6 Marzo 2023

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    La neve in California scatena i negazionisti, ma i climatologi spiegano perché è la prova del cambio climatico

    La neve in California ha dato voce ai negazionisti climatici. “Se fa freddo in una regione dove di solito la temperatura è più alta, vuol dire che il riscaldamento globale non esiste”, è stata l’argomentazione del tutto priva di base scientifica fatta da molti. Tra chi ha usato la situazione californiana a sproposito c’è anche […] LEGGI TUTTO

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    L'ultimo delirio dei negazionisti climatici: le città da 15 minuti solo per segregare le masse

    No ai sistemi di pagamento digitali, al World Economic Forum e all’Organizzazione mondiale della sanità. No anche all’identità digitale, al 5G e soprattutto al concetto di “città da 15 minuti”. Nella manifestazione svoltasi ad Oxford contro il comune che vuole introdurre zone a traffico limitato (Ztl) per alcune strade, o per dirla all’inglese low traffic neighbourhood (Ltn), di slogan del genere ne sono stati gridati tanti. Circa duemila i partecipanti riuniti per mostrare con molta rabbia il proprio dissenso prendendo come spunto una semplice Ztl, che ad Oxford hanno battezzato “traffic filter”. Sarebbe il sintomo di una macchinazione globale, per dividere la città in ghetti dove ogni movimento è sotto sorveglianza. E così quell’idea di metropoli più equa e sostenibile, dove tutto è a portata di mano in appena 15 minuti a piedi, è diventata distopia.

    “Ho iniziato a lavorare a questo progetto nel maggio 2021 una volta entrato a far parte del Gabinetto per il trasporto e la strategia di sviluppo”, racconta Duncan Enright quando lo contattiamo. È il consigliere comunale divenuto bersaglio di una campagna d’odio che lo ha lasciato stupito: minacciato via mail, è stato accusato di essere l’esecutore di un piano orchestrato che avrebbe come obiettivo il confinare le persone nei loro quartieri in nome del contrasto alla crisi clima. “Molti di loro non sono nemmeno di qui”, spiega Enright. “E pensare che tutto ciò è stato provocato dal nostro impegno per ridurre la congestione e migliorare la qualità dell’aria. Siamo ovviamente determinati ad andare avanti e fare qualcosa per risolvere questi problemi”.

    Lo studio

    Così l’estrema destra alimenta lo scetticismo climatico su Twitter

    di Simone Cosimi

    29 Novembre 2022

    La riduzione del traffico e delle emissioni sta diventando l’ennesimo terreno ideologico di scontro nel quale contano poco i fatti e molto più le opinioni, specie se infondate. Lo sa bene Marco Mazzei, consigliere comunale di Milano e promotore dell’ordine del giorno sul limite dei 30 chilometri all’ora, divenuto anche lui bersaglio di insulti e minacce a gennaio. E lo sa anche Carlos Moreno, direttore scientifico della Pantheon Sorbonne University-IAE Paris, che ha coniato l’idea della città da 15 minuti. Un concetto che si basa sul ridare il tempo agli abitanti delle metropoli e così facendo sanare squilibri e fratture, iniziando da quella endemica fra centro e periferie. Propone di offrire servizi in ogni quartiere: scuole, uffici, negozi, ristoranti, ospedali. Tutto deve essere vicino, in massimo un quarto d’ora a piedi o in bicicletta, finendola con le aree dormitorio e il far sprecare centinaia di ore nel traffico l’anno alle persone. 

    Società

    Spopolamento, stipendi bassi e pochi servizi. L’emigrazione in Italia diventa un problema anche ambientale

    di Jaime D’Alessandro

    16 Febbraio 2023

    Soprattutto punta ad abbattere gli spostamenti inutili e quindi le emissioni di gas serra, grazie ad una quotidianità nella quale l’uso della macchina diventa rara. La sindaca di Parigi Anne Hidalgo è stata la prima a scegliere l’idea di Moreno, che poi è stata adottata anche da altre città come Barcellona e Milano, diventando a novembre del 2022 una delle bandiere del C40, alleanza di oltre cento città che nel mondo stanno facendo di tutto per arrestare la crisi climatica.”Dall’inizio del 2023, il concetto della città da 15 minuti è stato oggetto di disinformazione da parte di alcuni nomi noti del mondo cospirazionista”, conferma lo stesso Moreno da Parigi. E conferma di esser stato anche lui minacciato di morte. “Hanno preso di mira la proposta del comune di Oxford per ridurre l’uso dell’auto associando immagini oltraggiose di campi di concentramento”. Un’esagerazione ha tirato l’altra è si è arrivati ai “lockdown climatici”, altra misura che secondo i manifestati verrà usata per controllare le persone, mentre la città da 15 minuti sarebbe un modo per proibire gli spostamenti fra quartieri, attraversare la strada, perfino fare visita agli amici. 

    Uno dei primi a proporre questa visione apocalittica è stato lo psicologo canadese Jordan Peterson, noto per le sue posizioni a dir poco scettiche sul cambiamento climatico e di recente ospite, fra mille polemiche, del podcast di Joe Rogan. Parlando della città da 15 minuti, il 31 dicembre scrisse su Twitter: “L’idea che i quartieri dovrebbero essere percorribili a piedi è adorabile. L’idea che burocrati tirannici idioti possano decidere dove ti è permesso di guidare è forse la peggiore perversione immaginabile di quell’idea e, non illudetevi, tutto ciò fa parte di un piano ben documentato”. Il piano “ben documentato”, come ha chiarito Peterson in un tweet successivo, sarebbe l’appoggio del C40. L’esistenza stessa dell’alleanza delle grandi metropoli mondiali per cercare di arrestare la crisi climatica, che per altro è nata nel 2005, per Peterson è evidentemente già di per sé prova di macchinazione.

    A febbraio nel parlamento britannico, dove ormai va in scena un po’ di tutto, ci si è spinti perfino oltre. Il conservatore Nick Fletcher ha chiesto ufficialmente di aprire un dibattito sulla città da 15 minuti. Secondo lui “le zone a bassissime emissioni nella loro forma attuale causano danni economici incalcolabili a qualsiasi città. Il secondo passo, dopo tali zone, sarà quello di tagliare le libertà personali”.

    Emissioni

    Londra, tassare le auto inquinanti ha ridotto molto lo smog in città

    di Sandro Iannaccone

    22 Febbraio 2023

    Nel frattempo Moreno si è divertito a domandare a ChatGpt se la città da 15 minuti può essere o meno intesa come una cospirazione. L’algoritmo di OpenAi ha risposto negativamente, spiegando che si tratta di un sistema che aiuta a ridurre l’uso della macchina aumentando la qualità della vita. LEGGI TUTTO

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    Approvato il Trattato per l'Alto mare: il 30% degli oceani dovrà essere protetto entro il 2030

    Dopo decenni di tentativi – l’accordo per proteggere uno dei tesori più straordinari e sconosciuti del Pianeta – è finalmente arrivato.  Sono state necessarie trentotto ore di estenuanti negoziati a New York prima che Rena Lee, ambasciatrice delle Nazioni Unite per gli oceani, nella notte di sabato alzasse finalmente il martelletto per batterlo: “La nave ha […] LEGGI TUTTO

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    Inquinamento, due nuovi materiali in grado di catturare il benzene

    Un gruppo di scienziati dell’Università di Manchester ha appena messo a punto un paio di nuovi materiali, stabili e porosi, in grado di catturare e separare il benzene. La scoperta è importante perché il benzene, che fa parte della famiglia dei cosiddetti composti organici volatili, o VOC, è molto comune nell’aria (è un componente dei derivati del petrolio e quindi lo si ritrova in gas di scarico dei veicoli a motore, fumi degli impianti industriali e degli eventi di combustione) ed è altamente tossico, tanto da essere stato classificato dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) nel gruppo 1, quello delle sostanze considerate “sicuramente cancerogene per l’essere umano”. L’articolo scientifico che descrive i dettagli della scoperta è stato pubblicato sulla rivista Chem.

    Lo studio

    La nebbia? È smog. Monet e Turner dipingevano l’inquinamento

    di Fiammetta Cupellaro

    02 Febbraio 2023

    I materiali appena sintetizzati appartengono alla famiglia dei cosiddetti reticoli metallorganici, o metal organic frameworks (Mofs), composti cristallini formati da “ammassi” di metalli e spazi vuoti, all’interno dei quali si possono immagazzinare gas come idrogeno, metano, anidride carbonica e, per l’appunto, benzene. I nuovi arrivati si chiamano UiO-66 e MFM-300 e sono stati progettati in modo da attirare e “intrappolare” il benzene negli spazi vuoti della struttura.”La parte più interessante del nostro lavoro”, ha spiegato Martin Schröder, professore alla facoltà di scienze e ingegneria dell’ateneo inglese e co-autore del lavoro, “sta nel fatto che questi nuovi materiali non ci consentono soltanto di catturare e rimuovere il benzene dall’aria, ma anche di separarlo dal cicloesano, un prodotto industriale molto comune molto spesso derivato dal benzene. A causa del fatto che benzene e cicloesano hanno temperature di ebollizione molto simili – differiscono per appena 0,6 °C – finora era molto difficile e costoso separarli per distillazione o con altri metodi”.

    Inquinamento

    Il 76% dei nostri centri urbani è fuorilegge rispetto ai limiti per le polveri sottili

    di Cristina Nadotti

    30 Gennaio 2023

    I sistemi tradizionali di ricattura del benzene, basati per esempio sui filtri a carbone attivo o sulla zeolite, presentano inoltre delle impurità strutturali che ne diminuiscono di molto l’efficienza: e anche questo problema sembra essere molto mitigato con l’impiego dei nuovi materiali.”La natura cristallina dei reticoli metallorganici”, ha commentato Sihay Yang, un altro degli autori del lavoro, “consente di osservare precisamente i fenomeni chimici che vi avvengono, con risoluzione spaziale dell’ordine delle dimensioni dei singoli atomi, usando tecniche di spettroscopia e di diffrazione. È proprio grazie a questa comprensione dettagliata delle relazioni tra la struttura del reticolo e le sue proprietà che è possibile progettare nuovi materiali assorbenti con prestazioni migliori in termini di cattura del benzene”. LEGGI TUTTO