4 Maggio 2023

Daily Archives

consigliato per te

  • in

    Nelle Oasi del birdwatching: gli appuntamenti nella natura per il fine settimana

    Festa delle Oasi LIPU

    Sabato 6 e domenica 7 maggio torna la Festa delle Oasi e delle Riserve della Lipu. Sul litorale romano l’appuntamento è all’Oasi; Lipu CHM di Ostia, biodiversità alle spalle del Porto Turistico di Roma, in cui sono state censite oltre 200 specie di uccelli, con nidificanti importanti quali, tra le altre, airone rosso, fistione turco, cavaliere d’Italia e che proporrà un programma ricco di attività per grandi e piccini. Due giorni immersi nella natura in tutta Italia: torna l’evento nelle 26 aree ricche di biodiversità, dal Piemonte alla Sicilia, gestite dall’Associazione in collaborazione con le amministrazioni pubbliche ed enti privati. LEGGI TUTTO

  • in

    Con la Cicloappennina chi pedala pianta alberi

    Il prossimo 18 giugno, all’Aquila, si pedala per piantare alberi. È questo l’obiettivo di CicloAppennina, una gara non competitiva che lega simbolicamente i chilometri percorsi dai partecipanti alla produzione di alberi per riforestare il Paese. L’evento, promosso da Misura con Legambiente, ViviAppennino e Appennino Bike Tour, è aperto a tutti ed è realizzato in collaborazione con RCS Sport and Events, lo stesso organizzatore del Giro d’Italia. La pedalata si articolerà su un percorso ad anello di 40 e 70 km, che segue un tratto del tracciato della Ciclovia dell’Appennino, il più lungo percorso cicloturistico italiano, per cui negli anni scorsi Misura ha realizzato nei 44 paesi tappa le colonnine di ricarica per bici elettriche e mini officine per la riparazione delle bici, oltre che una App escursionistica e turistica. 

    Il percorso si snoderà su stradine asfaltate a bassa intensità di traffico, che portano in alcuni dei paesi più belli dell’Abruzzo, circondati da ben tre parchi: del Gran Sasso, del Sirente Velino e della Maiella. Alla partenza della CicloAppennina ogni partecipante avrà in dotazione delle “foglie” di cartone, che dovrà depositare in appositi contenitori lungo il percorso. Ogni foglia corrisponde a un numero di alberi che nasceranno in Italia. Più chilometri verranno percorsi, da più persone, maggiore sarà il totale di foglie, e quindi di alberi, che Misura si impegna a seminare. Per partecipare basta iscriversi sul sito dedicato all’evento. 

    L’evento è stato presentato oggi a Roma nel corso di una conferenza stampa ed è patrocinato dal Ministero dell’Ambiente, dalla Regione Abruzzo, dal Comune de L’Aquila e dai Parchi del Gran Sasso Monti della Laga, Maiella e Sirente Velino. Grazie a CicloAppennina verranno messi a dimora arboreti da seme con il supporto scientifico di Veneto Agricoltura, dell’Orto Botanico di Roma Università La Sapienza e della banca del germoplasma del Parco della Maiella. 

    “Non è la prima volta che ci occupiamo di boschi: tre anni fa, abbiamo messo a dimora circa 14 mila alberi in varie regioni d’Italia. Questa volta abbiamo scelto di andare, letteralmente, alla radice: per arrivare ad assorbire la maggior quantità di CO2 attraverso la messa a dimora di alberi, serve avere varietà autoctone, con un ricco patrimonio genetico”, ha dichiarato Massimo Crippa, Direttore commerciale di Misura. “La CicloAppennina – dichiara Giorgio Zampetti, Direttore generale di Legambiente – coniuga perfettamente tre temi per noi molto importanti: il cicloturismo come chiave per riscoprire le aree interne del Paese, e per tirarne fuori tutte le straordinarie potenzialità, ambientali, culturali ma anche economiche e occupazionali che questa forma di turismo può portare”. 

    La gara non competitiva sarà preceduta, il giorno prima, da una cerimonia di messa a dimora di piante rare del territorio aquilano, fornite dalla banca del germoplasma del Parco nazionale della Majella. Sempre sabato 17 giugno, verrà aperto il Villaggio di accoglienza nell’area della Villa Comunale de L’Aquila, con stand del Comune de L’Aquila e della regione Abruzzo, dei tre parchi coinvolti (Majella, Gran Sasso e Sirente-Velino), della Ciclovia dell’Appennino e di Misura. Da qui partirà anche la biciclettata cittadina che percorrerà sabato pomeriggio le vie de L’Aquila. Nel Villaggio i partecipanti potranno ritirare il pacco gara contenente una maglietta e una borraccia con l’immagine della CicloAppennina e prodotti Misura.

    La Ciclovia dell’Appennino è il percorso cicloturistico più lungo d’Italia: 3100 km dalla Liguria alla Sicilia, 14 regioni, 26 aree protette, più di 300 comuni attraversati e 44 comuni tappa in cui Misura ha realizzato altrettante postazioni di sosta e ciclo-officina, con colonnine per la ricarica di e-bike. Un progetto ambizioso, nato dalla collaborazione tra Misura insieme con Legambiente e Viviappennino. A dare valore al progetto la nascita dell’APP CicloAPPennino, per scoprire e riscoprire i territori e le bellezze di questo percorso: una guida ciclo-turistica, scaricabile gratuitamente, che comprende e descrive oltre 300 punti di interesse, informazioni dettagliate sul tracciato, eventi e notizie locali. LEGGI TUTTO

  • in

    Bambini a piedi o in bici: la mobilitazione cittadina per le strade scolastiche

    La metà dei bambini preferirebbe andare a scuola a piedi, in bici o con un monopattino, e non accompagnati in automobile o in moto. E quasi tutti sognano una strada scolastica. A parlare è il 47% degli intervistati in vista della terza mobilitazione europea “Streets for kids”, che si terrà domani, venerdì 5 maggio, e vedrà migliaia di bambini e bambine in tutta Europa scendere in strada con girotondi, biciclettate e giochi in strada per chiedere più strade scolastiche.La Clean Cities Campaign presenta i risultati del sondaggio “Strade scolastiche: cosa pensano i bambini in Italia” commissionata per indagare come bambine e bambini si muovono, come lo vorrebbero fare e la percezione che hanno dello spazio di fronte alle proprie scuole.

    Secondo i risultati del sondaggio, l’88% dei bambini intervistati vorrebbe una strada scolastica, ma solo il 7% di loro ad oggi ne ha una. Il sondaggio ha rilevato che il 47% dei bambini intervistati viene attualmente accompagnato a scuola in auto o in moto, percentuale che sale fino al 66% per i bambini delle elementari.Il 28% dei bambini dichiara di volersi recare a scuola in bicicletta o in monopattino, ma attualmente solo il 3% lo fa. Quando abbiamo chiesto perché i bambini in Italia non camminano o vanno in bicicletta di più, il 48% dei bambini ha risposto che era troppo pericoloso.In questo senso, è da rilevare inoltre che circa la metà dei bambini e dei ragazzi intervistati vorrebbe meno auto attorno alle proprie scuole, a prescindere dall’età e dalla regione di residenza. La metà dei bambini e dei ragazzi intervistati vorrebbe più alberi e spazi verdi attorno alle proprie scuole. Circa un terzo dei bambini e dei ragazzi vorrebbe più corsie e piste ciclabili per raggiungere la scuola, con punte vicine al 50% per chi frequenta le scuole medie e le superiori.

    Ad andare a scuola a piedi o in bici sono soprattutto i bambini e le bambine delle elementari e medie (tra un quarto e la metà degli spostamenti).

    Ambiente

    Città a 30 chilometri all’ora: non solo Milano, a Cesena si guida piano da 25 anni

    di Fiammetta Cupellaro

    10 Gennaio 2023

    “Il sondaggio ci conferma che le bambine e i bambini in Italia reclamano il bisogno di spazi in sicurezza dove giocare, di aria pulita e di percorsi casa-scuola protetti dove potersi muovere a piedi e in bici. È ora che le amministrazioni si prendano la responsabilità e realizzino Strade scolastiche da subito davanti a tutte le scuole. È una urgenza che esprimono i bambini, i diretti interessati al loro futuro, ma lo dicono anche i dati, le esperienze e le tendenze in Europa verso città con meno auto e più mobilità sostenibile”, commenta Anna Becchi, coordinatrice della campagna Strade Scolastiche per Clean Cities Italia.

    Perché le strade scolastiche?

    Le strade scolastiche, ossia le strade su cui si affacciano le scuole chiuse al traffico,  sono un tassello essenziale di una mobilità sostenibile e a zero emissioni, che metta al centro lo spazio per le persone e riduca la centralità dell’auto nelle nostre città. Oltre a ridurre l’inquinamento e a garantire la salute e la sicurezza stradale favoriscono il gioco libero, lo sport e contribuiscono ad incentivare l’autonomia e lo sviluppo di comunità educanti intorno ai nostri bambini. Le strade scolastiche contribuiscono al processo di realizzazione delle “Città 30”, progetto su cui finalmente anche in Italia si è aperto il dibattito.

    Le strade scolastiche sono uno strumento utile a ridurre l’inquinamento dell’aria nelle immediate vicinanze delle scuole. Si è visto a Londra, dove hanno ridotto i livelli di biossido di azoto fino al 23% e diminuito sensibilmente il traffico veicolare lungo tutto l’arco della giornata.

    Le mobilitazioni in Italia

    Venerdì 5 maggio, bambine e bambini in tutta Europa scenderanno in strada per la terza mobilitazione europea “Streets for kids”, per giocare, pedalare e camminare per chiedere spazi liberi e sicuri davanti alle scuole. Saranno oltre 80 eventi in tutta Italia da Cagliari a Genova, da San Benedetto Del Tronto a Verona; solo le città di Roma e Milano aderiranno con rispettivamente 35 e 20 azioni.

    Trasporti

    Economico, accessibile, semplice. In Europa si diffonde il “biglietto climatico” per il trasporto pubblico

    di Jaime D’Alessandro

    03 Maggio 2023

    A Roma, si sono susseguite, con la precedente e attuale amministrazione, le dichiarazioni di voler avviare nuove strade scolastiche, tra sperimentazioni e progetti da mettere in atto. Ad oggi però ne risultano attive solo tre o quattro e non ci sono tempi certi per la realizzazione delle altre. Alcuni municipi sono però più avanti nella pianificazione, in particolare il Primo Municipio, il Terzo e il Dodicesimo hanno patrocinato l’iniziativa del 5 maggio prossimo.Tra le iniziative da segnalare, in Via Monte Ruggero 30 a Roma, dalle ore 16.00 alle 18.00, si terrà un pomeriggio di giochi e attività in strada. Intervengono Claudia Pratelli, Assessora alla Scuola del Comune di Roma, Eugenio Patané, Assesse alla Mobilità del Comune di Roma, Paolo Marchionne, Presidente del Terzo Municipio, Anna Becchi, coordinatrice della campagna Strade Scolastiche per Clean Cities Italia.A Milano, la giornata “Streets for kids” seguirà la selezione dei progetti  “Piazze Aperte per Ogni Scuola”, promosso dall’Amministrazione Comunale. Tra le iniziative, in via Faravelli/Via Gattamelata, dalle ore 10.00 alle ore 17.30, la strada sarà aperta al gioco, alle attività e ai laboratori per bambini. LEGGI TUTTO

  • in

    Le attiviste di Ultima Generazione protestano seminude: “Mostriamo quanto siamo vulnerabili di fronte alla crisi”

    “Siamo oscene? Osceno è un governo che continua a utilizzare i soldi delle famiglie italiane per riempire le tasche delle aziende fossili che ci stanno portando al collasso climatico e sociale” sostiene Carlotta, 33 anni, una delle attiviste di Ultima Generazione che stamattina a Roma ha bloccato il traffico, a seno nudo, per sensibilizzare l’opinione […] LEGGI TUTTO

  • in

    La caccia mondiale alle terre rare punta a fermare il monopolio cinese

    Le terre rare sono vitali sia per la rivoluzione green che per la manifattura tecnologica quindi non dovrebbe stupire lo sforzo internazionale per individuare nuove strategie di approvvigionamento, fra cui il recupero dai rifiuti e sottoprodotti minerari. Proprio su questo fronte Svezia, Sudafrica, Australia e Stati Uniti aspirano a diventare avanguardie e di fatto suggerire una strategia di emancipazione dalla dipendenza delle forniture cinesi. È bene ricordare infatti che, secondo i dati raccolti dalla Commissione Ue, Pechino detiene il 63% dell’estrazione globale di questi minerali e l’85% della raffinazione. Senza contare la produzione del 90% dei magneti a base di terre rare (Neomidio, Ferro e Boro) che vengono usati nelle turbine eoliche e nei veicoli elettrici.

    Il tema di fondo è che, al netto dei fragili equilibri geopolitici, i prezzi delle terre rare sono diventati così alti da giustificare la ricerca di fonti alternative. Fra queste emerge la soluzione proposta dalla società mineraria svedese Lkab che punta a estrarre materiali rari dai detriti e sottoprodotti provenienti dalla lavorazione mineraria del ferro. Per altro impiegando la tecnologia della norvegese REEtec, che secondo gli esperti ha un impatto ambientale inferiore rispetto ai processi di estrazioni tradizionale usati per la separazione delle terre rare in Cina. Il Royal Melbourne Institute of Technology (Rmit) ha stimato che in 325 depositi di sabbie minerali di tutto il mondo vi siano circa 16,2 milioni di tonnellate di terre rare – le riserve mondiali (già scoperte) sono calcolate tra 120 e 150 milioni di tonnellate. Contemporaneamente l’Idaho National Laboratory statunitense ha calcolato che ogni anno a causa della sola produzione di acido fosforico vanno sprecate nei rifiuti non meno di 100mila tonnellate di terre rare. 

    La strategia internazionale di recupero dei rifiuti

    Il progetto svedese di Lkab è uno dei sei internazionali (al di fuori della Cina) che entro il 2027 consentirà, secondo i consulenti di Adamas Intelligence e Reuters, di recuperare da sabbie e attività minerarie legate al ferro oltre 10mila tonnellate di terre rare come Neodimio e Praseodimio (NDPr). In pratica l’8% della domanda prevista per questi due minerali chiave per il settore green elettrico, e di conseguenza un volume talmente grande capace di abbattere del 50% il preventivato deficit.”Al momento questi progetti sono il risultato più elementare ottenibile”, ha confermato Ryan Castilloux, Ceo di Adamas Intelligence. “Ma la domanda, rispetto alla produzione, è destinata a crescere nel breve e medio termine, quindi c’è un’opportunità per queste fonti approvvigionamento facilmente accessibili”. Una richiesta alimentata anche dal cosiddetto piano Net Zero suggerito dalle Nazioni Unite per l’abbattimento delle emissioni di gas a effetto serra: impossibile raggiungerlo senza mettere in gioco anche soluzioni e tecnologie green, che richiedono appunto le terre rare.L’approccio di Lkab verrà replicato anche da African Rainbow Minerals a Phalaborwa, nel nord-est del Sudafrica, ma sui rifiuti dell’estrazione di fosfati accumulati dagli anni ’50. A regime la produzione entro il 2016 dovrebbe arrivare a 1.850 tonnellate di ossidi di NdPr all’anno. E così farà anche Iluka in Australia trattando tonnellate di sottoprodotti minerari accumulati negli anni ’90 presso il sito di Eneabba, e quelli provenienti da altri siti, per produrre circa 2.700 tonnellate sempre di ossidi NdPr. La raffineria di terre rare dovrebbe aprire nel 2025. Phoenix Tailings sfrutterà invece una tecnologia messa a punto da un gruppo di ricercatori dell’MIT di Boston per recuperare terre rare da materiali di scarto di una vecchia miniera di ferro della zona di New York. “Non ci sono rifiuti, zero emissioni e lo stiamo facendo in modo competitivo con i prezzi cinesi”, ha assicurato il Ceo dell’azienda Nick Myers. A regime, contano entro il 2026 di produrre 2.589 tonnellate di ossidi di NdPr all’anno.

    Poi c’è il caso della statunitense Energy Fuels, normalmente specializzata nella produzione di uranio, che ha acquistato un sottoprodotto delle sabbie minerali, ovvero Monazite, dall’azienda chimica Chemours per estrarre terre rare. L’obiettivo è di rimuovere l’uranio e poi inviare il carbonato di terre miste alla filiale estone della canadese Neo Performance Materials per la separazione. Sempre entro il 2026 punta ad avere un proprio impianto capace di produrre tra le 1.500 e 3.000 tonnellate anno di ossidi di NdPr. Infine l’australiana VHM ha in progetto una propria raffineria di terre rare che a partire dal 2027 dovrebbe essere in grado di produrre circa 850 tonnellate di ossidi di NdPr all’anno.

    Per aprire nuove miniere ci vuole troppo tempo

    Idealmente la soluzione più efficace per risolvere il problema della disponibilità di terre rare sembrerebbe essere quella di inaugurare nuove miniere, ma non è così poiché richiede molto tempo. Lkab ha individuato il più grande giacimento di terre rare europeo presso Kiruna, una città del Nord della Svezia a un centinaio di km dai confini con Norvegia e Finlandia. Il problema è che, considerati gli iter autorizzativi e poi le operazioni di intervento, ci vorranno circa 10-15 anni per una stabile e proficua estrazione. Invece lo stesso progetto di Lkab per recuperare terre rare, fluoro, gesso e fosforo dai sottoprodotti di due miniere di minerale di ferro – già esistenti nel nord della Svezia – dovrebbe arrivare a compimento in circa 4 anni.  LEGGI TUTTO

  • in

    La batteria che si ricarica e si può anche mangiare

    La usi, la ricarichi, e… la mangi. È quanto si potrà fare con un nuovo modello di batteria appena sviluppato da un gruppo di esperti del Printed and molecular electronics laboratory all’Istituto italiano di tecnologia di Milano, coordinato da Mario Caironi: un dispositivo ricaricabile e soprattutto, per l’appunto, completamente commestibile, in quanto costruito a partire da materiali che normalmente vengono consumati a tavola. La batteria, i cui dettagli sono raccontati sulle pagine della rivista Advanced Materials, potrà essere utilizzata, a detta degli autori del lavoro, nel campo del monitoraggio della qualità dei cibi, degli strumenti di diagnostica della salute umana e dei robot edibili del futuro.

    La ricerca

    La batteria al sale per accumulare l’energia rinnovabile

    di Alessandro Petrone

    27 Dicembre 2022

    Per mettere a punto la batteria, il gruppo di Caironi ha utilizzato la riboflavina, nota anche come vitamina B2, e la quercetina, sostanza presente in mandorle e capperi, che fungono rispettivamente da anodo e catodo, i due “poli” del dispositivo. È stato poi inoltre utilizzato del carbone attivo per aumentare la conducibilità elettrica e dell’acqua come elettrolita. Infine, il separatore – ossia il componente necessario a evitare cortocircuiti – è stato realizzato con alghe nori, ingrediente utilizzato, tra le altre cose, nella preparazione del sushi. A guarnire e incapsulare il tutto si trova infine della cera d’api, da cui fuoriescono due contatti in oro alimentare, quello usato dai pasticceri per le decorazioni di torte e dessert.La batteria funziona a una tensione di 0,65 V, completamente innocua per il corpo umano,  e può fornire una corrente di 48 μA per 12 minuti, o di pochi microampere per più di un’ora, sufficiente per alimentare piccoli dispositivi elettronici, come i led a bassa potenza.

    Startup

    Electra Vehicles, il “cervello” che allunga la vita delle batterie

    di eleonora chioda

    03 Aprile 2023

    “Questa batteria commestibile”, ha commentato Ivan Ilic, uno degli autori dello studio, “è molto interessante, per esempio, per chi studia e progetta gli accumulatori di energia. La costruzione di batterie più sicure, senza l’uso di materiali tossici, è una sfida che dobbiamo affrontare: anche se queste batterie non alimenteranno le auto elettriche, sono una prova del fatto che realizzare delle fonti di alimentazione con materiali più sicuri rispetto alle attuali batterie agli ioni di litio è possibile. Crediamo quindi che ispireranno altri scienziati a costruire batterie per un futuro davvero sostenibile”.”I potenziali utilizzi futuri”, aggiunge Caironi, “includono circuiti e sensori commestibili, in grado di monitorare le condizioni di salute ma anche lo stato di conservazione degli alimenti. Inoltre, dato l’alto livello di sicurezza di queste batterie, queste tecnologie potrebbero essere utilizzate anche nell’ambito dei giocattoli per i bambini più piccoli, dove il rischio di ingestione è elevato. In realtà, già ora stiamo sviluppando dispositivi con maggiore capacità e dimensioni ridotte”. LEGGI TUTTO