Benvenuti uccellini, api, lucertole. Al summit Cop15 di Montreal, focalizzato sul contrasto alla perdita di biodiversità entro il 2030, si è convenuto che dovremo velocemente convertirci a uno stile di vita “nature positive”, cioè con un impatto positivo nei confronti della natura selvatica. Sappiamo, del resto, che la perdita di biodiversità ci costa 1,5 volte il Pil globale. Il gotha della progettazione dei giardini ha già sposato un approccio consapevole che vede nella spontaneità un valore e non un nemico da combattere. Insetti, uccelli ed erbe selvatiche non sono più considerati ostili al giardiniere, bensì fondamentali per il funzionamento e il fascino dell’ecosistema giardino. Molte le azioni che noi cittadini possiamo mettere in atto per rendere balconi e aree verdi dei luoghi più accoglienti per la biodiversità, come tessere del grande mosaico urbano. Di seguito, dieci piccoli passi per trasformare gli spazi all’aperto in ambienti inclusivi, offrendo ospitalità alla fauna.
Costruiamo una casetta per le api solitarie
Non è difficile costruire un bee-hotel per albergare le api solitarie (non pungono). Parliamo di specie fondamentali per l’ambiente e l’Unione Europea nel Nuovo patto per gli impollinatori ha appena ricordato che la sopravvivenza di quattro specie di flora selvatica su cinque dipende da questi insetti. La casetta per api da balcone può ospitare le osmie, ricoperte di peluria marrone-rossiccia, oppure le api tappezziere; tali imenotteri cercano piccoli fori profondi circa quindici cm, li riempiono con una riserva di polline per le larve, poi ci depongono un uovo e infine chiudono l’ingresso della tana con del fango (le osmie) o con delle foglie (le tappezziere). Per costruire il bee-hotel, procuriamoci un blocco di legno o una sezione di tronco e foriamoli decine di volte con un trapano, usando punte da 7 e 10 mm. In alternativa, assembliamo all’interno di una cassetta di legno da vino dei segmenti di bambù lunghi circa 15 cm, in modo che il taglio delle canne resti esposto sulla “facciata”. Poi fissiamo il bee-hotel al muro in un posto soleggiato, al riparo dalla pioggia e ad almeno 1,5 m d’altezza. Le api solitarie volano in cerca di un nido da fine febbraio ai primi di aprile e i nuovi nati sbucano l’anno dopo; ciò significa che se esponiamo la casetta in tarda primavera dovremo aspettare un anno perché venga colonizzata.
Una residenza per far svernare le coccinelle
Le coccinelle si riuniscono in gruppi per cercare un riparo dove trascorrere l’inverno in una sorta di “letargo” (è il motivo per cui in autunno le troviamo agli angoli delle finestre). Prendendo esempio dalle casette per coccinelle in vendita, possiamo costruirne una riciclando una scatola di legno: ritagliamo sulla sua parte frontale delle fessure orizzontali, poi riempiamo la scatola di piccole pigne e pezzetti di corteccia e infine fissiamola al muro, come indicato per il bee-hotel. La casetta va esposta per tempo perché deve perdere qualsiasi odore. Avere delle coccinelle “a portata di mano” costituisce una grande risorsa perché appena sveglie queste creaturine andranno a deporre le uova sui germogli più teneri, dove le loro larve faranno incetta di afidi, i pidocchi delle piante. Una curiosità: tutti conosciamo le coccinelle rosse con sette puntini, ma ne esistono anche con due o dieci punti, e alcune sono addirittura gialle macchiate di nero o nere a pois rossi. Le ultime due, le coccinelle arlecchino, sono di origine asiatica e sono state introdotte in Europa per la lotta biologica nelle serre.
Un hotel pronto ad accogliere diverse specie di insetti LEGGI TUTTO