15 Marzo 2023

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    Atlantia cambia nome e diventa Mundys

    Diventare entro i prossimi cinque anni il primo gruppo mondiale del settore infrastrutturale (in primis aeroporti e reti autostradali), investendo in innovazione tecnologica, sostenibilità e qualità dei servizi per chi viaggia. Con questo obiettivo Atlantia, holding della famiglia Benetton attiva nel settore delle infrastrutture autostradali, aeroportuali e dei servizi legati alla mobilità, ha lasciato il passo a Mundys, nuova realtà che si presenta con un rinnovato assetto azionario, un nuovo management e nuove linee guida di sviluppo.

    La novità è stata presentata a Milano, dove Giampiero Massolo (presidente di Mundys), Alessandro Benetton (presidente di Edizione e vicepresidente di Mundys) ed Enrico Laghi (ceo di Edizione) hanno riunito per la prima volta i vertici delle principali asset companies del gruppo, tra le quali figurano Abertis, Elizabeth River Crossing, Telepass, Aéroports de la Côte d’Azur, grupo Costanera, Aeroporti di Roma e Yunex Traffic.

    Per Alessandro Benetton la nascita della nuova realtà rappresenta la conclusione di un anno di lavoro nel quale è stato portato avanti un profondo cambiamento e una forte discontinuità dei valori e del business. Dall’altro lato, ha proseguito, “è l’avvio di un nuovo capitolo della nostra storia imprenditoriale, che vogliamo scrivere con i nuovi partner di Blackstone e le nuove professionalità che si sono unite al gruppo, apportando valore aggiunto sul fronte dello sviluppo internazionale, dell’innovazione e della crescita sostenibile”.

    Mentre Giampiero Massolo, ha evidenziato come “oggi un viaggiatore può partire dall’aeroporto di Fiumicino, atterrare a Nizza, viaggiare in auto da Parigi verso il nord della Francia, dirigersi verso il Regno Unito attraversando il tunnel sotto La Manica, guidare per le strade di Londra, ritornare e pagare il parcheggio con Telepass. Durante il suo viaggio, troverà un’infrastruttura o un servizio di Mundys al suo fianco”. Guardando al futuro, per Massolo l’obiettivo è adesso di completare la trasformazione del gruppo in un operatore mondiale di mobilità integrata e sostenibile, in grado di gestire non solo le infrastrutture, ma tutte le diverse fasi di viaggio delle persone e dei passeggeri, con tecnologie e servizi efficienti e di qualità, riducendo inoltre le emissioni dirette e indirette.

    Nell’ambito di questa nuova strategia di crescita, ha proseguito Massolo, le asset companies del gruppo saranno chiamate a svolgere un ruolo fondamentale. A questo proposito, Massolo ha citato, tra gli altri, Aeroporti di Roma come “un’opportunità fondamentale per il Paese”; Abertis che “sarà la piattaforma per la crescita globale del gruppo nel settore autostradale”; Telepass che “già oggi si è trasformata in una fintech fortemente avanzata, che mette a disposizione dei suoi 7,5 milioni di clienti un’ampia gamma di servizi di mobilità, dalla stipula di un’assicurazione all’acquisto dello Skipass”.

    Oggi Mundys (che conta 23mila dipendenti, di cui 6mila solo in Italia) è presente in 24 Paesi. Ogni anno sulle reti del gruppo vengono effettuati oltre 3 miliardi di transiti di automezzi leggeri e pesanti, mentre gli aeroporti italiani (Fiumicino e Ciampino) e francesi (Nizza, Cannes e Saint Tropez) ospitano 60 milioni di passeggeri e ulteriori 7 milioni di persone usano i servizi di mobilità di Telepass. È inoltre presente in più di 600 grandi città (tra cui Londra, Miami, Singapore, Bogotà) con piattaforme di mobilità urbana per lo snellimento del traffico e la riduzione delle emissioni. LEGGI TUTTO

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    Alkivio, dagli scarti della carta l'alternativa alla plastica

    L’idea di Alkivio nasce dal problema che ha Novacart. multinazionale della carta e cartoncino per prodotti dolciari, con gli immensi scarti della produzione. Cosa farne? La soluzione è la startup Alkivio, nata nel 2023 dalla collaborazione fra Novacart e l’Istituto italiano di Tecnologia: dopo 6 anni di investimenti e ricerca l’azienda ha deciso di sostenere […] LEGGI TUTTO

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    Nel mondo soltanto in 6 Paesi le polveri sottili sono nei limiti dell'Oms

    Il mondo respira aria inquinata: in alcune località i livelli di polveri sottili sono davvero allarmanti e soltanto 13 località del Pianeta hanno una qualità dell’aria accettabile secondo gli standard dell’Organizzazione mondiale della Sanità. Il dossier elaborato da IQAir, una società svizzera che produce strumenti per la rilevazione della qualità e per la purificazione dell’aria, sottolinea che nel 2022 l’inquinamento medio annuo dell’aria in circa il 90% dei Paesi e dei territori analizzati supera le linee guida dell’OMS, che hanno lo scopo di aiutare i governi a elaborare regolamenti per proteggere la salute pubblica. Proprio l’agenzia dell’Onu ha più volte sottolineato che sono da attribuire all’inquinamento 13 milioni di decessi all’anno e anche l’Agenzia europea per l’ambiente ha lanciato l’allarme per quanto riguarda il nostro continente e l’Italia. 

    C’è però chi sta peggio, pur se di poco, dell’Europa, perché il Rapporto di IQAir indica che Lahore, in Pakistan, è la città più inquinata, mentre il Ciad, in Africa, è il peggiore tra i Paesi. A questo elenco gli scienziati di IQAir sono arrivati analizzando i dati di oltre 30.000 stazioni di monitoraggio della qualità dell’aria in 7.323 località di 131 Paesi, territori e regioni. Questi i punti fondamentali del rapporto.

    Sei Paesi hanno rispettato la linea guida dell’OMS per il PM2,5 (media annuale di 5 µg/m3 o meno): Australia, Estonia, Finlandia, Grenada, Islanda e Nuova Zelanda.

    I primi cinque Paesi più inquinati nel 2022 sono stati:  Ciad ( più di 17 volte superiore alla linea guida annuale dell’OMS per il PM2,5);  Iraq (più di 16 volte superiore); Pakistan (più di 14 volte superiore); Bahrain (più di 13 volte superiore); Bangladesh (più di 13 volte superiore)

    Un totale di 118 (90%) dei 131 Paesi e regioni ha superato il valore guida annuale dell’OMS per il PM2,5 di 5 µg/m3

    Sebbene il continente africano sia passato da 13 Paesi rappresentati nel 2021 a 19 Paesi inclusi nel rapporto di quest’anno, l’Africa rimane il continente più sottorappresentato. Solo 19 Paesi su 54 dispongono di dati sufficienti sulla qualità dell’aria.

    La regione dell’Asia centrale e meridionale ospita otto delle dieci città del mondo con il peggiore inquinamento atmosferico.

    Lahore è l’area metropolitana più inquinata del 2022. Nel 2021 era al 15° posto. Segue la città cinese di Hotan

    Secondo il rapporto, a livello globale una persona su 10 vive in un’area in cui l’inquinamento atmosferico rappresenta una minaccia per la salute.

    Il territorio statunitense del Pacifico Guam ha registrato l’aria più pulita di tutti i Paesi, con una concentrazione di PM2,5 pari a 1,3, mentre Canberra ha registrato l’aria più pulita per una capitale, con 2,8.

    Inquinamento

    Il 76% dei nostri centri urbani è fuorilegge rispetto ai limiti per le polveri sottili

    di Cristina Nadotti

    30 Gennaio 2023

    IQAir sottolinea che “Mentre il numero di Paesi e regioni con monitoraggio della qualità dell’aria è aumentato costantemente negli ultimi cinque anni, in molte parti del mondo permangono significative lacune nella strumentazione normativa gestita dai governi. I monitoraggi della qualità dell’aria a basso costo, sponsorizzati e ospitati da cittadini scienziati, ricercatori, sostenitori delle comunità e organizzazioni locali, si sono dimostrati uno strumento prezioso per ridurre le enormi disuguaglianze nelle reti di monitoraggio dell’aria in tutto il mondo, fino a quando non sarà possibile creare reti di monitoraggio della qualità dell’aria sostenibili e regolamentate”. 

    “Nel 2022 – rileva ancora il rapporto -, più della metà dei dati sulla qualità dell’aria a livello mondiale è stata generata dalle iniziative delle comunità di base. Quando i cittadini vengono coinvolti nel monitoraggio della qualità dell’aria, si assiste a un cambiamento di consapevolezza e lo sforzo congiunto per migliorare la qualità dell’aria si intensifica. Abbiamo bisogno dei governi per monitorare la qualità dell’aria, ma non possiamo aspettarli. Il monitoraggio della qualità dell’aria da parte delle comunità crea trasparenza e pressione, porta ad azioni collaborative che migliorano la qualità dell’aria”, ha detto l’amministratore delegato di IQAir Frank Hammes. 

    Aidan Farrow, scienziato che si occupa della qualità dell’aria per Greenpeace International ha così commentato i dati del rapporto: “Troppe persone nel mondo non sanno di respirare aria inquinata. I monitoraggi dell’inquinamento atmosferico forniscono dati concreti che possono ispirare le comunità a chiedere un cambiamento e a chiedere conto agli inquinatori, ma quando il monitoraggio è frammentario o diseguale, le comunità vulnerabili possono rimanere senza dati su cui agire. Tutti meritano che la loro salute sia protetta dall’inquinamento atmosferico”. LEGGI TUTTO

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    Come diventerà green la nostra casa: la direttiva Ue per l'efficienza energetica

    Al via le case green europee. “Energy Performance of Building Directive” è la direttiva approvata dal Parlamento europeo il 14 marzo che prevede una serie di obblighi per riqualificare, dal punto di vista energetico, il 15% degli immobili più inefficienti. Un progetto ambizioso che ci accompagnerà fino al 2050. Dopo il voto, la direttiva proseguirà il suo cammino nel negoziato finale previsto a giugno con gli Stati membri per concordare il testo definitivo. 

    Anche se molto criticata, la direttiva arriva su un piatto d’argento per affrontare il cambiamento climatico, ridure la dipendenza dai fossili e limitare le fatture per il consumo di energia elettrica. Gli edifici che non sono efficienti dal punto di vista energetico saranno rinnovati per guadagnare classi di merito nella scala di “prestazione energetica”, che ordina gli immobili dalla A (buono) alla G (cattivo).

    Tipi di immobili e scadenze

    Gli edifici residenziali in classe G dovranno raggiungere la classe di prestazione energetica E entro il 2030 e D entro il 2033.
    Gli edifici non residenziali e pubblici dovranno raggiungere la classe E e D rispettivamente entro il 2027 e 2030.

    Gli ZEB (zero emission building)

    Dal 2028, tutti i nuovi edifici saranno a emissioni zero e dovranno disporre di impianti fotovoltaici.
    Dal 2026, invece, quelli occupati, gestiti o di proprietà di enti pubblici.

    Gli interventi

    Le prestazioni energetiche di un edificio possono essere migliorate con lavori di isolamento e un sistema di riscaldamento e di raffrescamento più green.

    La ristrutturazione degli impianti di riscaldamento comporta la sostituzione o l’ammodernamento del generatore di calore e può riguardare anche altri elementi dell’impianto di riscaldamento, quali i sistemi di pompaggio, l’isolamento delle tubature, i comandi o le unità terminali, quali radiatori o ventilconvettori.

    L’uso efficiente del calore di scarto dei sistemi di produzione di acqua calda per uso domestico rappresenta un’opportunità significativa di risparmio energetico. Sapendo che la maggior parte dell’acqua calda consumata proviene dalle docce, la raccolta del calore dagli scarichi delle docce negli edifici potrebbe essere un modo semplice ed efficace.

    Il fisco verde

    Bonus per le batterie di accumulo da fonti rinnovabili, c’è tempo fino a fine mese

    di Antonella Donati

    15 Marzo 2023

    La direttiva prevede di bandire gli impianti di riscaldamento alimentati da fonti fossili per tutti gli edifici nuovi o ristrutturati. Sono fatti salvi gli impianti ibridi e quelli che possono utilizzare anche energie rinnovabili. Questa è una possibilità per utilizzare caldaie a gas hydrogen ready, ossia caldaie certificate per bruciare sia gas fossile sia idrogeno, in futuro. 

    Esistono diverse possibilità per coprire, a partire da fonti rinnovabili, il fabbisogno energetico di un edificio efficiente: rinnovabili in loco con impianti solari termici, geotermici o fotovoltaici, pompe di calore, energia idroelettrica e biomassa, rinnovabili fornite dalle comunità dell’energia rinnovabile o dalle comunità energetiche dei cittadini, teleriscaldamento e teleraffrescamento alimentati da fonti rinnovabili o dal recupero del calore di scarto dalle acque reflue, dall’acqua calda per usi igienici o dall’aria e energia rinnovabile fornita dalle reti energetiche.

    Quando ristrutturare

    Gli interventi di miglioramento delle prestazioni energetiche dovranno essere effettuati al momento della vendita, della ristrutturazione dell’edificio oppure prima dell’ingresso di un nuovo inquilino.

    Le deroghe

    È prevista una deroga del 22% del parco immobiliare con la possibilità di escludere edifici religiosi,  edifici con valore storico o sottoposti a vincoli architettonici, le seconde case o casa vacanza (che sono abitate meno di 4 mesi), e le abitazioni con una superficie inferiore a 50 metri.

    Sanzioni

    Non sono previste sanzioni a livello europeo. Saranno gli stati membri a stabilirne la misura e la pertinenza.

    Piani nazionali

    Gli Stati membri avranno il compito di redigere un piano nazionale per assicurare che il patrimonio edilizio sia interamente ristrutturato secondo i nuovi parametri di efficienza energetica della direttiva europea. Nei piani nazionali di ristrutturazione gli Stati dovranno includere regimi di sostegno e misure per facilitare l’accesso a sovvenzioni e finanziamenti, oltre che istituire punti di informazione gratuiti e programmi di ristrutturazione a costo zero.

    Chi paga?

    A livello europeo, saranno disponibili i seguenti panieri finanziari: il dispositivo per la Ripresa e la Resilienza (RRF), i fondi post-Covid, i fondi d’investimento, i fondi strutturali, il fondo sociale per il clima. La novità arriva dalla Banca Europea degli Investimenti che si sta riqualificando in una banca climatica, e quindi –  a detta dell’eurodeputato irlandese Ciarán Cuffe, relatore principale della direttiva – fornirà finanziamenti a basso tasso d’interesse. LEGGI TUTTO

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    Le startup che aiutano il Pianeta protagoniste del nuovo numero di Green&Blue

    Sono le startup cleantech le protagoniste del numero di Green&Blue in edicola domani con Repubblica. I racconti di 72 aziende innovative e dei loro giovani creatori che hanno deciso di investire conoscenza, lavoro e soldi alla ricerca di modi possibili per combattere il cambiamento climatico. I settori sono tanti: si va dalla decarbonizzazione all’energia, dalla […] LEGGI TUTTO

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    È il momento di concertare il processo di transizione energetica

    La Terra si sta surriscaldando. Stando ai dati della Nasa il 2020 è stato l’anno più caldo mai registrato, con una temperatura media superiore di 1,02 gradi rispetto a quella del periodo 1950-1980. Per trovare una soluzione nella recente Cop26 di Glasgow del 2021 si è sancito l’impegno a raggiungere entro il 2050 la cosiddetta Carbon Neutrality, ma per rispondere al costante aumento della domanda di elettricità nel mondo, riducendo le emissioni inquinanti e climalteranti e la dipendenza dall’estero, è sempre più necessario imprimere una forte accelerata allo sviluppo delle energie rinnovabili. LEGGI TUTTO

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    Bonus per le batterie di accumulo da fonti rinnovabili, c'è tempo fino a fine mese

    C’è tempo fino a fine mese  per richiedere il bonus per le batterie di accumulo, dedicato a chi ha acquistato questi sistemi lo scorso anno. Il bonus consiste in un credito d’imposta che si può utilizzare già nella prossima dichiarazione dei redditi. Le domande vanno presentate all’Agenzia delle entrate esclusivamente on line fino al 31 […] LEGGI TUTTO