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Pembrolizumab: un nome difficile che incoraggia la ricerca

Tumori: prevenzione e terapie

Uno studio pubblicato su una prestigiosa rivista ha rivelato che il farmaco ha un’attività promettente nei tumori rari in stadio avanzato

Pembrolizumab: un nome difficile che incoraggia la ricerca

Sanihelp.it – Nonostante la definizione rari, questi tumori nel 2017 hanno costituito il 13% delle nuove diagnosi di cancro e il 25% dei decessi correlati ai tumori, come spiega sul Journal for Immunotherapy of cancer il ricercatore Aung Naing, dell’MD Anderson Cancer Center della Texas University di Houston. «Il tasso di sopravvivenza a 5 anni per questi tumori è inferiore del 15-20% rispetto a quello dei tumori più comuni. Gli scarsi risultati ottenuti finora nei tumori rari sono stati attribuiti a difficoltà o ritardo nella diagnosi, accesso limitato a centri che abbiano un’esperienza adeguata, come è l’MD Anderson, e scarsità di opzioni terapeutiche».

Nei pazienti affetti da tumori rari il profilo di sicurezza di pembrolizumab è risultato paragonabile a quello rilevato per altri tumori più comuni, come melanoma e carcinoma polmonare non a piccole cellule, per i quali il farmaco trova indicazione.

Pembrolizumab è un anticorpo monoclonale, prodotto con la tecnologia del DNA ricombinante, si tratta quindi di un farmaco biotecnologico.

«I risultati del nostro studio pongono le basi per ulteriori studi volti a confermare l’attività clinica di pembrolizumab nei tumori rari avanzati e per identificare le firme immunitarie predittive della risposta al trattamento» ha affermato Naing.

Gli autori dello studio hanno spiegato che , in mancanza di opzioni terapeutiche basate sull’evidenza per molti di questi tumori rari, potrebbe servire tuttavia del tempo per arrivare a un’analisi finale dei dati.


Fonte: http://www.sanihelp.it/rss/rss_salute.xml

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