Si dice che con il caldo passi la fame. Sarà forse vero per noi esseri umani, ma a quanto pare non vale per i predatori marini: stando a uno studio appena pubblicato sulla rivista Science da un gruppo di ricercatori dello Smithsonian Environmental Research Center (Serc), infatti, il riscaldamento degli oceani dovuto al cambiamento climatico rende i loro abitanti più feroci e affamati. Il che, a cascata, può compromettere l’equilibrio dell’ecosistema del mare, mettendo in pericolo la sopravvivenza di molte specie.
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“La temperatura dei mari”, spiega Gail Ashton, prima autrice del lavoro e biologa marina al Serc, “si è assestata nel corso di migliaia di anni. Poi, improvvisamente, abbiamo assistito a un riscaldamento velocissimo. Di cui ancora non conosciamo a fondo tutte le implicazioni”. Già in passato diverse ricerche avevano evidenziato come i predatori marini tendessero a essere più attivi nelle zone tropicali, dal momento che temperature più alte tendono a velocizzare il metabolismo umano; finora, tuttavia, tutte le evidenze raccolte non puntavano nella stessa direzione, e non c’era ancora una prova univoca. Per di più, erano troppo pochi gli studi che si erano concentrati a capire quale fosse la risposta delle prede all’aumento della pressione da parte dei predatori.
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“Le acque più calde”, commenta Emmett Duffy, “tendono a favorire gli animali più in alto nella catena alimentare, che diventano più attivi e necessitano di più cibo. Chi ci rimette, naturalmente, sono le loro prede: questo suggerisce che il riscaldamento dei mari potrebbe portare a grandi cambiamenti nella vita degli ambienti marini più popolosi”.
(foto: Smithsonian Institution) LEGGI TUTTO