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Una rete dei Centri di cura per la leucemia

Tumori: prevenzione e terapie

Ci sono ancora troppe differenze tra le regioni nella cura di questa forma di tumore

Sanihelp.it – La leucemia mieloide acuta colpisce ogni anno oltre 2.000 persone in Italia.
La gestione di questa patologia presenta però parecchie differenze tra le varie regioni, per eliminare le quali è necessaria una Rete strutturata di centri di riferimento (Hub) e periferici (Spoke).
È necessario investire di più nelle strutture periferiche, dove spesso manca un ematologo specialista in questa forma di tumore del sangue.
La Rete consentirebbe di garantire velocità nell’esecuzione dei test mutazionali, non solo al momento della diagnosi, ma anche al presentarsi di una recidiva, e va stabilito un piano adeguato di controlli (follow-up) per il paziente, anche con percorsi integrati, come il supporto psicologico e nutrizionale.
«La leucemia mieloide acuta – spiega il Prof. Giovanni Martinelli, Direttore Scientifico dell’Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio dei Tumori Dino Amadori – IRST, Meldola (FC) Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS), riconosciuto dal Ministero della Salute – rappresenta il modello per eccellenza della medicina personalizzata. È una patologia rara, che il più delle volte si presenta in maniera subdola, ponendo quindi un problema di difficile riconoscimento. Il primo step è definire con attenzione il percorso diagnostico terapeutico, a partire dal Pronto Soccorso. Al paziente in emergenza va riservato un approccio salvavita e di forte riferimento con i centri Hub. Nelle situazioni di non emergenza, vanno adottati modelli organizzativi che garantiscano standard uniformi sul territorio nazionale e che permettano di condurre indagini diagnostiche più accurate, come quelle di biologia molecolare, avviando i pazienti alla migliore terapia disponibile, senza distinzioni sul territorio nazionale». 
«Il secondo step riguarda la diagnostica» aggiunge Martinelli, «poiché i test di biologia molecolare da effettuare devono spesso essere eseguiti molto velocemente. Per molti malati è dunque essenziale, al momento della ricaduta, essere pronti ad effettuare un nuovo test rapido».


Fonte: http://www.sanihelp.it/rss/rss_salute.xml

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