richieste, quella che  Eni “sia obbligata a rivedere la propria strategia industriale per ridurre le emissioni derivanti dalle sue attività di almeno il 45% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2020, come indicato dalla comunità scientifica internazionale per mantenere l’aumento medio della temperatura globale entro 1,5 °C secondo il dettato dell’Accordo di Parigi sul clima”. LEGGI TUTTO

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    Un treno per la rinascita delle ferrovie in Piemonte

    Un treno carico di richieste e progetti sta per partire da Cuneo verso Torino. A bordo di una storica locomotiva domenica 14 maggio saliranno sindaci e rappresentanti di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, Italia Nostra, Federazione Nazionale Pro Natura, Comitato ferrovie locali Cuneo, Pro Loco Montiglio, Amicinbici decisi a sostenere le rivendicazioni dei territori per avere un servizio ferroviario veramente sostenibile e “riavere un treno che arrivi regolarmente nelle loro stazioni”.

    La stazione di Beinette tra Cuneo e Mondovì chiusa  LEGGI TUTTO

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    “Innovazione e ricerca per il futuro del Made in Italy agroalimentare”

    In diretta dal Festival dello Sviluppo Sostenibile dell’ASviS il dibattito “Innovazione e ricerca per il futuro del Made in Italy agroalimentare” con l’intervento di Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e di Maurizio Martina, vicedirettore generale della Fao. Prosegue il confronto tra i rappresentanti delle istituzioni locali, in particolare delle Regioni […] LEGGI TUTTO